Il ritorno di Sylvia per i patiti del tutù di Sergio Trombetta

Il ritorno di Sylvia per i patiti del tutù Il Balletto del Teatro di Praga al Rignon Il ritorno di Sylvia per i patiti del tutù Erano molti anni che «Sylvia» mancava da Torino. Da quando l'opera di Budapest lo portò al Teatro Regio. Ora quel balletto musicato da Delibés torna nella medesima versione coreografica di Laszlo Seregi con la bella compagnia del Balletto del Teatro Nazionale di Praga diretto da Vlastimil Harapes. «Sylvia» dunque, per gli amanti del classico, per chi anche d'estate non può rinunciare a una serata con punte e tutù, andrà in scena, alle 21,30 questa sera e domani al Parco Rignon per TorìnoDanza. Il balletto avrà musica eseguita dal vivo dall'orchestra del Teatro Nazionale di Praga. Vicenda mitologica quella raccontata nel balletto, una storia che vede la ninfa di Diana, Sylvia appunto, innamorata del pastore Aminta e insidiata dal perfido Orione. Vicenda arcadica che i nostri bisnonni andavano a vedere all'Opera di Parigi con entusiasmo, ma che oggi è un po' imbarazzante mettere in scena così com'è. L'idea dell'ungherese Seregi è di utilizzare le musiche di Delibés già in odore di Belle Epoque per farne un balletto che racconta di una compagnia di danza fine '800 che sta provando l'allestimento di «Sylvia» e dove gli amori della ninfa, di Aminta e di Orione, raddoppiano nelle passioni più concrete fra la primadonna, il primo ballerino Aminta, con complicazioni dovute agli interventi del vecchio maestro di ballo Orione e della étoile della compagnia Diana. L'appuntamento è anche l'occasione di vedere alla prova per la prima volta a Torino la Compagnia del Teatro Nazionale di Praga. Una compagnia composta da 120 elementi la cui attività si divide in tre teatri praghesi. Il Teatro Nazionale, la maestosa costruzione in riva alla Moldava per gli spettacoli più impegnativi, il Teatro Smetana, una divertente sala affollata di riccioli neorococò, e la Nuova Scena, sala degli Anni 60 allestita per lavori più moderni. Sergio Trombetta

Persone citate: Laszlo, Orione, Vlastimil Harapes

Luoghi citati: Budapest, Parigi, Praga, Torino