Un'Isola nel parco di Angelo Dragone
Sedici giovani incisori in una gara artistica fra vedute, boschi e piante Opere esposte a «Tuttagrafica» Sedici giovani incisori in una gara artistica fra vedute, boschi e piante Cinque segnalati su sedici giovani; studenti o diplomati delle Accademie di Belle Arti di Carrara, Genova, Milano (quattro scuole) e Torino (due scuole): è il confortevole risultato della prima edizione del concorso «L'incisione e le Accademie». Le opere presentate sono esposte a «Tuttagrafica» (fino al 15 luglio, in piazza Carlina 19) dove, in premio, ognuno sarà invitato a tenere ima «personale», ripresa, nella primavera del '93, a Mondovì, negli spazi dell'Isola di San Rocco. Nell'insieme la manifestazione costituisce anche una precisa presa di posizione nel dibattito da tempo aperto tra i cultori d'una tradizione del nuovo, che implica una sorta di fedeltà strumentale ma innovativa, rispetto alle tecniche tradizionalmente impiegate, e gli stravolgimenti che per il gusto dell'inedito altri preferiscono adottare, senza rendersi conto che tanto snaturamento non è compatibile col termine stesso di «incisione», ma dovrebbe essere diversamente ridefinito. Fra gli allievi di Vincenzo Gatti (Torino) è emersa Daniela Idda con «Bosco» e «Alberi» d'una ben fraseggiata puntasecca. A un sottile segno di bulino attinge, da buon visionario, Luca Daum (allievo di Mario Chiane se, alla Ligustica) con variazioni sul tema della «Danza Macabra», mentre il più giovane Ottavio Spagnoli nelle boschive «Vedute di Crevari» tratta l'acquaforte con un segno estrosamente frammentato, ma saldamente legato, poi. Due i milanesi scelti: Massimiliano Bottino, allievo di Giorgio Roggini, con certe sue nereggianti «Corrosioni» in cui l'acquaforte s'associa all'acquatinta e alla puntasecca, con esiti materici che in realtà puntano su valori essenzialmente spaziali; e Giuseppe Adone Rigotti, allievo di Luigi Fersini, con fantasiose puntesecche d'ispirazione surreale. Anche fra gli altri, non mancano i meritevoli di attenzione, come la Dell'Orto e Samuele Bonomi, col suo «tondo» cifrato, entrambi di Brera, come Ivo Corra, xilografo dalla bella linea contornante. Angelo Dragone
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