Il Regio in guerra «Chiudiamo bottega»

Il Regio in guerra «Chiudiamo bottega» La «lady di ferro» contro i tagli comunali Il Regio in guerra «Chiudiamo bottega» Che giornataccia per Elda Tessere. Il sovrintendente del Regio se l'è rovinata di primo mattino, leggendo sui giornali la storia dei 4 miliardi che il Comune non intenderebbe più versare nelle casse dell'ente lirico. Una minaccia formulata da un vecchio amico del teatro, l'assessore al Bilancio Sebastiano Prowisiero, alle prese con gli ormai cronici problemi contabili di Palazzo civico. Già, proprio lui, vicepresidente del Regio fino al 30 giugno 1989, anni di deficit, scioperi duri e figuracce. La Tessore non è stata con le mani in mano. Da buona «lady di ferro» (il soprannome lo deve ai sindacati) è partita al contrattacco. Una telefonata al sindaco, che del Regio è presidente: «Giovanna, se le notizie dei giornali sono vere possiamo chiudere bottega». Poi un vertice con i contabili dell'ente. Infine, una conferenza stampa indetta per le 12,30 al quarto piano del Palazzo uffici, ancora sottosopra per lavori di ristrutturazione. Punto primo: «Non ho notizia ufficiale dei tagli ed anche il sindaco mi ha confermato che non c'è nulla di deciso». E' vero: la drastica riduzione del contributo resta una ipotesi: «Naturalmente riferita al 1993 - precisa Prowisiero -. Per quest'anno manterremo fede agli impegni già assunti». Non per questo la Tessore lascia correre: «E' una follia, il Comune ci deve dare quei quattrini. La legge e tutta la giurisprudenza in materia dimostrano che è obbligato a pagare le spese per la gestione ordinaria». Eccole, le spese: 300 milioni per la manutenzione, 30 per l'acqua, 550 per l'elettricità, altrettanti per il riscaldamento, mezzo miliardo per sorveglianza e pulizie, oltre un miliardo per il personale addetto alla manutenzione. Il totale è di 3 miliardi e 430 milioni: «Per arrivare a 4 miliardi mancano 570 milioni. Ebbene, questo è il sostegno comunale alla nostra attività. Una miseria». Si deve aggiungere un altro contributo, questa volta straordinario. Sono i soldi per ripianare i pesanti deficit accumulati dall'ente negli esercizi 1988 e 1990: oltre 12 miliardi, che il teatro paga con mutui decennali e fidejussoni concessi su garanzia del Comune. Il totale è di un miliardo e 800 milioni l'anno, pattuito a suo tempo tra le parti: «Quello non si tocca» assicura Prowisiero. L'ultimo bilancio del Regio è stato di 43 miliardi: «Da anni lesiniamo su ogni spesa: il turn over del personale è bloccato, i dipendenti sono scesi da oltre 400 agli attuali 350. Gli stipendi sono fermi, altro sacrificio chiesto e accettato dai lavoratori con grande senso di responsabilità. I conti sono qui, leggete pure» dice il sovrintendente. Un forte aumento dell'attività ( + 65 per cento al solo Piccolo Regio) ha avuto come conseguenza una crescita degli incassi (da 3 a 4,5 miliardi). Ma il contributo statale (28,2 miliardi più 5 una tantum per il 250° anniversario) po¬ ne ancora il Regio all'ottavo posto tra gli enti lirici d'Italia. Insomma, gli amministratori escludono di poter recuperare altrove i 4 miliardi del Comune. E allora? «Avremmo soltanto due strade: o bloccare l'attività o proseguire e chiudere in deficit, che ricadrebbe sulle finanze dell'amministrazione torinese». Ma il sovrintendente non esclude iniziative più clamorose: «Ho chiesto un appuntamento al sindaco, ai vicesindaci Marzano e Pizzetti, all'assessore al Bilancio. Se le risposte fossero negative, il consiglio di amministrazione potrebbe decidere di lasciar fare ad altri». Cioè di rassegnare le dimissioni in blocco. E Prowisiero? Anche il responsabile del Bilancio ha parlato col sindaco: «L'ho detto e lo ripeto. Nei prossimi mesi dovremo aumentare le tariffe o chiudere alcuni servizi. Sotto il Palazzo verranno a protestare famiglie danneggiate dalle nostre decisioni. Non siamo in grado di accontentare tutti». Intanto un attacco diretto gli giunge dai lavoratori del Regio: «All'assessore non può sfuggire che abbiamo dovuto tirare la cinghia per colmare i deficit di bilancio accumulati proprio dalla sua gestione». Giampiero Pavido Elda Tessore, la <lady di ferro» sovrintendente del Regio, con il vicesindaco Franco Pizzetti. A lato, l'assessore Sebastiano Prowisiero: ha tagliato i 4 miliardi

Persone citate: Elda Tessore, Franco Pizzetti, Giampiero Pavido, Marzano, Pizzetti, Sebastiano Prowisiero, Tessore

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