Ecco com'è cambiato il due tempi Anni 90 di Gianni Rogliatti

Ecco com'è cambialo il due tempi Anni 90 Nuovi e vecchi motori al centro dell'attenzione dei costruttori mondiali Ecco com'è cambialo il due tempi Anni 90 Molte Case stanno lavorando sul due tempi: la Ford ha fatto provare una versione della Fiesta con tale tipo di motore, la Fiat ne sta sperimentando uno analogo. In entrambi i casi si tratta di un propulsore che impiega i brevetti della società Orbitai fondata da Ralph Sarich, australiano di origine jugoslava. Sarich aveva cominciato a studiare l'ennesimo tipo di motore a pistoni rotanti circa una dozzina di anni fa, ma poi lo aveva abbandonato. La sua idea vincente? Applicare al classico motore a due tempi alcuni suoi brevetti che riguardavano la carburazione e il sistema di valvole di aspirazione. Il due tempi venne studiato simultaneamente al 4 tempi (detto a ciclo Otto) dall'inglese Dugald Clerk. I suoi vantaggi sono notevoli: ciascun pistone produce lavoro utile a ogni giro dell'albero, anziché ogni due come accade nell'altro tipo di motore. Inoltre, è privo della distribuzione ed è quindi più semplice, compatto, leggero e economico. Nel due tempi mentre il pistone sale in fase di compressione, realizza l'aspirazione nel carter, poi per circa un quarto della corsa discendente effettua lo scarico e il trasferimento dell'aria dal carter al cilindro. Di conseguenza con un tre cilindri si ha un funzionamento simile a quello di un sei cilindri a 4 tempi. Ci si chièderà allora perché era stato abbandonato (gli ultimi, fumosi esemplari, sono stati visti sulle Trabant prodotte nella ex Ddr). Il fatto è che il due tempi vecchio stile consumava molto e inquinava di più perché funzionava con una miscela che conteneva dal 2 al 4% di olio. Tale motore aspirava questa miscela nel carter: l'olio serviva per lubrificare cuscinetti di banco, pistoni e bielle. Poi bruciava con tanto bel fumo blu. Il consumo era elevato perché il rendimento era scarso. Motivo: le perdite di miscela che si verificavano quando le luci di aspirazione e scarico erano aperte insieme a fine corsa del pistone. Il due tempi del Duemila è dotato di iniezione elettronica comandata da aria compressa che polverizza la benzina direttamente nel cilindro durante la fase di compressione. Non ci sono perdite nelle fasi di scarico e lavaggio (che avviene con aria pura). Quindi si inietta solo la benzina che potrà combinarsi con l'aria effettivamente presente nel cilindro. L'aspirazione nel carter avviene tramite valvole a lamelle e tutti i cuscinetti sono a rulli: lavorano con minor attrito di quelli classici a guscio sottile. La semplicità è un vantaggio anche dal punto di vista dei costi di manutenzione. L'olio viene iniettato a parte in quantità minime e dove serve veramente: una parte di esso viene recuperato in fondo al carter, e una minima quantità brucia senza conseguenze in quanto eventuali sostanze nocive vengono eliminate grazie al catalizzatore. Anche il consumo di benzina è minore (di circa il 10-14%) rispetto al quattro tempi, perché c'è meno attrito per l'assenza di molte parti.in movimento. Un ulteriore risparmio è dovuto al minor peso del motore stesso. Naturalmente è necessario un buon lavoro di messa a punto. Gianni Rogliatti 4 TEMPI CLASSICO (1 ciclo = 720°) 1° TEMPO: 2° TEMPO: 3° TEMPO: ASPIRAZIONE COMPRESSIONE ACCENSIONE ED ESPANSIONE 4* TEMPO: SCARICO 2 TEMPI (1 ciclo = 720°) COMBUSTIONE COMPRESSIONE NEL CILINDRO ASPIRAZIONE NEL CARTER

Persone citate: Ralph Sarich

Luoghi citati: Ddr