Benigni: io, Pantera con le donne

Benigni: io, Pantera con le donne Sul set del film di Blake Edwards incontro con il comico toscano che fa il figlio dell'ispettore Clouseau Benigni: io, Pantera con le donne Ha raccolto la difficile eredità di Peter Sellers NIZZA DAL NOSTRO INVIATO E' notte, il gendarme Jacques Gambrelli è appena riuscito a salvarsi la vita, ma non ha ancora la più pallida idea di chi voleva ucciderlo e perché. In effetti, nonostante le scarpe infangate, la divisa fradicia, il cappello che gii scivola continuamente sugli occhi, la sua attenzione è concentrata su tutt'altro: con un rumoroso starnuto ha coperto di goccioline il parabrezza della macchina del Commissario Dreyfus, ma la necessità di ripulirlo gli ha regalato un'eccitante scoperta. Dallo straccio rovinosamente strofinato sul vetro (prima era stata usata la cravatta dell'autista, ma c'era qualcosa che non funzionava...) ecco venir fuori un profilattico. Gambrelli è affascinato: «E' vostro?» chiede candido ai suoi compagni di viaggio, ma quelli scuotono le teste scandalizzati e lui, felice, comincia a giocare. Lo gonfia, lo tira, se|o attorciglia1 intorno a un dito, ogni volta in un modo diverso e con risultati diversi, fino al momento in cui il, profilattico gli sfugge di mano. Il gendarme Gambrelli torna serio e indica, tutto d'un fiato ai suoi accompagnatori, qual è esattamente la sua abitazione. Il ciak, che per l'occasione è bianco e rosa, invece che bianco e nero, viene battuto varie volte. Roberto Benigni parla inglese, è professionale, concentrato, e non si perde d'animo quando una delle scene dev'essere interrotta perché il preservativo gli è sfuggito dalle mani troppo presto: a rincuorarlo c'è la risata piena di Blake Edwards, una risata contagiosa che dal sedile del regista si propaga fino a coinvolgere tutta la troupe. «Sono contento - dice l'attóre durante una pausa della lavorazione, negli studi della Victorine, poco lontano dal lungomare di Nizza -, ci troviamo molto bene insieme, abbiamo tante cose in comune». Per esempio? «Per esempio la passione per le donne, e infatti in tutto il film c'è uno sguardo particolare sul mondo femminile: il mio perso- riaggio quando nomina un individuò di sesso femminile diventa improvvisamente poetico, sognante)*. Nessuna difficoltà nell'adattarsi ai ritmi e ai modi di lavoro americani? «No, ho imparato l'inglese senza troppa fatica, anche se ci sono delle parole che mi fanno ridere un sacco. E poi ho la possibilità di improvvisare, questo proprio perché il rapporto con il regista è ottimo. Lui si comporta come un autore indipendente, non è troppo diverso da tipi come Jarmush, è abituato a lavorare prima di tutto con le idee». Certo, raccogliere l'eredità di Peter Sellers e dare vita ad un nuovo episodio di una delle saghe cinematografiche più amate e famose, non è una responsabilità da poco: «Ho rivisto in cassetta tutti i film della serie prima di cominciare a girare, anche se ricordavo benissimo ogni scena. Clouseau è sempre stato un mio idolo». Sul set francese è arrivata da due giorni anche la moglie di Benigni, Nicoletta Braschi: lo segue con sguardo affettuoso mentre recita, tutta vestita di nero, quasi mimetizzata nella troupe. «Blake Edwards le ha appena chiesto di provare un costume racconta Benigni -, ha intenzione di affidarle una piccolissima parte, uno scherzo, una sorpresa». E di sorprese «Il figlio della Pantera Rosa» dovrebbe riservarne davvero molte: dal colpo di scena centrale con cui si scopre che il padre di Jacques Gambrelli è l'Ispettore Clouseau, alla parata di sosia nel Ma la Nicolo sorda v moglie letta veglia cino «Clouseau Day» (700 comparse, uomini e donne, tutti rigorosamente vestiti con la tenuta dell'Ispettore); dall'apparizione in un primo tempo misteriosa della madre di Gambrelli, Maria, cioè Claudia Cardinale («E' stato bellissimo conoscerla» dice l'attore toscano con gli occhi che brillano), al rapimento della principessa Yasmine, ricchissima figlia del re Lugash. Ma non basta, il cinquantesimo film di Blake Edwards, ottavo nella serie delle «pantere», presentato con il marchio Mgm, riunisce la squadra di lavoro dei tempi di Peter Sellers: il produttore Tony Adams, l'autore delle musiche Henry Mancini, gli attori Herbert Lom e Burt Kwouk che interpretano rispettivamente i ruoli del Commissario Dreyfus e di Cato, ex devoto servitore dell'Ispettore Clouseau. Tra i volti nuovi: Debrah Farentino, una principessa vestita Armarli che indossa goielli di Tiffany; la figlia di Blake Edwards, Jennifer, nella parte della terrorista Yussa; Anton Rodgers, in quella di capo della polizia di Nizza; Dermot Crowley che è Frangois, fedele autista di Dreyfus. Le riprese, iniziate in Costa Azzurra il 14 giugno, andranno avanti per tutta l'estate, e si sposteranno a Londra, negli studi Pinewood, e poi in Giordania, ad Amman, dove è ambientata la scena finale della storia, quella in cui si ricompone il mosaico dei personaggi. Fulvia Capi-ara Ma la moglie Nicoletta lo sorveglia da vicino Nella foto grande Roberto Benigni che non si è smentito neanche questa volta scatenandosi sul set ha fatto ridere anche il regista Blake Edwards. Nella foto qui accanto Claudia Cardinale che fa la mamma del comico

Luoghi citati: Amman, Giordania, Londra, Nizza