Io la bevo, io no, io forse

Io la bevo, io no, io forse Io la bevo, io no, io forse La lattina rossa tra ideologie e golosità wtiNA mostra storica per una bevanda pubblicizzata, amata e anche I I odiata: nel '68 c'era chi mi I la rifiutava per boicottamultinazionale simbolo dell'imperialismo americano. E oggi chi la beve? chi non la beve? L'abbiamo chiesto a esponenti politici, intellettuali, gente dello spettacolo di diverse generazioni. Bonvi. Il : mio rapr c porto con la Coca-Co:Ja è lo stesso, della ! -canzone di Vasco Rossi, quella delle bollicine: «Coca-Cola me la porto a scuola». Soltanto che lui si riferiva alla cocaina. D'altra parte la Coca-Cola è uguale: dà pure lei assuefazione. Non a me: io vado ad alcolici. Adriano Celentano. La bevo, specialmente mangiando. E' un buon digestivo. Non mi sono mai posto il problema di che cosa rappresenti ideologicamente, anche perché ci sono problemi più importanti, come il consumismo in genere, che è la piaga di questo secolo: da lì nasce tutto, malattie, nuovi batteri. Non me la prenderei solo con la Coca-Cola. Paolo Conte. E' un tema che non mi riguarda, per un motivo molto semplice: non me ne è mai piaciuto il gusto. Sabina Guzzanti. Qualche volta la bevo. Ma soprattutto ricordo l'esperimento che ci faceva fare la maestra delle elementari, alla Montessori: metteva un osso di pollo a bagno nella Coca-Cola e ci faceva vedere come si squagliava. E suc- cedeva. Anche se non capivamo il nesso fra noi e l'osso di pollo. Gad Lerner. Ricordo quando qualcuno gridava: «Coca-Cola sangue vietnamita». Ma io sono sempre stato indifferente alle mode culturali, ai consumi connessi con le posizioni ideologiche, l'ho sempre adorata e bevuta. Sono amante del buon vino, ma la Coca-Cola è un grande digestivo, è lo sturacessi del corpo umano. Ora, dopo un'emorragia gastrica, me l'hanno vietata, con mio dispiacere. Senato Nicolini. L'ho bevuta la prima volta nel dopoguerra (sono del '42), a Grottaferrata, nella casa di campagna di mio nonno. Mi ricordo lo strano sapore. Ma l'aneddoto per me più divertente è quello di una visita a Roma dell'addetto culturale ungherese. Lui e un altro che l'accompagnava andarono in piazza di Spagna e non sapevano se fidarsi uno dell'altro («e se fa la spia?»). Ordinarono una Coca-Cola e due bicchieri di carta, poi andarono a bere a Villa Borghese. Rimasero seduti ad aspettare l'effetto, perché da loro era considerata una droga. Certo che, guardando al centenario, mi pare più vicina lei alla Rivoluzione francese di quanto noi lo siamo a lei. Quanto a me adesso, la bevo associata al Bacardi o al whisky. Sono affezionato al Cuba libre, anche se sono d'accordo con Veronelli che vorrebbe sapere che cosa c'è dentro la Coca-Cola. Lidia Ravera. Non la bevo perché, dovendo farmi del male, preferisco farmelo col vino. L'ho rifiutata in giovinezza come simbolo delle multinazionali americane, ma c'era della contraddizione, perché erava¬ mo imbevuti di cultura americana, basta pensare alla beat generation. La cultura americana è sempre stata amata-odiata, non era mai a senso unico. Quanto ai simboli, io e i miei amici non compravamo le Fiat, il che era abbastanza idiota perché non è che alla Renault o alla Citroen la condizione operaia fosse diversa. Come madre, è una delle poche cose che tendenzialmente vieto. Gianni Riotta. Il mondo si divide in due categorie: cocacolisti e pepsicolisti, al punto che alcuni Paesi sono intéramente schierati, la Cina è pepsicolista. Io sono cocacolista. Ho cominciato a b ,i la giocando a tennis. Quella bevuta a fine partita era così straordinaria che a un certo punto ho pensato che giocavo per bere. E tanta ne ho bevuta durante le campagne presidenziali americane, quando vivi per tre settimane in aereo: è un gran digestivo. Anche sotto il profilo culturale, ideologico, è di una flessibilità straordinaria: era associata alle grandi multinazionali, si diceva che ogni bottiglia o lattina era una pallottola data al Vietnam, però ci si faceva anche il Cuba libre. D'altra parte Cuba, che con l'embargo non può importarne, ha una sua Coca-Cola locale. E poi la gente ha fatto per la Coca-Cola quello che non si è fatto per nient'altro: se n'è andata la R4, se n'è andata la vecchia 500, se n'è andata la 2CV. Non abbiamo mai imposto un no. Quando nell'85 fu lanciata la «nuova Coca-Cola» la gente impose il ritorno alla vecchia. Marco Neil-otti

Persone citate: Adriano Celentano, Bonvi, Gad Lerner, Gianni Riotta, Lidia Ravera, Montessori, Paolo Conte, Sabina Guzzanti, Vasco Rossi, Veronelli

Luoghi citati: Cina, Cuba, Grottaferrata, Roma, Vietnam