I Caino e gli Abele tra la folla dolente di Igor Man

I Caino e gli Abele tra la folla dolente DIARIO ARABO I Caino e gli Abele tra la folla dolente EGLI occhi dei soldatini esageratamente armati che regolano il funerale dell'eroe Mohammed Boudiaf, leggo un mix di paura, tensione, odio. Risalendo con l'ascensore rapido della memoria al colpo militare di Bumedien, nel 1965, rammento l'istessa atmosfera pesante che opprimeva allora lo bianca capitale d'Algeria, Paese bello e triste. Ma dietro la torretta dei carri armati si intravedeva la speranza d'un domani diverso, migliore, mentre, ridiscendendo veloci nella realtà odierna, tutto appare problematico e terribilmente drammatico. Chi ha detto che la tv con la prepotenza delle immagini tradisce la realtà? Non importa, quel che conta è il fatto che osservando (in «tempo reale») i primi piani dei soldati schierati a protezione non già d'un rito funebre ma di una assemblea popolare, la più grande dal putsch freddo dell'11 di gennaio, il vecchio cronista abbia raccolto il déjà vu. Allorché i soldati francesi, gli spavaldi cristoni della Legione Straniera, circondavano la Casbah durante la battaglia d'Algeri, avevano Io stesso modo fosco é timoroso di scrutare tutto e tutti fingendo di fissare il vuoto, dei soldati algerini mobilitati ieri. La folla funeralizia, al di là della commozione che comunque e dovunque aggredisce i semplici, riassumeva l'Algeria di oggi: complessa, contraddittoria, dolente e insolente. Soltanto l'Fin può aver dettato lo slogan «Chadli assassino» e certamente i generatomi han fatto martellare parole che non s'udivano dal tempo di Bumedien: «Esercito e popolo uniti». Epperò, in quella piazza dei martiri che ricorda i partigiani assassinati dai para di Massu, i giovani scandivano «zift, zift, zift», schifo, schifo, schifo, voi tutti e l'Fln; c'era anche chi ossessivamente gridava «daoula islamia»: Stato islamico. Nel cimitero di El-Alia a versare la prima manciata di terra sulle spoglie di Boudiaf è stato un veramente commosso Yasser Arafat. Mai presenza a un funerale arabo fu più patetica e insieme «emblematica» della sua. Perché il modulo rivoluzionario al quale s'è sempre ispirato Abu Ammar è quello algerino e I tuttavia l'Olp non ha avuto I modo di applicarlo nella sua lunga resistenza; quel modulo eroico è divenuto un wishful thinking oramai diluito nella logica del compromesso negoziale (suggerito, per altro, proprio dagli algerini). Quel modulo rivoluzionario trasfigurato in leggenda è stato sconfitto due volte e sempre dagli stessi eterni protagonisti delia storia moderna dell'Algeria: gli uomini dell'«esercito di frontiera». Così come i vietcong, dissanguatisi contro i Gì precursori dei rambo della tempesta nel deserto, si videro confiscare la vittoria dai compagni venuti dal Nord, gli uomini della Casbah si videro scippare il frutto d'una guerra atroce di sette anni e mezzo dai pasciuti militi di Bumedien. E il fellah che fu scacciato dal suo villaggio (3 milioni di-.«trasferiti»), che subì la mattanza di 4 milioni di capi di bestiame su 7, il 'fellàh "massacrato dai francesi, invece di giustizia si ebbe la truffa dell'inurbamento selvaggio. Ricordo che durante la resistenza la Casbah la lavavano ogni notte con l'acqua di mare; le sue stradine odoravano di tè alla menta e di gelsomino. Oggi vi si respira il tanfo della miseria, una mistura orrenda di lacrime e di urina. Sono passati trent'anni, i giovani tenentini dell'«esercito di frontiera», magri e sognatori, son diventati colonnelli grassi come tordi, con la villa da cinque miliardi e la Limousine alla porta. I loro figli sono le truppe scelte della «tchi-tchi», la jeunesse dorée che si ubriacano di whisky ballando il ra'i rubato ai popolani. I «bohi», gli «hittisti», i figli del sottoproletariato che subì la fame e la tortura lottando per la libertà, non hanno neppure il conforto dei sogni, oramai. Gli rimane soltanto il Fis. Una scelta suicida, forse, ma il suicidio è l'arma del disperato. Jean Daniel, un pied noir, ha scritto che comunque vadano le cose in Algeria, «lo sguardo dell'Abele islamista resterà eternamente fisso sui Caino dell'esercito». Igor Man lan |

Persone citate: Ammar, Boudiaf, Chadli, Jean Daniel, Massu, Mohammed Boudiaf, Yasser Arafat

Luoghi citati: Algeria