Lentini, fuga nel Milan di Claudio Giacchino

Lentini, fuga nel Milan Il contratto depositato a sorpresa in Lega; Borsano: mi hanno ingannato Lentini, fuga nel Milan Un maxi-affare da 65 miliardi TORINO. Sensazionale: Gigi Lentini è del Milan. Ieri sera, alle 19,20, è stato depositato in Lega il contratto che vincola per quattro anni il giocatore alla società di Berlusconi. L'affare, se le cifre comunicate dal presidente del Toro Borsano sono vere, è strabiliante. La cessione del gioiello del vivaio granata cancella tutti i più clamorosi colpi del mercato: il passaggio del giovane attaccante alla corte rossonera «vale» 65 miliardi. La vendita di Lentini è stata annunciata da un avvilito Gian Mauro Borsano: «Che vicenda immorale, sono stato ingannato, Gigi non ha alcuna colpa, sono la vittima della guerra tra i giganti Juve e Milan». Il nuovo Creso del pallone ha detto: «Sarebbe stato da folli dire di no all'ultima offerta milanista. Ho pensato al mio futuro, spero che i tifosi capiscano». Alle ore 22, comunicato secco del Milan: «Siamo soddisfatti, con questo acquisto la nostra campagna si chiude». Il presidente granata ha così sintetizzato la questione: «Berlusconi ha proposto questo contratto a Gigi: 8 miliardi lordi all'anno per 4 anni più una buona entrata di 5 miliardi netti». Cioè: Lentini, oltre ad intascare la buonaentrata guadagnerà circa 3500 milioni a stagione: cifre da Mille e una notte, alle quali vanno aggiunti i premi stratosferici versati da sua Emittenze agli eroi per le vittorie. A tali numeri extraterrestri, per quantificare l'affare Lentini, occorre sommare i 23 miliardi che i rossoneri verseranno al Torino per l'acquisto. Gigi Lentini, 23 anni compiuti il 27 marzo scorso, figlio di siciliani trapiantati a Carmagnola, diventa così il giocatore più pagato nella storia del calcio: dinanzi al suo trasferimento trascolorano i 20 miliardi «mossi» dall'ingaggio di Maratona o i 40 spesi dalla Juventus per Vialli. Sino a ieri Gigi aveva ostinatamente dichiarato: «Io voglio restare al Toro e, se proprio non è possibile, preferisco restare a Torino». Cioè, se mi vendono vado alla corte di Agnelli. Invece... dato il riserbo del giocatore ecco il racconto di Borsano. Un racconto che chissà quanto convincerà i tifosi torinisti: perché, in questa vicenda, il presidente granata ha dato prova o di una straordinaria ingenuità o di un'altrettanta straordinaria malafede. Ore 19,40: l'addetto stampa Baruffaldi semina stupore nelle redazioni: «Tra un'ora il presidente vuole parlare ai cronisti». E, un'ora più tardi, ecco Borsano, pallido e in camicia, esordire: «Nel marzo scorso firmai un preliminare d'accordo con il Milan per il trasferimento di Lentini in rossonero. All'epoca il calciatore non aveva ancora espresso tutto il suo valore (mormorii dell'uditorio), pensavo che la sua vendita sarebbe bastata per rafforzare il Toro senza ricorrere ad altre cessioni. Nella bozza d'accordo fu inserita la clausuola che prevedeva il pagamento di una nostra penale nel caso il giocatore avesse rifiutato di andare a Milano. Poi, come tutti sanno, Lentini ha detto di no: così, sono stato costretto a cercare i soldi che ci avrebbe procurato la sua vendita dando via altri granata. E sono partiti Graverò, Policano. Per altro sostituiti più che degnamente con Sergio e Aguilera, al punto che, in accordo con Mondonico, eravamo certi che dal mercato il Torino uscisse rafforzato». I cronisti hanno ricordato anche le partenze di Benedetti e Bresciani, il patron granata ha fatto spallucce: «Beh, il secondo è andato in prestito al Cagliari, il primo aveva fatto quasi sempre panchina». Poi, ha aggiunto: «A mia insaputa il Milan, malgrado i ripetuti rifiuti di Lentini, ha continuato ad insistere con il giocatore e con il suo manager. Risultato: alle 13, Gigi s'è presentato con il procuratore Pasqualin, m'ha detto: Berlusconi m'ha fatto venire a prendere in elicottero e mi ha prospettato un contratto che non posso rifiutare. Mi ha parlato di 8 miliardi lordi l'anno, dei 5 miliardi netti e ha finito: alle stesse condizioni resto al Toro. Condizioni impossibili per me, oltre che immorali. Comunque, il contratto può essere invalidato, darò battaglia in Lega, spero che Nizzola sostenga la causa del piccolo Torino contro i grandi». I giornalisti hanno ancora obiettato: «Se lei avesse stracciato quel preliminare d'accordo firmato a marzo ora non piangerebbe». La risposta è stata: «Sono stato un ingenuo». Ora incasserà i 23 miliardi pattuiti in quella bozza d'accordo. «Sono cornuto e mazziato, prendo per Lentini meno di quanto avrei dovuto, una squadra, l'Inter, m'aveva offerto di più». E, adesso che Toro sarà, come reagirà la gente torinista? Borsano ha allargato le braccia. Auguri, presidente. Claudio Giacchino D giocatore dice: «Toro scusami ma rifiutare sarebbe stato folle» Gian Luigi Lentini, 23 anni, passa al Milan diventando il giocatore più pagato della storta del calcio. Berlusconi (in alto) gli ha offerto un contratto da 40 miliardi