Taglieggiavano il re delle cliniche di Fulvio Milone

Taglieggiavano il re delle cliniche Taglieggiavano il re delle cliniche Napoli, nei guai ex assessore psi e 3 consiglieri NAPOLI. Dalle indagini su un omicidio eccellente salta fuori un'inquietante storia di malcostume politico. Un ex assessore comunale del psi e tre consiglieri regionali dello stesso partito rischiano di finire sotto processo: il sostituto procuratore della Repubblica Franco Roberti ha infatti chiesto il loro rinvio a giudizio per tentativo di estorsione e concussione. Il magistrato li accusa di aver chiesto cospicue mazzette a Pasquale Crispino, il re delle cliniche private napoletane ucciso in circostanze ancora misteriose il dieci ottobre dell'anno scorso. Il re delle cliniche cade in un agguato, probabilmente ordinato dalla camorra. Ma su quel delitto, finora, né polizia né carabinieri sono riusciti a far luce, ad individuare mandanti ed esecutori. Ma proprio l'inchiesta su quel delitto ha alzato il coperchio su di una storia di tangenti e di ricatti, con un grosso gi¬ ro di mazzette. Il medico, amico di gente che conta a Napoli, avrebbe dovuto pagare per ottenere le convenzioni fra le sue numerose case di cura e la Regione Campania. I quattro politici sotto accusa sono Silvano Masciari, ex superassessore (aveva accumulato addirittura sette deleghe) nella giunta comunale presieduta dal socialista Pietro Lezzi, e già al centro di due inchieste giudiziarie; Salvatore Arnese, consigliere regionale coinvolto in un altro scandalo, quello sui lavori di ristrutturazione del piazzale antistante lo stadio San Paolo di Napoli; Giuseppe Riccardi, ex vicesindaco nella giunta di sinistra guidata a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta da Maurizio Valenzi; Aniello Sorrentino, approdato in Consiglio regionale dopo aver ricoperto la carica di vicepresidente della Provincia. II collegamento fra i quattro esponenti di punta del partito socialista napoletano e il medico ucciso saltò fuori da un'agendina trovata dai carabinieri nell'auto di Pasquale Crispino, poco dopo la sua morte: la vittima aveva annotato un ap- Euntamento per il 17 settemre con Silvano Masciari. Qual era il motivo del colloquio? Pochi giorni prima, il 12 settembre, Crispino era stato bersaglio di un'interrogazione in Consiglio regionale firmata da Arnese, Riccardi e Sorrentino, molto vicini alle posizioni del vicesegretario del partito Giulio Di Donato e in contrasto con l'allora assessore alla Sanità Clino Bocchino, che era anch'egli socialista. Il documento era un durissimo atto d'accusa contro il re delle cliniche private, inciampato proprio in quel periodo in un'indagine avviata dai carabinieri per una serie di irregolarità avvenute in una delle sue case di cura. I consiglieri chiedevano senza mezzi termini di avviare un'inchiesta amministrativa e la sospensione delle convenzioni stipulate da Crispino con la Regione campana. Secondo il giudice, quell'interrogazione sarebbe stata un segnale inviato ai medico dai politici che, in realtà, bussavano a soldi. E l'appuntamento con Masciari? Secondo l'accusa, l'ex assessore comunale si sarebbe fatto avanti come intermediario. Fulvio Milone Pasquale Crispino, re delle cliniche napoletane, fu ucciso lo scorso ottobre

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