Dimezzati i sottosegretari
Dimezzati i sottosegretari Dimezzati i sottosegretari Tre ministri non hanno vice Ripa diMeana: io non ci sto ROMA. Il presidente Scalfaro voleva 30 sottosegretari nel nuovo governo: una drastica cura dimagrante. Alla fine ne ha accettati un po' di più, 35 rispetto ai 69 dell'esecutivo precedente. Un dimezzamento che ha provocato forti delusioni e polemiche a volontà. Anche da parte dei ministri, tre, che sono rimasti senza vice. Il primo a partire all'attacco è stato il neoresponsabile dell'Ambiente, Carlo Ripa di Meana: «Non è possibile. E' un errore. Il mio ministero, per volume di impegni parlamentari, è secondo soltanto all'Interno». Fa mettere a verbale le sue proteste. Poi, fuori, salendo in macchina, dice ai giornalisti: «Se non c'è sottosegretario, non c'è neppure il ministro attuale». Protestano Alberto Ronchey (Beni culturali) e la Boniver, ministro del Turismo, che completa il vertice dei dicasteri restati senza sottosegretari. Amato replica: «Nulla è immutabile, quando il Parlamento ci chiederà di collegarci meglio, sottoporremo il problema al Presidente». Non mancano accuse tradizionali, degli esclusi o dei loro amici. In casa de i più scontenti. Franco Bonferroni se la prende con De Mita: «Per far fuori Mastella, Ciriaco ha inventato il metodo di alternare tutti i sottosegretari in carica». Furibondo Ugo Grippo: «E' un attacco preordinato di Forlani contro chi non lo ha appoggiato». F. Grìgnetti A PAGINA 2
Persone citate: Alberto Ronchey, Boniver, Carlo Ripa, De Mita, Forlani, Franco Bonferroni, Mastella, Scalfaro, Ugo Grippo
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