Giornali arguzie romanzi
L'evoluzione dei Saggi, una tesi importante perché già mirata a combinare i vari Montaigne degli altri. Villey individuava tre> tappe - tutto questo è obsoleto per gli specialisti' -: il Montaigne stoico, quello scettico o pirroniano, e il Montaigne epicureo. Io ritengo che Montaigne non abbia mai cessato di essere scettico. Il dubbio, «Que sais-je?», è insito nel suo pensiero. Penso anche che dubitare non gli bastasse. Voleva costruire qualcosa, trovare la via per essere felice in un'epoca in cui era difficile esserlo. Questo era il suo scopo, e allora si mise a saggiare le vie possibili. Anche quella cristiana. Montaigne era convinto che bisognava affidarsi a Dio, ma anche che le Chiese dell'epoca non offrivano una soluzione valida. L'Europa era in balìa delle guerre di religione. Saggiò allora la via antica più prossima al cristianesimo, lo stoicismo, per accorgersi subito che non poteva essere quella giusta: troppo diffìcile. E tornò allo scetticismo, che dunque resta la base del suo pensiero, inaugurandone però una stagione epicurea. Per arrivare a un «art de vivre» soddisfacente. Un epicureismo socratico, basato cioè sul principio della maieutica: la ricerca continua, lo svisceramento. La grande lezione dei Saggi è proprio che ognuno deve cercare. L'idea importante di Montaigne è che non abbiamo solo il diritto di essere felici, ma ben di più, abbiamo il dovere di cercare di esserlo. Ma il suo Montaigne allora torna a essere cristiano? Montaigne è cristiano, a mio avviso anzi è anche cattolica - certo non protestante -, ci sono i passi nei testi per provarlo. Ma la sua onestà fu di non offrire come soluzione valida universalmente quella religiosa dato che, viste le precise circostanze storiche, capiva che non poteva andar bene a tutti. Capi che la soluzione stava nel cercare di trovare uno stile di vita a livello terreno, e che ognuno doveva trovare il suo. Nei Saggi non offrì la via cristiana benché fosse per lui quella giusta, perché voleva che il suo libro potesse servire a tutti, non solo a chi era cristiano. All'epoca di Montaigne, come nella nostra, il dubbio si era installato nelle coscienze al punto da spingere la gente alla disperazione. Lui offrì il sistema per partire dal dubbio e arrivare alla speranza, senza bisogno di lasciare la terra. E' questa la modernità di Montaigne? La modernità di Montaigne io la gioco sul termine presente. Il presente è l'oggi, giorno di giugno del 1992, ma anche il tempo presente: lo stesso per me e per Montaigne, quello che va colto, l'occasione che va gustata, appunto, al momento preciso del suo presentarsi. [g. b.] mibi tre> to è ecialisti' stoico,
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