La saggezza di Rampanti di A. B.

La saggezza di Rampanti La saggezza di Rampanti In silenzio ha plasmato una squadra L'ottavo scudetto del Torino Primavera, vinto domenica in casa della Reggina, è giunto quasi inaspettato, dopo un campionato reso anche più difficile dall'inserimento dei nuovi acquisti. Il tecnico Senno Rampanti, al suo secondo anno in granata, ha uguagliato il record di Ussello, un altro grande allenatore delle giovanili granata: conquistare due scudetti consecutivamente. Ripercorriamo quest'ultima avventura. La nuova squadra Primavera del *Toro nasce lo scorso settèmbre, dopo la conquista del 7° titolo di categoria. Sono appena partiti giocatori come Mezzanotti, Albino, Brunetti, Pan caro, Atzori e Delli Carri, è arrivato però Bertelli e vengono inseriti, provenienti dalle squadre minori, i vari Sottìl, Falcone, MingheUi, Della Morte e Vieri. Confermati i soli Lanzara, Ferina, Minasso e Dona. Dopo un avvio di campionato incoraggiante, emergono le prime difficoltà. Rampanti comincia così con gli esperimenti e le varianti tattiche: «Mi sono trovato una formazione completamente diversa dalla precedente dice il tecnico - con meno centrocampisti e nessun incontrista. Ho sfruttato l'organico a disposizione, dando fiducia ai giovani Sottil e Della Morte, inventando un ruolo per Minasso, cercando la migliore collocazione per Bertelli e MingheUi, fisicamente leggeri, che dovevano essere supportati dal prezioso lavoro di Dona e Lanzara. Davanti mi sono affidato àT solo Vieri, rivelatisi il nostro punto di forza insieme con il portiere Pastine». La prima fase del campionato termina con Torino e Juventus in testa. Inizia il girone finale e si riaccende il duello con i cugini bianconeri: «La svolta della stagione è arrivata quando abbiamo incontrato il Milan in casa. Mancavano Vieri, Cois, Minasso, Lanzara e Bertelli. Tutti ci davano per spacciati, invece due invenzioni di Di Maggio ci hanno permesso di vincere». E' stata poi la volta dei due derby contro la Juventus. «Il primo, duro e nervoso, è stato giocato al limite della regolarità ed è terminato addirittura con un'invasione di campo. Nel secondo abbiamo pareggiato dopo aver dominato. Sembrava già qualificata la Juve ai nostri danni. Ma proprio in quell'occasione ho capito che avremmo vinto lo scudetto. I ragazzi piangevano mentre sentivano le urla festose dei bianconeri. Li ho incoraggiati dicendo loro che si doveva ancora giocare un turno, quello in cui il Brescia ha poi rifilato 4 gol alla Juve, mandando noi alla finale». Il resto è storia recente: 0-0 casalingo con la Reggina nella prima finale e vittoria esterna per 4-3 nella seconda. «Ho sempre lavorato sodo senza parlare troppo, al contrario di qualche mio predecessore. Ma adesso bisogna pensare già alla squadra del prossimo anno». Rampanti si incontrerà in settimana con Moggi per definire il rinnovo del suo contratto e le strategie di mercato. [a. b.]

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