Anche Foster ko, con Kingdom e Nehemiah
Anche Foster ko, con Kingdom e Nehemiah ATLETICA Cinque campioni del mondo in carica se ne restano a casa: è la dura legge delle selezioni americane Anche Foster ko, con Kingdom e Nehemiah Nei 110 ostacoli successo diPearce, vicecampione del mondo a Tokyo E'Jackie Joiner (prima nel lungo ed eptathlon) la reginetta dei Trials NEW ORLEANS. Per poter meglio valutare gli eroi positivi di queste selezioni americane, occorre subito evidenziare che i trials, come al solito, hanno colpito duro. La bellezza di cinque campioni mondiali in carica sono fuori squadra. Si tratta del già ampiamente citato Cari Lewis, di Harrison nel salto triplo, Pettrigrew nei 400, Greg Foster nei 110 ostacoli (a cui terranno buona compagnia il campione olimpico Kingdom e l'ex primatista del mondo Nehemiah) e di O'Brien nel decathlon. Diventa quindi ancor più rilevante, considerata la difficoltà dell'impegno, il comportamento di tanti altri campioni. Su tutti, come era stato agevole prevedere, si colloca la superdonna dei campionati americani, Jackie Joiner Kersee, unico atleta a vincere due medaglie d'oro, dominando il lungo dopo aver regnato nell'eptathlon. Nel salto in lungo la dotatissima Jackie ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo: si è classificata prima effettuando un solo salto, quello vincente. Un balzo di 7 metri e 8 centimetri al primo tentativo, con rinuncia alle altre cinque possibili prove. Nel salto in alto maschile Hollis Conway si è preso la rivincita di Tokyo, ove fu terzo preceduto al primo posto dal connazionale Austin: ha saltato 2,35 alla prima prova, così co¬ me aveva superato tutte le altezze precedentemente provate. Ha cioè vinto senza aver commesso neanche un errore; i tre falli a sua disposizione li ha invece sacrificati nel tentativo di migliorare il primato statunitense a 2,41. Ha dimostrato di poter riportare negli Stati Uniti un oro nel salto in alto che, in sede olimpica, manca agli americani dal 1968, quando l'ingegnere agricolo Dick Fosbury guadagnò i Giochi presentando ufficialmente il suo nuovo stile di salto a gambero. Esaltante la gara dei 110 ostacoli, la finale dal grande massacro di favoriti. Ha vinto Pearce, vicecampione del mon- do a Tokyo, che ha ridimensionato lo strapotere di Tony Dees, apparso imbattibile nelle fasi eliminatorie. Arthur Blake ha soffiato il terzo posto a Greg Foster per 2 centesimi: un successo maturato in fase di partenza, in quanto i tempi di reazione allo sparo, come segnalano i precisissimi funzionari dell'Omega, sono stati eccezionali ed al limite del lecito (0,108 secondi contro 0,136 di Foster). Le gare agonistiche più esaltanti, anche se livellate su risultati tecnici di basso profilo, sono alla fine risultate quelle dei 1500 maschili e femminili. Onore ai due vincitori, rispettivamente Jim Spiwey (3'36"24) e Regina Jacobs (4'03"72) e un rispettoso atto di omaggio anche qui a grandi esclusi. Fra le donne il fantasma del passato Mary Decker Slaney e fra gli uomini i due favoriti, Joseph Falcon, caduto in fase iniziale di gara, e Steve Scott, praticamente ultimo. Anche loro escono dalla comune della notorietà atletica stritolata da questi trials crudeli. [v. 1.] Pearce, vicecampione del mondo vincitore nei 110 hs ai Trials
Luoghi citati: Stati Uniti, Tokyo, Tokyo E'jackie Joiner
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