Pronto il «salvagente» per i debiti della Fedit

Pronto il «salvagente» per i debiti della Fedit Bankitàlia ha autorizzato gli istituti creditori Pronto il «salvagente» per i debiti della Fedit ROMA.La Banca d'Italia ha autorizzato le banche italiane interessate a costituire la società che dovrà rilevare il patrimonio della disciolta Federconsorzi secondo il ruolino di marcia fissato dal cosiddetto «piano Capaldo», cioè dal progetto di «salvataggio» dei creditori ideato dal presidente del gruppo Banca di Roma Pellegrino Capaldo. Le banche fondatrici saranno tutte le maggiori creditrici della Fedit: la stessa Banca di Roma, la Bnl, il San Paolo di Torino, la Comit, il Credit, il Monte dei Paschi, il Banco di Napoli, la Bna, la Cariplo. Ad esse si aggiungeranno altri istituti più piccoli. L'iter dell'operazione prevede adesso l'inserimento del programma nella procedure concorsuale. Gli istituti promotori dell'iniziativa - che per la sua strutturazione giuridico-societaria si sono affidati all'avvocato milanese Mario Casella, uno tra i più quotati civilisti d'Italia - accetteranno la formula del concordato per cessione dei beni che prevede appunto la costituzione di una società tra le banche e i maggiori creditori non banca¬ ri, primi fra tutti il gruppo Eni e la Fiat, «che - rende noto Casella - hanno già dato il loro consenso». Naturalmente i soci della nuova holding dovranno accollarsi l'onere delle garanzie da prestare alla procedura concorsuale - cioè al commissario liquidatore - sulla realizzazione del controvalore dei beni incamerati. «Il nostro intento è quello di qualificare l'iniziativa come rappresentativa dell'intero ceto creditorio», spiega Casella, «introducendo un elemento di collaborazione attiva da parte dei creditori in questa difficilissima procedura. Siamo convinti che questa formula consentirà di elevare i risultati del realizzo dell'attivo», cioè in pratica di incassare più denaro possibile dalla vendita dei beni. La holding, che non ha ancora un nome, nasce come «società di scopo», cioè si scioglierà non appena ultimata la vendita dei beni rilevati. Le banche e gli altri soci parteciperanno alla società pro-quota rispetto al loro credito. La procedura incasserà poco meno del 50% dell'ammontare totale dei debiti, con¬ tro il 73% del valore del patrimonio periziato all'inizio del commissariamento: ma questo valore verrà liquidato immediatamente anziché nel corso degli anni, come accadrebbe con una normale procedura fallimentare. Dalla holding - che avrà un capitale iniziale di 30 miliardi dovrebbero restar fuori le banche straniere creditrici, che hanno preferito intascare subito la loro quota anziché partecipare all'«awentura» di questa valorizzazione patrimoniale. Sul fronte Federconsorzi, comunque, l'attenzione di tutti si concentra sull'atteggiamento che verrà assunto dal nuovo ministro dell'Agricoltura Giovanni Elio Fontana, il quale - proprio per documentarsi sull'intricata vicenda - incontrerà nei prossimi giorni Mario Piovano, nuovo commissario Fedit, a due settimana dall'udienza collegiale al tribunale fallimentare di Roma che dovrebbe spianare la strada verso l'omologa del concordato. Continua intanto l'occupazione della sede Federconsorzi da parte dei dipendenti preoccupati per il futuro del loro posto di lavoro. [s. lue] Già scritto lo statuto Mario Casella «Abbiamo l'ok di Eni e Fiat» Nella foto da sinistra Cesare Geronzi e Pellegrino Capaldo

Persone citate: Capaldo, Casella, Cesare Geronzi, Giovanni Elio Fontana, Mario Casella, Mario Piovano, Pellegrino Capaldo

Luoghi citati: Italia, Napoli, Roma, San Paolo, Torino