Giovanni Goria
Giovanni Goria Giovanni Goria lotta all'evasione e lira stabile Giovanni Goria avrà un atterraggio «morbido» nel suo nuovo dicastero, impegnato come sarà ancora oggi - nella trattativa sul latte alla Cee - a chiudere le pendenze della sua attività all'Agricoltura: diplomatico ma anche decisionista, a seconda delle circostanze, Goria è il volto più familiare dei tre nuovi ministri economici. Ecco alcune sue «frasi celebri». • Settembre '87 «Si fanno troppe chiacchiere: bisogna colpire l'evasione e fare altre cose serie per garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato del Paese e anche la stabilità della lira». O Dicembre '87 «Al mio governo, da quando è nato, viene dedicato praticamente un epitaffio al giorno: situazione non ideale per chi ci lavora dentro. Ogni governo è lo specchio del mondo politico che lo esprime e che non nasce dal nulla: raccoglie eredità buone, cattive, qualche volta occulte». • Maggio '88 «Ci sono tante cose da fare fuori. C'è l'esigenza molto forte di animare il partito. Farei ridere se dicessi che non sarò mai il numero 1 della de». • Giugno '91 L'Abi si è pronunciata per la liquidazione volontaria della Federconsorzi: «E' l'ipotesi più gradita». • Giugno '92 «De Mita faccia una proposta di rinnovamento per la segreteria de, purché non ci proponga un De Mita coi baffi...». • Giugno '92 A Bruxelles sfuma raccordo sul latte: «Me ne vado. Abbiamo dettato le nostre condizioni. Non ci sono più margini e bisogna mostrarlo anche fisicamente».
Persone citate: De Mita, Giovanni Goria, Goria
Luoghi citati: Bruxelles
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