Un panino una birra e un film, ma in tv

Un panino una birra e un film, ma in tv Arriva l'estate e si moltiplicano i cicli cinematografici sulle reti Rai e Fininvest Un panino una birra e un film, ma in tv Stillo schermo il meglio e ilpeggio ROMA.- Il cinema, quasi in vacanza nelle sale, è protagonista come ogni estate delle giornate televisive; Tutte le reti, sia pubbliche sia private, programmano cicli e rassegne, raggruppano titoli e inventano etichette, ripescano e ripropongono. La parola d'ordine è «d'estate si può», ma attenzione, il meccanismo che governa la vita delle sale cinematografiche italiane si riflette perfettamente dentro il piccolo schermo. I film che vengono proiettati d'estate nei pochi cinema aperti si suddividono in due grandi categorie: quelli belli, che fa sempre piacere rivedere, e quelli brutti, che solo nei mesi del grande esodo vacanziero possono essere proposti al pubblico. Stessa cosa, con poche eccezioni, accade in tv: si vede il meglio e il peggio, gli autori immortali, gli attori più amati e l'horror di terz'ordine oppure il western che mai nessuno ha voluto vedere. Non c'è diversità tra il cinema d'elle sale e quello dèlie case. A rendere più difficile la programmazione di film e di cicli in tv contribuiscono molti problemi. Claudio G. Fava, capo-struttura di Raidue, esperto di cinema che nel decennio '70-'80 ha curato seguitissime rassegne dedicate a personaggi come John Wayne, Katharme Hepburn, Humphrey Bogart, spiega che oggi un lavoro del genere sarebbe impossibile: «Mancano i materiali: i film sono divisi tra i magazzini delle varie tv e quindi è molto più difficile mettere in piedi rassegne omogenee». Secondo Vieri Razzini, che si occupa del cinema della terza rete, è anche preoccupante, almeno in casa Rai, il problema dei magazzini che si prosciugano. Ma non basta: la situazione si complica ancor di più con il «consumo dei titoli da parte di Telepiù». Le difficoltà non impediscono comunque la fioritura dei cicli. «Prima - spiega Fava - era un'abitudine Rai, poi la lezione è stata appresa anche dalla Fininvest. Il ciclo serve da promemoria per lo spettatore, ma non solo: in certi casi contribuisce anche a rilanciare un personaggio del cinema». Anche secondo Razzini la rassegna in tv assolve varie funzioni: «E' la stessa cosa che succede con gli scrittori, se leggiamo un libro che ci piace molto proviamo subito la voglia di leggere tutte le altre opere di quell'autore. Il ciclo di film, specialmente quando è dedicato a uno specifico regista, offre allo spettatore questa opportunità. Il risultato è che i linguaggi dei vari autori vengono capiti meglio e diventano quindi più interessanti. La serie permette poi di rivedere e ristudiare». . Su Rd^j spiega ancora Razzini, il cinema soprattutto «di ricerca» e cresta caratteristica contribuisce a dare «riconoscibilità» alla rete: «A un certo punto ci si è accorti che i film su Raitre venivano usati soprattutto come tappabuchi, ma non era quello il modo giusto. Il cinema, anche su Raitre, aveva bisogno di collocazioni fisse: abbiamo creato degli appuntamenti e i risultati, dal punto di vista dell'ascolto, sono stati buoni». Ma quanto è grande nei mesi estivi la platea tv che segue il cinema? «C'è un pubblico spesso anziano, casalingo, non ricco, che rimane a casa e vede i film con piacere - spiega Fava - ma non è facilmente quantificabile perché d'estate l'Auditel riguarda un universo dimezzato. La gente va in vacanza, per di più in blocco, di conseguenza le rilevazioni sulle famiglie Auditel subiscono grosse oscillazioni». Per questo motivo, evidentemente, anche Canale 5 rinuncia a trasmettere d'estate il meglio delle sue scorte cinematografiche: «In autunno e in primavera - dice Massimo Del Frate che si occupa del settore film a Canale 5 - trasmettiamo le nostre prime tv più forti. Il ciclo "Filmissimi'' nella passata stagione ha avuto una media d'ascolto del 24% con punte del 30%». Per Canale 5, che sul cinema ha sempre puntato forte, esiste anche un altro problema: «Da noi il pubblico si aspetta soprattutto le novità, per questo da tempo non programmiamo più film degli Anni 40, 50, 60. Anche il ciclo su Villaggio di quest'estate è datato al massimo '80». Nella storia delle rassegne in tv ci sono anche, naturalmente, le delusioni, dice Del Frate: «Siamo stati costretti ad interrompere una serie di film western: andava male». E non mancano i sogni irrealizzati: «Volevo fare un ciclo sui sommergibili - dice Claudio Fava - ma non ero riuscito ad avere alcuni titoli fondamentali». La concorreva di Telepiù e il materiale che non si trova Alida Valli in «Noi vivi Addio Kira» di Goffredo Alessandrini in versione integrale su Raiuno

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