BRONTOSAURI SOTTO IL TIRO DEI RIBELLI di Igor Man

BRONTOSAURI SOTTO IL TIRO DEI RIBELLI BRONTOSAURI SOTTO IL TIRO DEI RIBELLI UNA scarica di mitra nella schiena ha un valore simbolico anche nel mondo arabo. Ma Ahmed Boudiaf non era un traditore, era soltanto un eroe della guerra di liberazione ripescato in fretta e furia nella naftalina della storia per legittimare il golpe bianco dell'11 di gennaio del 1992. Esattamente cinque giorni prima del secondo turno delle elezioni legislative, il presidente Chadli Benjedid viene costretto alle dimissioni. Perché? Egli sa che dal ballottaggio sarebbero certamente usciti vittoriosi gli uomini del Fis (Fronte islamico della salvezza), ma è convinto che imbarcando i fondamentalisti nel governo, la loro carica eversiva cadrà di colpo mentre l'esercizio del potere finirà col rivelarne la pochezza politica ovvero li maturerà al punto da renderli capaci di trasformare la contestazione in istituzione. (Impresa questa, va detto, nella quale i movimenti di protesta arabi mossi dal propellente religioso non sono finora mai riusciti). Tuttavia l'audace progetto di Benjedid ha un difetto gravissimo: quello di prevedere lo sfratto dei brontosauri della rivoluzione divenuti professionisti della politica e soprattutto dei generali della mitica armata di liberazione. Costoro da insindacabili, e maldestri, amministratori delle ricchezze nazionali (petrolio, gas) si sono trasformati un po' tutti (con le ovvie eccezioni) in cinici manager di incalcolabili ricchezze personali. Il golpe apre un immenso vuoto istituzionale ma generaloni e brontosauri lo riempiono immediatamente con l'Alto comitato di Stato; una sorta di penta-direttorio la cui presidenza viene, appunto, affidata Igor Man CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Ahmed Boudiaf, Benjedid, Chadli Benjedid