Allora è vero, il matrimonio è una camera a gas di Masolino D'amico

Allora è vero, il matrimonio è una camera a gas Al Festival di Spoleto due atti unici (di Villiers e Schnitzler) dedicati alla condizione della donna sposata Allora è vero, il matrimonio è una camera a gas Protagonista Elisabetta Pozzi, bel talento per la commedia leggera SPOLETO DAL NOSTRO INVIATO La Sala Frau ospita la seconda offerta della prosa al 35° Festival dei Due Mondi, due atti unici che parlano entrambi della condizione della donna sposata, l'uno scritto originariamente in francese e verso la fine degli Anni 1860, l'altro in tedesco e durante la Belle Epoque, ossia poco prima dello scoppio della Grande Guerra. Nel primo, «Rivolta», che è del giovane Villiers de liste-Adam, una sposa esemplare ha dato al marito la sua dote, una figlia e quattro anni e mezzo di vita, durante i quali oltre a mandargli avanti la casa e al resto si è talmente impratichita della gestione dei suoi affari, che oltre a fungergli da segretaria gli ha con accorti investimenti triplicato il patrimonio. Una sera allo scoccare della mezzanotte questa perfettissima contabile annuncia al suo signore e padro¬ ne che ne ha abbastanza. Gli consegna i conti, rinuncia come prevede la legge a ogni diritto su dote e figlia, trattiene soltanto un piccolo salario con esclusione dei mesi di gravidanza, e una legittima commissione sugli affari combinati, e gli comunica che lo lascia per sempre; i bagagli sono pronti, una carrozza l'aspetta al portone. E' un fulmine a ciel sereno per il despota, fin qui beatamente ignaro della sua sopraffazione. Costui smania, farfuglia, finalmente, vittima di un colpo apoplettico, si abbatte. La donna se ne va, ma per tornare di lì a poco, scarmigliata (fuori diluvia). In realtà l'esperienza matrimoniale l'ha talmente prosciugata, che da libera non sa cosa fare di se stessa. Così eccola rassegnarsi e riprendere il suo posto accanto al sordido coniuge, che nel frattempo si è riavuto. «Baccanale» di Arthur Schnitzler era il secondo testo di una trilogia dedicata alla cosid¬ detta commedia dell'amore, ossia alle ipocrisie dei rapporti sentimentali, e si svolge in una stazioncina, dove due amanti aspettano l'arrivo del marito di lei, un noto commediografo, da un buen ritiro dove oltre a comporre ha notoriamente coltivato una relazione illegittima. Gli amanti vorrebbero esporre all'uomo la loro intenzione di partire insieme ma costui, che ha mangiato la foglia, riesce facilmente a confonderli con la sua dialettica, e alla fine di un confronto tutto giocato sull'ironia e sul non detto si tiene la moglie e si sbarazza del rivale, ovviamente senza sognarsi di modificare le proprie abitudini. Diversa la resa scenica dei due lavori, forse anche per le scelte di chi li ha allestiti. Al Villiers, che ha una sua balzacchiana forza legata al Moloch denaro, ma che è troppo lungo (70', potevano essere la metà) e ripetitivo, la regista Cristina Pezzoli ha impresso un ritmo lento e un tono pe- santemente melodrammatico, con rintocchi di pendola, scrosci di temporale e seggiole rovesciate; e l'interprete principale Elisabetta Pozzi accentua il contrasto fra i tre volti del suo personaggio, sorridente come un robot all'inizio, freddo e determinato a metà, e sconvolto alla fine, con un compiacimento che finisce per sottolineare certi difetti drammatici della scrittura. In particolare il suo oppositore, che è il bravo Piero Di Iorio, con un pizzetto da cattivo, deve passare minuti e minuti ad ascoltarla impalato, senza sapere che pesci pigliare. Molto più brillante il secondo pezzo, ravvivato comicamente dalla presenza di due spassosi comprimari, Carla Manzon come una burbera capostazione e Emanuele Vezzoli come il fatuo amante predestinato alla sconfitta. Qui la Pozzi, in un attraente vestito di Nana Cecchi, fa apprezzare un talento per la commedia leggera che dovrebbe sfruttare più spesso; e Di Iorio si diverte a fare il deus ex machina. Arguta, nell'economia della produzione, anche la scena di Tobia Ercolino, che in precedenza aveva dato a Villiers un interno soffocante rosso cupo; finale in crescendo, con risveglio del pubblico e applausi a tutti. Repliche fino al 2 luglio. Masolino d'Amico Ellsabetta Pozzi protagonista dei due atti unici a Spoleto. L'attrice dovrebbe sfruttare più spesso il suo talento per la commedia 35* SPOLETO FESTIVAL

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