Jackson prigioniero nel Paese dei Balocchi di Marinella Venegoni
Jackson prigioniero nel Paese dei Balocchi Monaco, 70 mila persone al debutto mondiale del tour Jackson prigioniero nel Paese dei Balocchi MONACO PI BAVIERA DAL NOSTRO INVIATO Ma quale cattivo, ma che pericoloso. Michael Jackson è soltanto prigioniero degli effetti speciali. Curiosamente, il «Dangerops World Tour» ripercorre in gran parte le danze, le canzoni, i numeri e le magìe che abbiamo visto nel tour precedente di «Bad», e riserva un'unica grande sorpresa, un botto finale che vale tutta la serata. Mentre sfuma la musica di «Man In The Mirror», egli indossa sul palco una tuta e un casco bianchi, si mette sulle spalle a mo' di zaino un motore bianco stile «2001 Odissea nello spazio» e vola letteralmente via; passa sopra le teste della gente e atterra con precisione nell'area del backstage dell'Olympic Stadium, scomparendo di corsa sotto un tunnel. Siamo in zona Disneyland, reparto Adventureland. S'intravede un mondo nuovo dove posteggiare non sarà più un problema. Peccato che, durante i maneggi per la partenza a razzo (governata non senza apprensione, sul palco, da dodici tecnici in tuta nera) il nostro Michael compia alcuni movimenti sospetti: si nasconde dietro uno scatolone sospeso in un angolo come una quinta, e col nostro cannocchialino vediamo bene i suoi piedi bianchi scappare via, sostituiti da altri non suoi. Insomma, chi vola è una controfigura. Particolare misero, che nulla toglie alla sorpresa: gli «oh» di 70 mila persone hanno salutato lo straordinario finale del debutto mondiale del tour qui a Monaco, coronato da un grandissimo successo. Michael Jackson volerà in Italia sabato prossimo 4 luglio al Flaminio di Roma e il 6 e 7 allo stadio Brianteo di Monza; per l'ultima data, ci dice Zard, ci sono ancora 7 mila posti disponibili. Portate i vostri bambini. Si divertiranno. Perché, mentre con i video finto osé e con i (più rari) toccamenti osceni fa l'occhiolino al mondo adulto, il trentatreenne Michaelino ha consolidato la sua decisione di vivere nel mondo dei bambini. Il mercato più redditizio che ci sia. E infatti la sua idea di infanzia ci rimanda agli spot tv («Bevete Pepsi»), ad un gigantesco Paese dei Balocchi elettronico dove non c'è neanche l'ombra di Mangiafuoco in agguato: verso la fine dello show, quando canta «Heal The World», la canzone omonima della Fondazione creata per aiutare i bambini, un gigantesco mappamondo di gomma si gonfia al centro della scena, e una trentina di pargoli pittoreschi, di varie razze, per mano fanno il girotondo; l'effetto spot Benetton prima maniera è immediato. Michaelino sembra condividere il parere della critica, che ha tartassato «Dangerous». Soltanto 5 dei 14 brani dell'album trovano posto nello show; apre «Jam» e in «Will You Be There» (che secondo Al Bano sarebbe la sua «I Cigni di Bakkala») dove si canta di un angelo, in un tripudio di cori gospel scende dall'al- to una fanciulla in rosa con un gran paio d'ali; un'americanata per nulla ironica, che ci fa desiderare l'atterraggio immediato del genio di Prince. Per il resto, pur nella magnificenza d'uno spettacolo miliardario, fra botti, maxischermi, pareti luminose e palco mobile che sale e scende senza sosta, Jackson ripete spezzoni del suo spesso glorioso repertorio, cui è stata però impressa una sorta di robotizzazione ritmica, che mette gli altri strumenti in secondo piano. Circondato da 4 coristi e ballerini, addosso un body dorato su pantaloni di pelle nera, appare instancabile nei movimenti di danza. «Smooth Criminal» è come la conosciamo, gigantesche ombre dietro i teli bianchi; in «I Can't Stop Loving You» s'azzarda a mettere una mano sulla coscia della corista; «Billie Jean» dilata il classico cono di luce e vede il trionfo del suo virtuosismo di ballerino con l'osannata Moonwalk; in «Beat It» scompare sotto un telone per riapparire da un'altra parte e salire poi sopra una gru che si sposta sulle teste del pubblico: anche questo già visto. Solo l'epica «Thriller» è reinventata con un divertente balletto di scheletri. Disegnando lo show come passerella di classici, Michaelino si offre da personaggio immutabile, si sposta sempre più dall'area musicale (dove attraversa un momento delicato) a quella squisitamente spettacolare: anche i video si integrano con la performance, come «Black Or White» che s'inizia con il bambino terribile Macaulay Culkin mentre spara watt addosso ai genitori: «Mangiatevi questi». Nella parentesi dei classici Motown, Jackson saluta i fratelli e sui maxischermi passano filmati del passato. Una famiglia canterina con un bambino prodigio bello scuro, con nasone e labbroni: adesso ha la pelle grigia, la guancia cadente e sarebbe da arrestare il chirurgo che gli ha conciato quel nasino finto e le labbra alla Liz. Marinella Venegoni Michael Jackson in zona Disneyland
Persone citate: Billie Jean, Macaulay Culkin, Michael Jackson, Motown, Zard
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