Oltremanica, ritmi made in Japan di Renzo Villare

Oltremanica, ritmi made in Japan Oltremanica, ritmi made in Japan Produttività Nissan ma con operai usa-e-getta SUNDERLAND DAL NOSTRO INVIATO La marcia del Giappone sull'Europa non si ferma e l'industria nipponica dell'auto, con importazioni contingentate per l'accordo Cee-Tokyo, si fa largo dall'interno. Mentre le polemiche sull'intesa di Bruxelles continuano e gli industriali europei non si dichiarano soddisfatti, le Case del Sol Levante continuano nel loro accerchiamento. La Gran Bretagna, autentica portaerei giapponese al largo del Vecchio Continente, vede aumentare l'impegno dell'auto gialla. I transplant, ossia le fabbriche di montaggio di Honda, Toyota e Nissan si rafforzano e moltiplicano le loro produzioni. La Honda, nel suo stabilimento di Swindon, potrà arrivare, a fine secolo, a costruire annualmente 480 mila vetture, la Toyota, nelle sue fabbriche di Burnastone e Deeside 240-250 mila, la Nissan a Sunderland 400 mila. E' proprio la Nissan l'esempio più recente di questa strategia d'assalto. Il secondo Gruppo automobilistico giapponese, con una produzione di oltre 3 milioni di automobili nel '91, è il primo nelle vendite in Europa fra le Case nipponiche, con oltre 530 mila unità. Ha sempre creduto nella possibilità di espansione nei Paesi europei e da anni ope- ra, con successo, per rafforzare le proprie posizioni, con una rete commerciale di 3900 concessionarie. Il suo caposaldo si chiama Sunderland, il transplant realizzato vicino a Newcastle, cui si è aggiunto recentemente il moderno centro tecnologico di Cranfield, sempre in Inghilterra. Siamo stati recentemente allo stabilimento di Sunderland dove si monta la Primera, una vettura appartenente al segmento D, con motori da 1600 e 2000 ce, e dove è iniziata la costruzione della Micra, un'auto appartenente alla categoria delle Uno, Clio, ecc. La Primera viene già venduta in tutta Europa e da fine anno sarà la volta della Micra. Nel '93 dovrebbero uscire dalle linee di montaggio di Sunderland 130 mila Micra e 140 mila Primera: «Ma se fosse necessario - fanno capire alla Nissan - la capacità dell'impianto potrebbe arrivare a 300 mila unità». A Sunderland ciò che maggiormente colpisce è il ritmo di lavoro, a volte addirittura frenetico. I responsabili dello stabilimento - principalmente inglesi come lo è la manodopera, 4600 a fine anno - non cercano di nasconderlo. «La Nissan in Giappone ha dei parametri di lavoro che sono stati trasferiti qui», precisando che «l'impegno è di raggiungere uno dei livelli più elevati di produttività e qualità». E sembrano riuscirci benissimo. Sono 77 le auto costruite in un anno da ogni addetto alla produzione, che scendono a 60 se si calcolano tutti i dipendenti. E' una media elevatissima, che non ha riscontro in nessuno stabilimento automobilistico mondiale, Giappone escluso. I dirigenti precisano che «una delle carte vincenti dell'impianto è proprio nella forza lavoro, altamente qualificata e realmente motivata». A Sunderland il personale, è articolato in 120 squadre, formate da 20 persone che «rappresentano il nucleo della strategia produttiva della Nissan in Inghilterra». Lo stabilimento è poco automatizzato e molte operazioni vengono eseguite in modo quasi artigianale «a vantaggio della qualità del prodotto». Il turnover è comunque tra il 6 e il 7%, elevato se si tiene conto della giovane età della manodopera. A Sunderland non esiste assenteismo e tanto meno agitazioni sindacali. In p^ iduzione le ore settimanali di lavoro sono 39 divise su 5 o 4 giorni, a seconda se il turno è diurno o notturno, il guadagno medio è tra 11.500 e 13.000 sterline l'anno, cui si aggiunge un premio del 16% per gli addetti alle linee di montaggio. Il contenuto europeo delle vetture che escono da Sunderland è dell'80 per cento e quindi si tratta di «un prodotto europeo a tutti gli effetti che, come tale, può circolare liberamente nella Cee». La capacità produttiva a fine secolo dei transplant sarà di 2 milioni di veicoli l'anno che, secondo i giapponesi, non sarebbero quindi soggetti e** alcun vincolo. Questa teoria non trova d'accordo molti importanti costruttori Cee, fra cui Robert Eaton, oggi alla Chrysler ma fino a ieri responsabile della Gm Europa, il quale aveva dichiarato che «se gli Usa sono stati terreno di battaglia dell'industria automobilistica giapponese negli Anni 80, l'Europa lo sarà in quelli 90», alludendo chiaramente al pericolo dei transplant. Una battaglia che per gli Usa ha significato la perdita di oltre 350 mila posti di lavoro e che non si presenta facile per l'Europa. Renzo Villare II premier britannico John Major Il suo governo ha favorito l'ingresso in Gran Bretagna dei produttori giapponesi

Persone citate: John Major, Robert Eaton, Sunderland