Attenti alle truffe dei tassi d'interesse di Mario Salvatorelli

Attenti alle truffe dei tassi d'interesse I NOSTRI SOLDI Attenti alle truffe dei tassi d'interesse VREI piacere che mi JL JLrendesse chiaro il concetto di "tasso d'interesse equivalente", utilizzando questo esempio: prestito di 15 milioni di lire, da restituire in 5 anni in rate mensili di 367 mila lire al mese», domanda la signora CO. (lettera firmata), di Torino. Il numero di rate indicato, moltiplicato per l'importo di ciascuna, mi dà un totale di 22 milioni 20 mila lire, che corrisponde, e cioè «equivale», a un tasso d'interesse annuo del 17,55%. C'è anche chi preferisce affermare (ad esempio qualche annuncio pubblicitario) che prestiti come il suddetto vengono concessi a un tasso del 9,36%. A questo tasso si arriva sottraendo dai 22 milioni e rotti del rimborso i 15 milioni dati in prestito, e considerando la cifra che ne risulta - 7 milioni 20 mila lire - , divisa per 5 (i cinque anni di durata del rimborso), e cioè 1 milione 404 mila lire, come l'interesse annuo del prestito, a un tasso, appunto, del 9,36%. Questo sarebbe vero, però, se i 22 milioni li restituissi tutti insieme alla fine dei 5 anni. Ma, congegnato in questo modo, è un falso, uno specchietto per le allodole, perché le rate mensili scattano subito, a un ritmo di ben 4 milioni 404 mila lire l'anno. «Sono una lettrice che segue con interesse la sua rubrica e ho notato che parla sempre di titoli di Stato, mai di altre forme d'investimento. Le sarei grata, quindi, se mi spiegasse: 1 ) che differenza passa tra Ecu ed Eurolire; 2) se un investimento in Eurolire ha qualche vantaggio rispetto ad uno in lire comuni, e se, alla sua scadenza, il rimborso può variare secondo qualche cambio rispetto alle lire, oppure l'importo è sempre uguale a quello della sottoscrizione. Ho chiesto in banca, ma sono stati poco chiari». Prima di dare le richieste e, spero, chiare spiegazioni alla gentile signora C.M. (lettera firmata), di Torino, mi sia concesso difendermi dall'accusa di avere una specie di «fissazione» per i titoli di Stato. Quest'anno, in cui riconosco di aver dato molto spazio ad essi (inutile dire che si è parlato più del solito di debito pubblico), mi risulta (dal nostro amico archivio) che su 20 rubriche (21 con la presente) pubblicate, 13 si occupavano di altri argomenti. Ora, dall'ultima Relazione della Banca d'Italia sappiamo che le famiglie, al 31 dicembre 1991, avevano 691 mila miliardi di lire investite in titoli di Stato, pari al 28,3% del totale delle loro attività finanziarie, ma al 37% di quelle che si possono considerare «investimenti», veri e propri. Infatti, se dal loro totale di 2 milioni 442 mila miliardi di lire si escludono, ovviamente, il denaro contante, i conti correnti 1 bancari (che sono un'area di il parcheggio del denaro), i fondi di quiescenza e simili (che sono un risparmio rinviato al futuro), rimangono 1 milione 836 mila miliardi circa, di cui i titoli di Stato costituiscono il 37,6%. E, 8 rubriche su 21 sono, appunto, il 38% del totale. Mi pare, dunque, di essere stato in regola con la distribuzione dello spazio dedicato «ai nostri soldi». Per venire, ora alle domande della signora C.M., rispondo che tra Ecu ed Eurolire c'è poco di comune, se non la «matrice» europea. L'Ecu è detto comunemente «scudo» per la stretta somiglianza, «fonica» soprattutto, con lo scudo (écu), vecchia moneta francese (ma, pronunciarlo con la «u» stretta non ha senso). In realtà Ecu è la sigla di tre parole inglesi: European Currency Unit, Unità monetaria europea, una moneta, appunto, convenzionale, istituita nel 1979, con la nascita del Sistema monetario europeo, ed usata, sempre più largamente, nelle relazioni commerciali internazionali e per le emissioni obbligazionarie sui mercati finaziari. In sostanza, è una moneta-paniere, perché «contiene» le monete dei Paesi della Comunità, in quantità e pesi corrispondenti (si fa per dire) alle dimensioni economiche di ciascun Paese e ai rapporti di cambio tra le monete nazionali. Attualmente sui mercati delle valute il cambio dell'Ecu con la nostra moneta è di 1551-1552 lire. (Tra parentesi, aggiungerò che è di circa V1,4% più caro, a sfavore della lira, rispetto alla fine del 1988, cioè, 1 Ecu si è assai poco «rivalutato» in tre anni e mezzo, come sottolineavo già lunedì 27 aprile, su questa rubrica, occupandomi, in via «eccezionale» di un argomento diverso dai titoli di Stato). L'Eurolira, invece, è la lira normale, quando con essa vengono denominate le «eurobbligazioni» emesse sui mercati finanziari europei. Quelle di organismi internazionali, come la Bei (Banca europea per gl'investimenti) e la Birs (Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo), hanno il vantaggio di essere esenti da imposte, ma sono generalmente emesse a interessi lievemente inferiori alle altre, pure in eurolire, ma che le imposte le pagano. Quanto al cambio, non ha alcuna influenza sul rimborso, a differenza, per esempio, delle obbligazioni in Ecu, le quali sono emesse e poi rimborsate ai rispettivi cambi lira-Ecu del giorno. Mario Salvatorelli elli

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