Padre Boff si ribella «lascio il sacerdozio»

Padre Boff si ribella «lascio il sacerdozio» Lanciò la Teologia della Liberazione Padre Boff si ribella «lascio il sacerdozio» In una lettera attacca il Vaticano «Non ha il monopolio del Vangelo» CITTA' DEL VATICANO. Leonardo Boff lascia: il cinquantatreenne teologo francescano ha annunciato ieri con una lettera aperta la sua decisione di abbandonare il sacerdozio, per continuare, come laico, l'attività di scrittóre. Il famoso teologo, che ha legato la sua fama al periodo di massimo fulgore della «Teologia della Liberazione», ha già avvertito i superiori dell'ordine dei Frati Minori, a cui apparteneva; ha abbandonato la sua residenza a Petropolis, una città a 66 chilometri da Rio, per trasferirsi in un appartamento della capitale carioca, a «Alto de Boa Vista». Con questa decisione il teologo riprende in pieno la sua libertà di studioso e di scrittore, anche polemico, nei confronti della Chiesa ufficiale. Un divorzio che ha conosciuto tappe successive, a partire dai primi Anni 80, quando la casa editrice «Vozes» di Petropolis ha pubblicato il libro più discusso di Fra Leonardo: «Chiesa, carisma e potere». Il volume, che conteneva il risultato di quindici anni di attività di studio e di ricerca, entrò subito nel mirino della Congregazione per la Dottrina della Fede, ex Sant'Uffizio. E comincia in quegli anni il duello fra Boff e il card. Joseph Ratzinger; una battaglia che conduce il francescano a subire un anno di silenzio, e la casa editrice «Vozes» a essere sottoposta a un controllo molto severo. Nei primi anni di battaglia, con l'appoggio della Chiesa brasiliana, Leonardo Boff è riuscito a evitare che le maglie della Congregazione si stringessero in maniera troppo soffocante sulla sua attività. Ma il mutamento degli equilibri all'interno della Conferenza Episcopale brasilia- I teologo Leonard na gli hanno reso sempre più difficile continuare a lavorare. Adesso, dopo il silenzio, rotto solo da una lettera di qualche mese fa per lamentare l'adozione di misure repressive nei confrotni della casa editrice Vozes, Boff può permettersi di uscire sbattendo la porta. Scrive «alle compagne e ai compagni di cammino e di speranza», e confessa di essere «stanco di sopportare la maldicenza di quei settori sociali che trovano nel cristianesimo tradizionale un alleato nel mantenimento dei loro privilegi con il pretesto della conservazione dell'ordine». Il teologo af- ferma nella «lettera aperta» di non potersi più sottomettere al controllo sempre più severo delle gerarchie vaticane, e critica l'organizzazione della Chiesa, «che crea e riproduce più diseguaglianza di quanto autorizzi l'utopia fraterna ed egualitaria di Gesù e degli Apostoli». E' un «j'accuse» in piena regola a Roma, e naturalmente, alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Leonardo Boff ricorda le sue vicissitudini, il «processo» subito in Vaticano, e afferma che «vi sono limiti invalicabili: il diritto, la dignità e la libertà della persona. Chi si piega sempre, finisce curvo e disumanizzato». «La Chiesa gerarchica non detiene il monopolio dei valori evangelici, né l'ordine francescano è l'unico erede di San Francesco di Assisi - ha scritto ancora nella sua «lettera aperta» Leonardo Boff -. Esistono ancora una comunità cristiana e un torrente di fraternità francescana nel quale mi potrò collocare in giovialità e libertà». Marco Tosarti I teologo Leonardo I teologo Leonardo

Persone citate: Boff, Joseph Ratzinger, Leonardo Boff

Luoghi citati: Assisi, Citta' Del Vaticano, Rio, Roma