Mitterrand tra le bombe di Sarajevo di Enrico Benedetto

Mitterrand tra le bombe di Sarajevo Passeggiata in giubbotto antiproiettile, nella notte i serbi consegnano l'aeroporto all'Onu Mitterrand tra le bombe di Sarajevo Colpito l'aereo presidenziale, riparte in elicottero PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ore 17. Giubbotto antiproiettile indosso, Francois Mitterrand sale in elicottero tra il fuoco delle milizie serbe che gli hanno appena messo fuori uso l'aereo presidenziale, e lascia Sarajevo. Nella capitale bosniaca tramortita dalla guerra, ha trascorso 360 minuti giusti, con un blitz «umanitario» che lascia l'amaro in bocca a qualche partner (Bonn in particolare) ma raggiunge - almeno sembra - l'obbiettivo: far riaprire l'aeroporto, canale primario per rifocillare una città (350 mila persone) alla fame dopo 3 mesi di un assedio che conta già oltre 1300 vittime. Chiuso ormai da settimane, già oggi dovrebbero atterrarvi alcuni Transall dell'Armée con viveri e medicinali. Lo stesso Mitterrand e il responsabile canadese del contingente Onu, generale Lewis Mac Kenzie, hanno trattato a lungo la riapertura, nel pomeriggio, con gli autonomisti serbi. Risultato positivo: in serata la Tanjug riferisce che i serbi hanno consegnato lo scalo ai caschi blu, alla condizione che sia usato solo per il transito di aiuti umanitari. «Bisogna tenerlo sgombro, in un modo o nell'altro» annuncia con fermezza Mitterrand. «Se mancherà l'accordo tra le parti i soccorsi internazionali potranno svolgersi sotto copertura militare». Parigi, insomma, mal sopporta le pilatesche indecisioni europee. «Volevo aprire una breccia. Ho visto l'inaccettabile, una popolazione prigioniera, sottoposta a tiri assassini. Provo un immenso sentimento di solidarietà» esclama Mitterrand. Nessuno lo sapeva ancora qualche ora fa, ma dietro l'iniziativa si nasconde Bernard-Henry Lévy. L'ex nouveau philosophe, reduce da un incontro con il numero uno bosniaco Aljia Izetbegovic, si è fatto ricevere in settimana all'Eliseo, cui ha rimesso l'appello presidenziale. «Gli ho detto che a Sarajevo '92 rivive il Ghetto di Varsavia. Mitterrand mi è parso colpito» spiega Lévy su «Tfl». Parigi - cui non solo i croati rimproveravano finora tendenze filo-serbe - inizia a me¬ ditare un'iniziativa estemporanea. «Credo nella forza simbolica degli atti» dichiarava ieri Mitterrand, soggiungendo, la soddisfazione negli occhi: «Improvviso spesso». «Nessuno era al corrente salvo me, e forse neanch'io». Sabato sera, in Portogallo, il Presidente avvisa la delegazione francese in zona Cesarmi, ma tace con gli Undici (Kohl incluso) salvo una confidenza per Mario Soares ormai sulla strada verso l'aeroporto. L'Europa sta a guardare. Mitterrand vola dritto in Jugoslavia senza l'ombra di mandati o missioni esplorative Cee. «Ne ammiro il coraggio, rimarchevole con la sua età» (76 anni) commenta da Londra John Major. Il segretario Onu BoutrosGhali si associa ai complimenti. Acida, Bonn esprime «sorpresa». I giornalisti francesi anche. Tappa notturna a Spalato causa impraticabilità dello scalo bosniaco. Lo accoglie un incredulo ministro croato: «Sì, sono testardo. Dormire a terra, l'ho fatto spesso. L'Eliseo rischia di rammollirmi. Così ringiovanisco». Con lui Bernard Kouchner, ministro per l'Azione umanitaria. Sbarcano entrambi a Sarajevo in elicottero, il mattino dopo. Un secondo velivolo è toccato dalle raffiche serbe. Nessuna cerimonia. Un blindato Onu sostituisce l'auto ufficiale, troppo rischiosa, e Mitterrand raggiunge la Presi¬ denza. Nel banchetto ufficiale gli servono vitella alle ortiche. Non è una prelibatezza da gourmet, ma l'unica verdura che ancora circoli sulle tavole locali. Quindi gira a piedi una città-fantasma, calpestando vetri e rovine. «Sei la nostra speranza» grida qualcuno tra la folla. In ospedale, ritrova gli orrori di Beirut '83, che visitò durante un tour lampo molto simile all'odierno. Poi, tra le felicitazioni, il commiato. Alle 20 era di ritorno in patria. Dove anche gli avversari come Giscard appoggiano questo «coup de théàtre». Salvo Le Pen che ne denuncia il «bluff». Enrico Benedetto Il presidente francese Mitterrand per le vie di Sarajevo in mezzo a bosniaci che lo salutano brandendo i mitra (FOTO ANSA]