Tangenti, psi all'offensiva per Parini di Ugo Bertone
Tangenti, psi all'offensiva per Parini Il segretario regionale oggi in carcere avrà il confronto decisivo con il giudice Di Pietro Tangenti, psi all'offensiva per Parini Tutto il partito con lui: è innocente Gerosa: non creiamo un altro Tortora MILANO. «Vuoi la mia sensazione? Craxi, finita la partita del governo, adesso si scatenerà». Parla così Carlo Lesca, socialista, segretario della Camera del Lavoro. No, non è un membro della nomenklatura del garofano. Ma l'arresto di Andrea Parini («E' un bravo ragazzo - spiega -, uno che alle spalle ha una storia di grande dignità») Lesca non lo manda giù. «Perché Craxi è imbufalito? Forse perché Andrea è considerato da tutti una bravissima persona». Parla così Daniela Ferré, assessore a palazzo Marino, già segretaria cittadina del «garofano» prima dell'avvento di Bobo Craxi. Insomma, Di Pietro ha colpito l'ultimo pupillo di Bettino... «Qualcosa di più di un pupillo - ribatte la Ferré -. Andrea era un investimento, l'ultimo in ordine di tempo. Ecco, dovremmo essere nella testa di Bettino per capire appieno la sua rabbia. Ma è un fatto che lui era molto affezionato ad Andrea e che tutto il partito ci contava su quel ragazzo». Insomma, non è successo per i ministri in carica, o per i compagni di vecchia data. Ma per l'Andrea, sì. «Se non mi citi confessa un funzionario socialista - ti spiego io il perché. Sugli altri arrestati si possono nutrire dubbi, ma su Parini no: mi sembra incredibile». «No - aggiunge Lesca - non è solo Bettino a essere furente. Venerdì in direzio- ne telefonava un po' tutt'Italia. Lo conoscono in tanti Andrea, sanno come vive». Monta la rabbia psi nella terra di Tangentopoli. In tanti accantonano, per ora, le ansie di rinnovamento e, almeno per un momento, ritrovano lo spirito di bandiera. Prima di rifare il partito, si dice, bisogna evitare che venga azzerato. E se ci fanno fuori gente come l'Andrea, è il ragionamento del «garofano», che rinnovamento possiamo fare? Non è stato lui a spiegare ad Amato, già commissario psi per Milano e provincia, che, su 60 sezioni del partito sulla carta, solo 20 funzionavano per davvero? Non è stato lui, prima del 5 aprile, a metter nero su bianco le accuse contro «l'arroganza e l'antipatia di alcuni dirigenti?». Non sono in tanti ad aver inviato rapporti del genere in via del Corso, e adesso ce lo mandano in galera... «Carcere, un uso abnorme» recita il titolo del commento di Dino Felisetti sull'«Avanti». E Bobo Craxi torna a farsi sentire. «Condivido - dice - al cento per cento le critiche di Acquaviva. Anche se devo dire che il partito è sì in difficoltà ma non siamo all'8 settenbre, come qualcuno vorrebbe». «Su Parini - dice l'ex senatore Guido Gerosa - ci metto la mano sul fuoco». E Gerosa ha lanciato il messaggio più battagliero. «Attenti - ha scritto - a non crea¬ re un nuovo caso Tortora...». Che cosa intendeva dire, Gerosa? «Mi sono ricordato le fasi iniziali del caso Tortora, quando gli si dava del drogato, del colpevole che aveva infranto la legge. No, non mi voglio sostituire alla magistratura, magari mi sbaglierò ma...». Ma? «Conosco Parini da quando era segretario dei giovani. Leggo che ha giurato sulla sua innocenza, che ha dichiarato di non saper nemmeno dove sia la discarica per cui avrebbe ricevuto una tangente. E mi ricordo del caso Tortora». Andrea Parini, segretario riconfermato del psi lombardo, 41 anni, un po' troppo grigio, un po' troppo grasso, diventa così un caso, l'occasione per una possibile controffensiva dal fronte socialista. Eppure quel funzionario dallo sguardo liquido, segretario in carica dal fronte di San Vittore (non capitava dagli anni della Resistenza) non ha certo il fisico e la tempra, in apparenza, del leader. La sua storia? Una lenta ascesa, corrente dopo corrente, nel psi dal '69 (lui entra nel partito a 18 anni) ad oggi: prima demartiniano, poi fedelissimo della sinistra con Dragone (leader delle coo¬ perative), infine con Craxi. Secondo alcuni (ma la notizia è controversa) il tragitto dalla sinistra all'autonomia craxiana è preceduto dalla militanza nelle file di Pillitteri. Quel che è sicuro è che dall'87 Parini, segretario a Como prima e dell'intera regione poi, è un craxianc di ferro, capace di portar la croce, in questi mesi, tra dibattiti televisivi, agitate riunioni tra compagni e le prime, difficili serate del festival dell'Avanti (se non si fosse messo di mezzo Di Pietro sabato sera sarebbe comparso alla festa di Arcore, poco lontano da villa Berlusconi). Il destino ha voluto che a lui, proprio a lui toccasse il ruolo di vittima ( o di colpevole?). Tra oggi e domani, a San Vittore, Parini dovrà affrontare l'esame Di Pietro, finora (quasi) sempre vincitore. Fuori, il psi e Craxi in persona guardano a lui come a una sorta di ultima spiaggia. Finalmente, sui cieli di Tangentopoli non ci sono diversivi: né le elezioni, né il Quirinale o Palazzo Chigi. E sarà duello aspro e all'ultimo sangue: «Purché conclude la Ferré - questo clima non danneggi Andrea». Ugo Bertone m wm li segretario del partito socialista di Milano, Bobo Craxi, e a destra l'ex senatore Guido Gerosa La manifestazione di ieri pro-Di Pietro e, a sinistra, Andrea Parini, segretario regionale del psi finito in carcere
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