Con un papà di scorta anche la famiglia è salva di Furio Colombo

Con un papà di scorta anche la famiglia è salva BNTANTO IN AMERICA Con un papà di scorta anche la famiglia è salva INEW YORK L vicepresidente degli Stati Uniti, Dan Quayle, sta lanciando nella campagna elettorale delle accuse che a lui sembrano dirompenti. Sta dicendo che gran parte del male sociale e urbano che ha fatto irruzione nelle cronache americane è dovuto alla crisi della famiglia. E che la soluzione si può trovare soltanto «tornando ai valori tradizionali». E' molto difficile dire in che cosa consistono i valori tradizionali, se si pensa agli orfanotrofi narrati da Dickens e alle infanzie disperate che troviamo nei libri di James Baldwin, di Richard Wright, di J. D. Salinger. Certo, vi sono statistiche per sostenere la tesi del vicepresidente, il 35 per cento dei bambini americani ha un solo genitore, di solito la madre. E spesso quella madre è una adolescente abbandonata col suo bambino in qualche angolo dei quartieri a rischio d'America. Ma il tema della famiglia, e del rapporto adulti-bambini è uno dei più dibattuti nella vita americana, uno di quelli che non smettono mai di attrarre l'attenzione, di fare notizia. E proprio nel Paese nel quale si racconta la morte della famiglia, quella strana e misteriosa istitu- zione torna a rinascere con una vitalità sorprendente, anche se non sempre sembra ispirata «ai valori tradizionali». C'è un problema? Sembrano dire la maggior parte degli americani. Risolviamolo, invece di fare un convegno. Penso al diffusissimo fenomeno (stavo per dire «istituzione», ma sarebbe la parola sbagliata) della «foster tamily». «Foster parent» è qualunque adulto che provvisoriamente accetta di ospitare un bambino che non ha una casa o un letto. Il più delle volte è una famiglia regolare, che ha già altri bambini. Ma in caso di necessità, anche una sola persona, se dà affidamento, va bene. E' facile immaginare quanti problemi provochi una famiglia istantanea di questo genere. Ci sono storie tristi, e qualche volta ci sono storie di maltrattamenti e brutalità. Ma se andate a vedere le statistiche disponibili fra i gruppi che si occupano di affidamento dei bambini, le «foster family» il più delle volte funzionano. In ogni città giudici e personale dell'assistenza sanno di poter contare su un certo numero di persone che, in caso di necessità, sono pronte a dare una mano per non lasciare bambini per la strada. E infatti, a parte il problema (grave, ma limitato nel numero) degli adolescenti che scap- pano di casa, si nota subito che in America non esistono bambini vagabondi, a meno che appartengano a nuclei famigliari che hanno perso la casa. Accanto a questa forma di pronto soccorso, che in molti casi si trasforma in un legame profondo, stanno nascendo due nuovi tipi di famiglia, quello del monogenitore volontario, fra cui vi sono ormai molti padri, giovani, meno giovani, di mezza età, che riescono a iavorare, a prendersi cura dei figli, portandoli anche in fabbrica o in ufficio. E quello delle famiglie con due madri o con due padri, perché il secondo genitore, che ha scelto di dividere la vita col genitore naturale, è dello stesso sesso. Dice Betty Fridan: «L'importante è che intorno a un bambino ci sia almeno un adulto. Meglio se più di uno». Il fatto più interessante è che coloro che si sono occupati del nuovo fenomeno - giornali, tribunali, assistenti sociali, esperti - dichiarano che funziona, dicono che c'è affetto, c'è protezione, c'è la routine di qualunque buona casa. Fra i valori tradizionali uno si salva, l'amore. E la famiglia continua. Furio Colombo

Persone citate: Betty Fridan, Dan Quayle, Dickens, Foster, James Baldwin, Meglio, Richard Wright

Luoghi citati: America, Stati Uniti