Oggi si pedala anche per Farouk

Oggi si pedala anche per Farouk CICLISMO A Olbia per il campionato italiano, i ciclisti pensano al bambino sequestrato Oggi si pedala anche per Farouk Bugno: vorrei vincere e poi portare ai banditi OLBIA DAL NOSTRO INVIATO Vedi com'è il ciclismo. Che cosa conta, in molti altri sport, se non in tutti, un campionato italiano? A mala pena interessa un europeo. O ci si batte per una corona mondiale o si squaglia l'interesse. Qui, la maglia tricolore vale. Mancano pochi giorni all'inizio del Tour, eppure a questo traguardo dedicano le loro massime attenzioni capitani che aspirano alle grandi imprese e comprimari a caccia di un distintivo che per un anno nobiliti la loro condizione di gregari: sono un dipendente, un sottoposto, però campione d'Italia. Bugno dovrebbe difendere il suo titolo. «Dovrei ma non avanzo candidature. Il numero uno è Furlan, in questo momento è fortissimo, imbattibile. E poi non mi va, non mi sento di parlare di ciclismo, sono angosciato, ossessionato dalla storia di questo bambino sequestrato. Vorrei vincere per parlare ai rapitori, chiunque vinca dovrebbe prendere il microfono e rivolger- si ai rapitori». Chioccioli, che esordirà sabato prossimo al Tour e che sarebbe comprensibile pensasse esclusivamente alla Francia, ripassa l'altimetria trovandoci le punte adatte al più veloce dei nostri scalatori. Furlan vuol accoppiare subito al Giro di Svizzera un altro successo. Chiappucci è scomparso dopo il Giro, mentre Bugno e Furlan pedalavano in Svizzera e Chioccioli si festeggiava in Spagna, lui se ne stava a St. Moritz ritenendolo il posto più adatto per dimenticare le offese di Indurain. E adesso? «Sono qui e ho fretta di rifarmi. Vi avverto. Con il campionato italiano dò inizio a una nuova storia e se l'inizio è buono il Tour verrà ancora meglio». Un ripetuto argomento sovrasta le appena accennate discussioni sui rapporti, sulla durezza del percorso e sul Tour: il bambino Farouk. Le strade di Olbia, i locali pubblici, le pareti delle aule della scuola elementare dove è la direzione dela corsa sono tappezzati di striscioni «Liberate Farouk». Liberate Farouk vorrebbero scrivere i meccanici sui pullman che trasportano le biciclette, i direttori sportivi vorrebbero scriverlo sulle fiancate delle auto ammiraglie. E' una vigilia malinconica e severa. Perfino il et azzurro Martini sbarca in Sardegna e gli si gela l'antica voglia di scherzare. Bugno corre davvero per la firma e basta? Dipende da come si svolgeranno i giochi. Il tracciato è di 246 km. I primi "sessanta ondulano mollemente lungo la Costa Smeralda, poi comincia un circuito da ripetere nove volte e comprendente le salite di Monte Canaglia e delle Rocce sarde di San Pantaleo. Strada dura, ancora più dura se fa caldo e non è escluso che, finite le piogge, oggi si bolla. Bugno è atteso da un impegno al quale ha sacrificato l'inizio della stagione e il Giro, è lecito dubitare che sprechi le proprie energie per confermarsi tricolore. Può darsi che la forma sia tanto buona da tenerlo in testa senza eccessi di spremitura. In questo caso, onorerebbe il finale. Bugno si è imposto di arrivare sabato a San Sebastian in condizione perfet- ta, se a quella che lui considera la perfezione manca un duello di 250 km, allora si butta, se no lascia fare agli altri. In cima agli altri si colloca Chioccioli, uscito vibrante dal Giro d'Italia, fresco trionfatore della Bicicletta basca. Le nove scalate del San Pantaleo sono per le sue gambe. «Esordire al Tour con la maglia tricolore. L' idea mi piace». Chiappucci, Furlan, il bastonato in Svizzera Fondriest, Lelli e Bugno possono imitarlo. Se arrivano in compagnia al traguardo, il buggerato è Chiappucci. Quindi si presume che Chiappucci, se desidera diventare campione d'Italia, tenti d'andarsene. Cosa che garberebbe molto anche a Ballerini e a Cassani, a Vona, a Faresin e a Bontempi che un giorno è velocista e il giorno dopo non lo è più. E abbiamo così disegnato il campo dei favoriti. Manca il signore degli sprint, Cipollini. Sta benissimo, ma aristocraticamente si astiene dal frequentare percorsi che non gli si addicono. Gianni Ranieri