Li hanno accolti come eroi di Roberto Beccantini

Li hanno accolti come eroi Per i campioni della Danimarca 75 milioni a testa e molte offerte di ingaggio all'estero Li hanno accolti come eroi E Copenaghen balla nelle piazze COPENAGHEN DAL NOSTRO INVIATO Benvenuti nella capitale dell'Europa del calcio, così ti accolgono all'aeroporto e in albergo, dopo aver respinto - proprio qui, e sempre in giugno un'altra Europa, quella di Maastricht. Ma il pallone rotola e la corona fluttua: meglio il primo, nei secoli dei secoli. Quanti erano per le strade venerdì notte? E quanti ieri, ad accogliere gli eroi di Goeteborg? Duecentomila. Forse trecentomila. Una baraonda del genere, Copenaghen non la viveva dal 5 maggio 1945, quando si liberò dal giogo tedesco. Ci vuole sempre la Germania per scatenare il nostro orgoglio, annotava Flemming Nielsen, ex mediano dell'Atalanta, oggi autorevole firma del quotidiano BT. Donne, vecchi, bambini, adulti, di tutti gli strati, per tutti i gusti: festa di popolo, in un'orgia di bandierine e birra. Con la tv di stato (due canali) impegnatissima a trasmettere in diretta la cerimonia del ritorno a casa. Cerimonia che avrebbe avuto luogo anche in caso di sconfitta. Nessun incidente, nessuna pazzia, nessun fermo. Tantissime sbronze, certo, ma sempre nel solco della tradizione roolighans. Pochi feriti, e quei pochi da vetri di bottiglie rotte con troppa frenesia, non da sbarre o, peggio ancora, lame. Ogni campione riceverà, in premio, 75 milioni a testa: più un viaggio di una settimana in Europa (per due persone). Lars Antonio Carbajal, 63 anni, portiere messicano, riceverà domani a Zurigo un omaggio dalla Fifa: giocò a Londra olimpica '48 e poi in cinque Mondiali, dal 1950 al 1966; inoltre è da sette anni alla guida del Morelia, club noto come tremendo mangiamister. Per premiarlo verrà organizzata per lui una grande parata? Olsen, il capitano, è il primo a sbarcare a mezzogiorno dall'aereo, coppa in mano. Schmeichel, cappellino alla marine, e Laudrup, occhiali neri da bel tenebroso, sono i più gettonati, tanto sui pullman scoperchiati che portano la squadra fra le gente, quanto sul balcone del municipio al culmine della sfilata. Il sindaco di Copenaghen li riceve in pompa magna. Richard Moeller Nielsen, l'allenatore per colpa del quale Michael Laudrup piantò la Nazionale, e il fratellino si chiamò fuori per sedici mesi, il Bearzot dello Jutland, vilipeso, irriso e solo adesso venerato, regge un mazzo di fiori come si può impugnare una sciabola. Alla Radhudpladsen, il primo a sbucare è Henrik Andersen, la gamba sinistra ingessata, souvenir di Van Basten. In barella, coccolato da centomila. «Sei mesi di gesso e poi vengo in Italia, va bene?». Sorride. Gli passano la coppa. E poi una birra, l'ennesina. Brian Laudrup amoreggia con la Fiorentina, Henrik Larsen dice che il 10 luglio sarà a Pisa, per conoscere il suo destino. Una neopromossa? L'Inghilterra? Alla partenza, Romeo Anconetani l'ha abbracciato e vellicato: «Trattabile, dai dieci miliardi in giù». Con il Lyngby, in prestito, ha vinto il campionato, ma niente Coppa Campioni: il Pisa intende piazzarlo al miglior offerente. Per Nizzola (lega) potrebbe addirittura rientrare nei ranghi pisani, per Matarrese (federazione), no: auguri. Vilfort, l'autore del secondo gol ai tedeschi, non parla della figlioletta malata, «scusate ma non è il momento». Larsen assicura che Povlsen è proprio un fenomeno: in campo e a ballare. Dopo la finale, ha fatto le sei di mattina. Si brinda al calcio ruspante e improvvisato, lontano dalla schiavitù alienante dei ritiri. Il campionato danese è finito poco prima che cominciasse l'Europeo, K. Nielsen, Christofte, J. Jensen, Elstrup, Piechnik, H. Larsen, Christiansen e Vilfort, tutta gente che gioca in patria, sono andati avanti sullo slancio, mentre gli «stra¬ nieri», già in vacanza, sono stati rimorchiati a suon di barzellette. Bello, ma strano: la Danimarca diventa regina proprio nel momento in cui il calcio del suo ventre perde colpi: il Broendby non è più quotato in borsa, il B 1903, euro-rivale del Torino in coppa'Uefa, si fonde con il Bk per evitare la bancarotta, sempre il Broendby ha licenziato in tronco Morten Olsen, colui che sembrava designato all'immediata successione di Moeller Nielsen. Mai, nel football, i danesi si erano spinti al di là delle semifinali: nel campionato d'Europa (1984) e nelle coppe (Broendby, Uefa 1900-'91). Il mercato è in ebolizzione. Lurpak, lo sponsor del burro, conta di triplicare il suo già miliardario fatturato. Intanto, si stima un «ritorno» di immagine dell'ordine di 150 milioni di dollari.. Per tacere dell'altro mercato, quello dei campioni. Povlsen viene dato al Real Madrid, che un tempo lo scartò. Christofte sarebbe già del Colonia. John Jensen, figlio di un mastro birraio, piace al Nottingham. Il 9 settembre, a Copenaghen, rivincita con la Germania. Non è escluso, visto che porta bene, un altro catenaccione tipo Goeteborg. Roberto Beccantini Laudrup bacia la coppa: è un momento magico, per lui e per la Danimarca