Una «scure» sulle pesche

Una «scure» sulle pesche Una «scure» sulle pesche // maltempo frenala superproduzione ROMA. Il maltempo che si accanisce su molte regioni italiane provoca danni non sempre uniformi alla frutta. Se ha distrutto i fragoleti e falcidiato le ciliegie, ha colpito in modo meno grave altre varietà di frutta, come le pesche e le nettarine. In alcune regioni, come Piemonte e Veneto, ci sarà una minor produzione, che per la regione pedemontana può toccare punte del 30 per cento e per quella veneta un 10 per cento. Ma nel complesso del Paese come riferiscono i dirigenti del Centro operativo ortofrutticolo di Ferrara - il maltempo di giugno ha soltanto fatto rivedere un po' verso il basso le stime produttive di aprile, quando si riteneva di avere di fronte un'annata record, con oltre 900 mila tonnellate di pesche, 500 mila tonnellate di nettarine e 200 mila di percoche. Ora - come afferma il direttore del Centro, Nico Nicetto - le previsioni sono di 700 mila tonnellate per le pesche, mentre le nettarine non dovrebbero diminuire. Come si può spiegare questa solo apparente incongruenza? Secondo Nicetto «le favorevoli temperature primaverili hanno favorito la fioritura e l'allegagione. Poi, a causa della successiva, estrema variabilità del tempo, c'è stato il mese scorso, in particolare nell'Italia settentrionale, uno sviluppo irregolare e differenziato dei frutti, parte dei quali troppo piccoli e destinati a cadere». Di conseguenza, si sono semplicemente ridotte le normali operazioni di diradamento, senza un significativo calo della capacità produttiva. Come dire che il maltempo ha fatto giustizia di un eccesso di produzione. Ma forse ci sarà comunque un eccesso di prodotto. I responsabili del Centro di Ferrara ritengono che la campagna peschicela 1992 sarà superiore per quantità a quella dell'anno scorso e che quindi si riproporranno probabilmente «i vecchi problemi di eccesso dell'offerta in rapporto alla domanda», con livelli di prezzo alla produzione sicuramente lontani da quelli raggiunti nel 1991. Due regioni anomale, in questo contesto, sono il Piemonte e parzialmente il Veneto. «Il 1992 sarà per la peschicoltura piemontese - dice il direttore dell'Asprofrut Giovanni Laratore un'annata di qualità, ma con una produzione inferiore del 20-30 per cento rispetto alla media». Questo perché le piogge persistenti e il freddo durante la fioritura hanno ostacolato la fecondazione, provocando un eccessivo diradamento dei frutticini. Ed è stato il maltempo primaverile a provocare danni. Anche perché il grosso delle pesche piemontesi si raccoglie ad agosto, mentre un discreto quantitativo viene staccato dalla pianta in settembre: si tratta delle varietà a maturazione tardiva, che sono una caratteristica della peschicoltura piemontese, «dove - precisa Laratore - le condizioni climatiche determinate dall'arco alpino consentono di produrre le pregiate qualità tardive, che quest'anno verranno commercializzate con il marchio di garanzia deH"'ombrello azzurro", sinonimo di frutta senza residui». Gianni Stornello

Persone citate: Gianni Stornello, Giovanni Laratore, Laratore, Nico Nicetto

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Piemonte, Roma, Veneto