Anche l'Onu «boccia» l'Italia di Guido Carli

Anche l'Onu «boccia» l'Italia Dopo il Fondo Monetario, l'Ocse e Moody's, arriva un'altra doccia fredda Anche l'Onu «boccia» l'Italia «Il deficit è ingestibile» ROMA. Non bastavano il Fondo Monetario, l'Ocse, Moody's, la Goldman Sacs e la Corte dei conti. Adesso è sceso in campo anche l'Onu a rivolgere un secco monito al governo italiano perché affronti con rigore il nodo della finanza pubblica. Come dire: la credibilità dell'aziendaItalia, tra delitti di mafia e Tangentopoli varie, precipita di ora in ora. E a definire il disavanzo statale «ingestibilmente alto», fino a sollecitare una «severa azione di aggiustamento» in vista delle scadenze fissate a Maastricht, è addirittura il Dipartimento economico delle Nazione unite, che ha esaminato il casoItalia in un capitolo del Rapporto sull'economia mondiale '92, diffuso in bozza a New York. Secondo il pool di economisti del Palazzo di vetro, abituati a fare i conti in tasca al Terzo Mondo, il responso è durissimo: il 1992. sarà per l'Italia un altro anno di crescita debole, ma più pessimista delle altre fonti di previsione, l'Onu stima un aumento del prodotto interno lordo intorno all'I % contro l'I,6% del Fmi e 1' 1,5-1,7% dell'Ocse. «Il ritmo d'incremento dei consumi - sottolinea il rapporto - sarà inferiore al 2% e gli investimenti privati resteranno stagnanti. Dalla spesa pubblica non potrà venire alcuno stimolo perché il deficit è già ben più alto di quanto previsto dalle intese di Maastricht». Solo nel 1993 l'attività economica subirà un'accelerazione ( + 2,1%), trainata da una più vivace domanda interna e dall'export. Per centrare però entro il '96 gli obiettivi di «convergenza» l'Italia «dovrà registrare surplus significativi nel suo bilancio primario». Subito dopo arriva l'affondo. Il governo italiano - osserva il rapporto - ha concentrato negli ultimi anni la sua azione sull'incremento delle entrate «in larga parte attraverso misure una tantum» (condoni, aumenti di Iva, accise e contributi previdenziali): lo spazio per ulteriori inasprimenti delle imposte appare però «limitato», in quanto la «pressione fiscale è prossima alla media Cee». Quanto all'operazione privatizzazioni - sottolinea l'Onu - è dubbio che l'esecutivo riesca ad incassare quanto previsto. Già nel 1991, «gli introiti effettivi sono ammontati a circa la metà di quelli attesi»'; resta ora da vedere se gli obiettivi del '92, che «pesano per circa il 25% della manovra di bilancio, potranno essere centrati vista la limitata dimensione della Borsa italiana e le procedure societarie e parlamentari da attuare». La strada da seguire - prosegue il rapporto - è quella dei tagli alla spesa pubblica/Che a differenza dell'Europa in Italia continua a crescere: nel '91, quella corrente è stata pari al 48,9% del pil, contro una media Cee del 44,9%. Nel mirino degli esperti internazionali finiscono ancora una volta la previdenza («generosa come poche altre»), la sanità e il pubblico impiego. Altri obiettivi da cogliere sono una «maggior flessibilità del mercato del lavoro» e la revisione del sistema di ammortizzatori sociali (come la cassa integrazione), che in fasi di crisi e ristrutturazione industriale pesano sensibilmente sulle casse dello Stato. L'economia italiana - aggiunge il documento Onu - è «caratterizzata da un ampio intervento del settore pubblico e da un comparto privato dipendente». Questo* modello, a parte i riflessi sul bilancio, «potrebbe aver esaurito il suo ruolo» e va in direzione contraria alle tendenze Cee. La priorità non è «un ritiro totale dello Stato dall'economia, ma un riposizionamento che tenga conto delle compatibilità di bilancio». La conclusione è lapidaria. Il governo italiano «potrà mantenere le sue politiche economiche e sociali in termini reali solo se servizi e trasferimenti forniti saranno più efficienti e mirati». In passato, questo il succo, il «finanziamento inflazionistico» agì da valvola di sfogo all'incapacità di forgiare un consenso politico sul ruolo dell'esecutivo: lo Sme prima ed era l'unione monetaria stanno chiudendo questo spiraglio, [c. roc] «Così non andate in Europa Attenti al pil: nel '92 crescerà solo dell'1%» «Il fìsco? E' già al limite Una tantum e condoni sono perversi» 1991 1990 SVIZZERA 98 98 LUSSEMB. 93 90 GERMANIA 88 85 FRANCIA 83 81 0ANIMARCA 81 78 AUSTRIA 80 77 BELGI0 79 76 N0RVEGIA 78 74 SVEZIA 78 79 ITALIA 78 75 LA HIT PARADE DEL BENESSERE IN EUROPA REDDITO PRO CAPITE IN PARITÀ' DI POTERE D'ACQUISTO (USA = 100) 362.007 456.031 561.4 L'ESCALATION DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO NEGLI ULTIM110 ANNI MILIARDI DI LIRE] 683.044 793.583 910.542 1.035.263 1.483.000 Da sinistra il segretario generale dell'Orni Butros Ghali e il ministro del Tesoro Guido Carli

Persone citate: D'acquisto, Ghali, Goldman