Le coppie del disamore di Masolino D'amico

Le coppie del disamore «Verso la fine dell'estate» ha inaugurato la prosa a Spoleto Le coppie del disamore Onesto intrattenimento nella nuova commedia di Repetti Attesa e delusione per la protagonista Anna Galiena SPOLETO DAL NOSTRO INVIATO In «Verso la fine dell'estate», novità che ha inaugurato la prosa al 35° Festival dei Due Mondi, Carlo Repetti ci ripropone quella vecchia conoscenza di tanta letteratura e di tanto cinema del recente passato, la Coppia in Crisi. Stavolta si tratta di Bea, attrice di teatro pare brava ma da un po' di tempo inattiva perché impegnata in reiterati quanto frustrati tentativi di giungere alla maternità; e di suo marito Marco, giornalista almeno a parole impegnato. Bea e Marco non stanno più bene insieme, e lui la rimbecca ogni volta che lei apre bocca, salvo poi scusarsi goffamente. Ma invece di chiedersi perché l'alchimia non funziona più, pensano ciascuno ai suoi guai personali, Bea, poverina, ai quattro aborti e alla quinta delicata gravidanza in corso, che la tiene distesa sul divano, e Marco, sul punto di compiere quarantanni anche se sembra esserselo dimenticato, ai suoi sogni di carriera non realizzati per pusillanimità. Marco ha un bel prendersela poco cavallerescamente con la moglie non abbandonarle dato il frangente, in realtà sa bene che se il giornale gli affida servizi insignificanti invece di mandarlo a seguire le rivoluzioni del Terzo Mondo, la colpa è della sua inconcludenza. E tutti i libri che aveva deciso di scrivere, che fine hanno fatto? La macerazione dei coniugi avviene durante una estate che si sono lasciati convincere a passare in un tranquillo luogo di campagna raccomandato da Miki, ex collega di Bea. Il posto si rivela meno ameno del previsto, e Marco se ne lamenta incessantemente. A noi pubblico sembra che esageri, che i fondali dei quattro mezzi atti sono occupati da altrettanti pastelli ingigantiti, raffiguranti lo stesso magnifico albero in vari momenti e uno scorcio di casa forte e pacifica per mano del giovane pittore Bernardo Siciliano, un emulo di Piero Guccione forse non ancora impeccabile nel disegno ma dalla mano sicura per l'evocazione dei volumi, e soprattutto dal bel cromatismo caldo. Piuttosto sempre noi pubblico troviamo che Marco è stato un incosciente a portare la moglie in un luogo dove l'assistenza sanitaria è affidata a un medico condotto ignaro di ginecologia, e a un farmacista che impazzisce e si barrica in casa minacciando di sparare a tutti. «Bref», la situazione è ravvivata dall'arrivo dell'ex attore Miki, un contafrottole estroverso dietro alla cui sollecitudine per Bea potremmo inizialmente vedere la sensibilità di un omosessuale, ma che omosessuale non è, perché si è portato dietro Ann, sua attuale partner. Ora, questa misteriosa e rapinosa Ann ha avuto all'insaputa di tutti una storia con Marco, tanto tempo fa, e appena rimane sola con lui tenta di sedurlo. La cosa non va più in là di un bacio, ma proprio tale bacio viene sorpreso da Bea, e apriti cielo. Ne segue, fortunatamente non in scena, il quinto e, pare, definitivo aborto della donna, nonché la mesta separazione della coppia. Marco torna a lavorare in città, Bea rimane ad affrontare l'autunno nella compagnia dell'affettuoso seppur bugiardo Miki. L'ampio riassunto ha detto, credo, tutto quanto si può dire di un testo che se non fosse per lunghezze e ripetizioni (non che la durata totale, 130' circa più un intervallo, sia improba) si potrebbe definire di onesto intrattenimento, e che Piero Maccarinelli ha diretto in maniera adeguata. Gran motivo di interesse della serata era poi il debutto da protagonista di Anna Galiena, attrice nostrana rilanciata da successi teatrali e cinematografici all'estero. Nel suo film più fortunato la Galiena esibiva soprattutto un luminoso, irresistibile sorriso. In scena le cose non cambiano: ogniqualvolta l'attenzione si sposta su di lei, e qualunque sia l'umore del momento, la Galiena sorride, luminosamente e irresistibilmente; per il resto rimane coricata a crogiolarsi nella dolce passività richiesta dal copione. La circondano Massimo Ghini, che presta qualche autorità e un certo realismo romanesco a un personaggio inizialmente troppo egocentrico perché poi lo si possa perdonare; Paolo Graziosi, scisso fra la caricatura vocale di un vecchio gigione, la petulanza di un classico amico di belle donne, e la manifestazione di qualche slancio di umanità; e Carola Stagnaro, slanciata ed elegante quanto improbabile sfasciafamiglie. Bene Luca Barcellona nel ritrattino di un medico condotto; gradimento da parte della sala; e repliche fino al 5 luglio. Masolino d'Amico Anna Galiena nello spettacolo 35* SPOLETO FESTIVAL

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