I dieci anni dello «sboom»

I dieci anni dello «sboom» Il libro della statistica conferma: i residenti sono scesi a 972 mila I dieci anni dello «sboom» Egli ultrasessantenni sono sempre di più In dieci anni Torino ha perso il 13 per cento della popolazione. Meno di Milano e Bologna, più di Genova che pure ha bassissimi tassi di natalità. Più di Roma, Firenze, Bologna. Più di Napoli e Palermo, che hanno chiuso in attivo il periodo 1980-90. Continua la grande fuga dalle città del Nord, e pare inarrestabile. Sotto la Mole eravamo in 991 mila due anni fa, ma l'ultimo dato disponibile (31 maggio) ci dice che altri 19 mila se ne sono andati. E' passivo il conto tra nati e morti, come quello tra emigrati ed immigrati. Una ex metropoli, la nostra, che ha spalmato la sua gente un po' in cintura e molto in provincia. Nel decennio le piccole capitali del boom non crescono più: aumentano di poco Venaria, Settimo, Rivoli, Nichelino, Grugliasco, Collegno. Ma già Moncalieri perde 3000 residenti, e 1000 Cirié. Il raffronto è possibile grazie all'annuario di statistica che il Comune ha presentato ieri, presente il demografo Mauro Reginato: «I dati non possono stupire - dice Reginato -. Rientrano nelle previsioni già formulate all'inizio di questo periodo». Città più piccola uguale città più povera? No, rispondono i sociologi. Ma attenzione: tutto va ripensato in questa Torino che da una parte si svuota di residenti, dall'altra resta luogo di attrazione per attività commerciale, finanziarie, imprenditoriali. A cominciare dai servizi. Che fare delle centinaia di scuole co- struite negli Anni Sessanta? Dall'88 si sono persi 2000 alunni delle elementari e le iscrizioni alle medie inferiori sono calate in ragione di 3000 l'anno (cioè l'equivalente degli studenti di una intera circoscrizione). In compenso si fa sempre più drammatica la situazione degli anziani: la lista di attesa per l'ingresso nelle case di riposo è forte di centinaia di nomi. Leggiamo, allora, i dati della popolazione suddivisi per classe d'età. Nel 1980 i torinesi da 1 a 30 anni erano 455 mila; si sono ridotti a 335 mila. La perdita è addirittura del 26 per cento. Gli ultrasessantenni sono invece passati da 192 mila a 221 mila, e tutto ciò mentre Torino perdeva abitanti. Il loro peso sul totale dei residenti era del 17 per cento, ed è già del 22 per cento. L'assessore ai Servizi demografici, Beppe Lodi, insiste sui grandi mutamenti nella qualità di vita che riguardano anche gli anziani: «Ormai la fascia della maturità, quella che una volta si fermava a 60 anni, si è spostata ben oltre i 70». Il puro dato anagrafico, insomma, non è sufficiente: «Si deve tener conto dell'aspettativa di vita» precisa Reginato. Aspettativa che oggi è di 75 anni per i maschi e 79 anni per le femmine, mentre a inizio secolo non superava i 50 anni. Elementi che imporrebbero riflessioni più approfondite. Per ora contentiamoci di altre curiosità dell'annuario: diminuiscono i matrimoni, crescono i divorzi, scompaiono alcune malattie infettive (33 casi di morbillo nel 1990), tornano a crescere gli incidenti stradali (4475), che si ve¬ rificano soprattutto nel primo pomeriggio e hanno conseguenze più gravi a Madonna di Campagna e Vallette, cioè in periferia. E i prezzi? Rispetto a 10 anni fa gli alimentari costano oltre il doppio, l'abbigliamento più del triplo, e parliamo soltanto dei prodotti controllati. Il record spetta a un servizio pubblico: da 200 a 1200 lire per la corsa semplice in autobus. Ultima curiosità, assai attuale: il 1990 fu l'anno meno piovoso del periodo. A guardare fuori della finestra pare sia passato un secolo. Giampiero Paviolo Calano i matrimoni aumentano i divorzi Persi 2 mila alunni delle elementari MILAN0 14 BOLOGNA 18 GEN0VA 10 FIRENZE 9 CATANIA 4 NE HANN0 GUADAGNATI... NAP0LI 1 PALERMO 5

Persone citate: Beppe Lodi, Giampiero Paviolo, Mauro Reginato, Reginato