Cecchi Cori e Dunga, amore finito

Cecchi Cori e Dunga, amore finito Il presidente della Fiorentina, invaghitosi di Laudrup jr, vuole cedere il brasiliano Cecchi Cori e Dunga, amore finito Ma il giocatore si ribella: non mi muoverò di qui E VELENI IN CASA VIOLA FIRENZE. Da un amore finito, consumato, alle ripicche, alla tensione, all'insofferenza. Mario Cecchi Gori perde quasi la testa per il biondo Brian Laudrup e mette in un angolo Carlos Dunga: pensa di cederlo o, comunque, di ridimensionarne il peso in una squadra che sembra già pensare al dopo-brasiliano. La fine dell'amore è stata resa pubblica ieri: il presidente della Fiorentina ufficializza il tentativo, poderoso, quasi certo, di acquistare, subito, Laudrup. Dunga, rintracciato in Brasile, fissa condizioni ed annuncia battaglia a chi vuol metterlo sul mercato o prospettargli un ruolo subalterno nella prossima Fiorentina. Siamo al braccio di ferro, con i due contendenti a guardarsi in cagnesco, a promettere colpi duri. Come cambiano gli amori, specialmente nel calcio. Era l'estate di soli due anni fa. Mario Cecchi Gori era il nuovo presidente della Fiorentina. Orfano di Baggio, ceduto dai Pontello alla Juventus, si aggrappò al brasiliano, l'unico leader della squadra. E Dunga, con la collaborazione di Antonio Caliendo suo procuratore, strizzò l'arancia fino all'ultima goccia, ottenendo un ottimo contratto (1450 milioni netti a stagione per quattro anni). Era amore? Sicuramente forte passione, anche se indotta dalla contingenza del momento. Cecchi Gori giurò davanti al mondo: «Dunga è la prima pietra della ricostruzione. Per lui ci sarà sempre un posto nella Fiorentina». Ma la ricostruzione, almeno nei risultati, non è poi venuta. Ed ecco la crisi. Dunga per tre anni è stato insidiato, ma senza straordinaria insistenza, dalla Juventus e poi, si dice, dalla Sampdoria. La Fiorentina lo ha difeso, ora lo sta mollando. Le avvisaglie già nell'acquisto di Effenberg, centrocampista dalle caratteristiche in parte simili a quelle del brasiliano. Ora il colpo decisivo. Ieri i due «ex amanti» si sono fronteggiati a colpi di dichiarazioni. Prima il presidente: «Laudrup ci piace moltissimo. Dunga vuol restare a Firenze per vincere in viola? Per adesso non c'è riuscito». Poi, velati accenni a contatti di Dunga con la Sampdoria, senza avvertire la Fiorentina. Poi, a tentativi dell'Udinese e del Cagliari, complice ancora Caliendo. Tentativi finiti nel nulla per via delle esose richieste del brasiliano: cartellino gratis e due stipendi pagati anticipatamente per andarsene. Ieri, Dunga, infuriato, ha replicato: «Io non mi sono mai offerto ad alcuna società di calcio, né ho ricevuto offerte. Da Firenze non mi muovo, onoro il contratto, ve lo assicuro. Se mi chiedono di fare il quarto straniero? Beh, sono un professionista, però voglio partire sullo stesso piano degli altri. Nessun favoritismo». La Fiorentina è avvertita. Cecchi Gori, per far posto a Effenberg e a Brian Laudrup (Batistuta è ovviamente intoccabile), deve far fuori Dunga. E la risposta del presidente non tarda a venire. Nel pomeriggio Mario Cecchi Gori ufficializza: «Dunga pensi a fare le vacanze; per adesso sta dove sta, poi vedremo. Se è arrabbiato gli passerà. Presto avrà un nostro segnale. Comunque non è un problema». E subito dopo, con passione autentica: «Ci sono buone possibilità di prendere subito Brian Laudrup. Ci piace, è un campione. Siamo vicinissimi. Già domani (oggi per chi legge, ndr) sapremo di più. Comunque tutto potrebbe chiudersi, anzi do¬ vrebbe, la prossima settimana». Passione semplice, però totalmente coinvolgente, tanto da sfidare anche il Bayern: «Fanno resistenza? L'unico modo di portarlo via sono... i soldi». Già. Nove miliardi, più 800 milioni netti a stagione al giocatore, contratto triennale con opzione sul quarto. Tanti soldi, per soddisfare il nuovo amore. E' ovvio che la Fiorentina finirà con lo spuntarla. Laudrup arriverà, e sarà giocoforza tentare di cedere Dunga. Sì, meglio cederlo che provare a convincerlo a fare il tappabuchi. E non basta, con Laudrup entra in crisi anche Massimo Orlando, il ragazzino d'oro che la Juventus ha sotto opzione fino al 31 marzo. E' un bel rebus. Ma Cecchi Gori è deciso: «Se portiamo a termine questi ultimi colpi (Laudrup ma anche Baiano, dopo Effenberg, Carnasciali, Verga, Di Mauro e Luppi, ndr) faremo una Fiorentina forte, più forte possibile. E per questo chiedo ai tifosi di sottoscrivere abbonamenti e di seguirci con interesse. I Cecchi Gori ancora una volta non si sono tirati indietro». Una scommessa, nella quale sta credendo un grosso sponsor internazionale. Dovrebbe essere addirittura la «CocaCola». Firenze rischia però, ancora una volta, di finire in mezzo ai veleni. Dunga, amante tradito o traditore, diventerebbe un terribile nemico, in casa. Il duello di ieri si protrarrebbe nel tempo. Come sono distanti Mario Cecchi Gori e il suo «mattone per la ricostruzione», lontani anche davanti alla tv. Dice il primo: «Nell'Europeo non tifo, voglio solo che Effenberg e Laudrup giochino bene». Risponde Dunga: «Io guardo solo la partita, di quei due non si interessi Radice». Già, Radice. I problemi dovrà gestirseli tutti lui. Auguri. Alessandro Riatti Carlos Dunga ha giocato un anno con il Pisa e quattro con i viola

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