Un patto contro Big Blue di Francesco Manacorda
Un patto contro Big Blue Un patto contro Big Blue Armati di un microprocessore per sconfiggere il colosso Ibm IVREA DAL NOSTRO INVIATO Ma a che cosa serve questo matrimonio? «E' un patto "trasversale" che riguarda tutta la nostra offerta», risponde Carlo De Benedetti. E di fronte ai paragoni con l'altra avventura americana di Olivetti, l'accordo con At&t stretto nell'83 e poco prodigo di frutti, l'Ingegnere chiarisce: «Quella era un'intesa prevalentemente finanziaria, questa è soprattutto tecnologica». In effetti il «cuore» della nuova alleanza è proprio una tecnologia su cui i due partner puntano molto per i prossimi anni. Si tratta del chip Alpha, lanciato dalla Digital a febbraio: un microprocessore del genere Risc, che funziona cioè con una serie di istruzioni ridotte ed è quindi molto più potente e veloce rispetto ai chip tradizionali. «Olivetti adotterà Alpha per tutta la sua produzione», spiega De Benedetti. Per Digital è un colpo grosso. L'intesa significa l'ingresso di un grande produttore informatico (Olivetti è tra i primi dieci al mondo) nella sua orbita tecnologica. La casa americana fa così un passo importante verso il suo traguardo: fare di Alpha uno standard. Digital vuole rendere il suo chip così popolare che il maggior numero possibile di produttori hardware e software trovi vantaggioso orientare i propri sforzi in quel senso, creando così un notevole «indotto» e garantendo un ulteriore allargamento del mercato. Uno dei primi passi in questa direzione è stata l'alleanza stretta ad aprile da Digital con il colosso del software Microsoft, che applicherà ad Alpha il suo nuovo sistema operativo, il WindowsNt. Ora gli americani cercano di aggregare altri produttori attorno a questa tecnologia. Olivetti in testa, anche se Pier Carlo Falotti, presidente di Digital Europa, è a caccia di altre intese nel Vecchio Continente. Cinque anni saranno il periodo iniziale per rodare l'intesa, spiega De Benedetti. «Il contratto termina fra cinque anni ma è rinnovabile. Abbiamo pensato a un matrimonio a lungo termine ma ogni tanto ci vuole un momento di verifica», aggiunge Falotti. E la concorrenza tra Digital e Olivetti, assicurano entrambi, continuerà come prima. Anche per Olivetti i vantaggi sono evidenti: Ivrea si associa a una tecnologia forte su cui basare i propri sistemi «aperti» e rafforza i legami già esistenti nella fornitura di personal computer alla Digital. Un rischio però c'è. Carlo De Benedetti ha sempre tenuto molto all'indipendenza del suo gruppo. «Abbiamo sempre cercato di coniugare alleanze e indipendenza», ha detto ancora ieri. Ma ora il matrimonio tecnologico suggellato da un patto azionario con un socio che fattura il doppio non rischia-di compromettere l'indipendenza di Olivetti? «No -' risponde l'Ingegnere - la dimensione non è una condizione di successo. Nel nostro settore questo non conta». Sullo sfondo rimangono poi le altri grandi dell'informatica mondiale. Ibm prima di tutto, che vede accrescersi pericolosamente il fronte coalizzato dei suoi concorrenti. Forse anche per evitare questa evenienza aveva offerto tempo fa un'alleanza a Ivrea. Ma De Benedetti spiega le ragioni del suo rifiuto: «Nell'87 abbiamo scelto i sistemi aperti insieme con Digital. Se poi avessimo scelto una piattaforma Ibm avremmo rotto con quanto fatto fino ad allora». Anche un altro grande del chip, la Hp, «ci aveva fatto delle avances». Ma alla fine la Digital, con cui Olivetti collabora da 20 anni, ha avuto la meglio. Francesco Manacorda In alto Carlo De Benedetti e nel grafico il recente rialzo del titolo Olivetti In basso Pier Carlo Falotti della Digital 3280— PIAZZA AFFARI CHIAROVEGGENTE S0SPESA ) 11.26/6 [ 12/6/92 25/6
Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, Olivetti, Pier Carlo Falotti
Luoghi citati: Digital Europa, Ivrea, Vecchio Continente
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