Trovato casco americano sui fondali di Ustica
Trovato casco americano sui fondali di Ustica I giudici: ci è stato consegnato dopo 10 anni Trovato casco americano sui fondali di Ustica ROMA. Tre «signal under water sound» (sus), segnalatori acustici della Marina militare americana, sono stati ripescati nel fondale del mare di Ustica, vicino al luogo dove in precedenza erano stati riportati in superficie il serbatoio di un aereo militare statunitense e la parte finale della fusoliera del Dc9 precipitato il 27 giugno 1980. Contemporaneamente si è appreso che i giudici Priore, Roselli e Salvi stanno conducendo indagini serrate sul casco in dotazione alla marina Usa, riconsegnato dal mare nell'agosto 1980, ma acquisito soltanto nel novembre del '90 tra i reperti dell'inchiesta. Il casco, del tipo di quelli in dotazione agli addetti al ponte delle portaerei statunitensi, era completo di accessori anticontaminazione (sono caschi usati durante le esercitazioni nel corso delle quali viene simulata anche la guerra atomica). Il reperto venne consegnato al Sios dell'Aeronautica che all'epoca avrebbe escluso una connessione con il disastro di Ustica, senza segnalarlo alla autorità giudiziaria. Soltanto nel novembre del '90 il casco venne ritrovato dai giudici in un deposito del Sios dove era custodito assieme ad altre parti del Mig 23 rinvenuto sui monti della Sila il 18 luglio 1980, ma che si sospetta collegato alla vicenda del Dc9 Itavia. A seguito del rinvenimento del serbatoio del caccia militare Usa e dei segnalatori acustici, i giudici romani hanno nuovamente interrogato il vice capo del Sios, gen. Franco Ferri (inquisito insieme al capo del Sios, gen. Zeno Tascio, e agli ufficiali dello stato maggiore dell'Aeronautica) chiedendogli spiegazioni sui motivi per i quali il ritrovamento del casco non venne segnalato all'autorità giudiziaria. [Agi]
Persone citate: Franco Ferri, Roselli, Zeno Tascio
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