«A Palazzo Chigi una sosia di Marina»
«A Palazzo Chigi una sosia di Marina» Quasi un «giallo» sulla spregiudicata protagonista di un fumetto ideato dalla Ripa di Meana «A Palazzo Chigi una sosia di Marina» L'autrice citata in giudizio, ma si sospetta una trovata pubblicitaria ROMA. Diventa un giallo nel giallo la storia della doppia Marina: la sosia di Marina Ripa di Meana che spunta all'improvviso e cita in giudizio l'autrice perché ha usato il suo nome e, sembra, anche la sua figura, nel suo ultimo libro a fumetti. Che è un giallo, appunto, ma a sfondo eroticosentimentale, nelle migliori tradizioni della nobildonna eroina di molte avventure. Il libro a fumetti ne racconta alcune: «Love thriller» e «La strega in rosso» sono storie di vita vissuta ma anche frutto di immaginazione. Disegnato da Sandro Rosi, ideato dalla signora di Meana, pubblicato da Mondadori col titolo ovvio «Le avventure di Marina», ha per protagonista una bella donna dai folti capelli fulvi, attraente e spregiudicata, che intreccia amori e misteri e si ritrova spesso discinta, le vesti strappate o smarrite nella fuga o nella furia amorosa, il prorompente seno al vento. Una Valentina senza Crepax, che l'autrice ha battezzato Marina Mayer. Ora un quotidiano rivela che una signora con quel nome esiste in carne ed ossa, abita a Roma e lavora niente di meno che a Palazzo Chigi. E questa omonimia l'ha molto seccata. Anche perché, racconta il suo avvocato Leopoldo Muratori al giornalista, «non si tratta solo del nome ma della somiglianza della signora Mayer con la donna del fumetto, capelli rossi a parte». Quasi una sosia insomma. Comunque una donna che non passa inosservata. Eppure all'ufficio matricole di palazzo Chigi una signora Mayer come dipendente non risulta. Né esiste il nome dell'avvocato sull'elenco telefonico. E Marina Ripa di Meana? Raggiunta all'Hotel Majestic, dove aspetta di traslocare nella nuova casa, trasecola. «Sono stata avvisata ieri di questa storia e sono caduta dal settimo cielo - scoppietta -. Cosa vuol che le dica, sono stupefatta». E subito aggiunge: «Quel personaggio è solo frutto della mia immaginazione. Avrei potuto chiamarla con qualsiasi altro nome. Non ne sapevo niente. Ieri mi sembrava addirittura una boutade. Certo rincara stupita - a me succedono le cose più incredibili. Evidentemente sono anchi'io un personaggio da fumetto: dilettante, esibizionista, eccessiva. Mi trovo a vivere situazioni degne di un fumetto». Ma la signora Mayer a Palazzo Chigi non c'è. E l'avvocato non si trova. Per caso non potrebbe essere una trovata pubblicitaria per far vendere meglio il suo fumetto, quello in libreria? Vi sono precedenti illustri, Sandra Milo insegna. «Ah, non risulta? E' una cosa molto strana. Se la Mondadori avesse avuto un'idea pubblicitaria del genere me lo avrebbe detto, no? Mio marito qui accanto mi dice che forse è un serpente di mare. Scherzi a parte: forse Mayer è il suo nome da sposata. Ma pensare che mi sia in- ventata tutto io, insomma. Con tutto quel che ho per la testa in questi giorni, il trasloco, la partenza per Ponza dove mio marito deve ritirare un premio per l'ambiente». Siamo alla fine: «Si figuri se avrei avuto il tempo di architettare una storia simile. E poi, nrn ne avrei avuto bisogno. Mi dicono che il libro va benissimo». [m. g. b.] Immagine di copertina e un altro disegno tratto dal libro a fumetti di Marina Ripa di Meana «Le avventure di Marina»
Persone citate: Crepax, Leopoldo Muratori, Marina Mayer, Marina Ripa, Mondadori, Ripa Di Meana, Sandra Milo, Sandro Rosi
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