Chiesa: resta la pena di morte

Chiesa: resta la pena di morte Il neo-catechismo elenca i nuovi peccati: tangenti, evasione fiscale, aggressione ambientale Chiesa: resta la pena di morte In casi estremi e con molti distinguo CITTA' DEL VATICANO. Il nuovo «Catechismo Universale» conferma la pena di morte: lo Stato ha il diritto di uccidere i suoi cittadini colpevoli di reati gravissimi. Non è stata una decisione semplice - ci ha confermato ieri il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger per i membri della «Commissione dei 12» e per il «Comitato degli 8», le due squadre che più direttamente hanno contribuito all'elaborazione del ponderoso documento. «Questi temi sono stati discussi lungamente, e non senza difficoltà, speriamo di aver trovato una risposta che tenga conto non solo del progresso della sensibilità morale dei nostri tempi, ma dell'esistenza di una lunga tradizione». La «lunga tradizione» fa sì che non esista nessun documento ufficiale della Congregazione della Dottrina della Fede o di un altro organismo dottrinale vaticano che condanni la pena di morte. Anche se la Santa Sede non ha più un proprio «Stato» (dove peraltro, fino a ben oltre la metà del secolo scorso, la pena capitale era in vigore), gli appelli dei papi ai vari governi per salvare le vite dei condannati si sono ripetuti di frequente; e in particolare durante i pontificati di Paolo VI e Giovanni Paolo II. Ma questo non toglie che teologicamente la pena di morte sia ancora considerata lecita. Anche se non mancano voci contrarie. Mons. José Estepa Llaurens, un vescovo spagnolo che fa parte del «Comitato di redazione» del «Catechismo Universale», ha dichiarato ieri alla «Radio Nacional de Espana» che «ci sembra che la pena di morte non abbia senso nel mondo attuale». E' un segno evidente della difficoltà di un dibattito fra sensibilità diverse. Quella di chi si rende conto di una contraddizione fra una Chiesa che proclama la difesa della vita e il riconoscimento allo Stato del diritto di uccidere, sia pure per legittima difesa; e la sensibilità di chi non voleva che il Catechi¬ smo andasse oltre i confini già fissati dal magistero. La soluzione di compromesso, secondo le anticipazioni fatte da «Il Sabato», sarebbe questa: «Riguardo alla pena di morte, inflitta dalla società a quanti si sono resi colpevoli di crimini di estrema gravità, benché questa punizione sia legittima, la Chiesa auspica il ricorso abituale alla clemenza». Il «Catechismo Universale» sarà pronto, nelle varie lingue, solo fra qualche mese, dopo le traduzioni dal testo di lavoro, che è stato il francese. Verso dicembre si prevede la sua presentazione ufficiale al pubblico, che ne conosce già alcuni punti grazie alle numerose fughe che hanno accompagnato il lungo e laborioso processo attraverso dieci successive elaborazioni. Monsignor Sandro Maggiolini ha affermato ieri che la radice del «Catechismo Universale» è. il testo scaturito dal Concilio di Trento. Notevoli - ovviamente - le varianti, anche se il presule ha definito «ingenuità» l'aggiornamento del catalogo dei peccati. Fra questi ci sarebbero il pretendere o accettare tangenti, l'evasione fiscale, le aggressioni all'ambiente e il terrorismo. Mons. Llaurens ha detto che si tratta di «una manifestazione della necessità del catechismo. Un catechismo deve rispondere sempre alle necessità, rispondere in un linguaggio contemporaneo ai pro¬ blemi di ogni epoca». Così il testo attuale cerca di dare «una risposta di fede a domande di carattere universale»: l'ecologia, i limiti della legittima difesa, l'obbligo - o no - «di coope¬ rare agli sforzi collettivi, di partecipare alla vita civica, alle spese comuni tramite le imposte, il rispetto delle leggi che regolano i mezzi di comunicazione, e il traffico. Il tutto in un modo molto armonico ed equilibrato». Marco Tosarti

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Joseph Ratzinger, Paolo Vi, Sandro Maggiolini

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Trento