Rabin taglia i fondi ai coloni di Aldo Baquis

Rabin taglia i fondi ai coloni Shamir: se fossi rimasto, avrei portato mezzo milione di ebrei nei Territori Rabin taglia i fondi ai coloni «Entro un anno l'autonomia ai palestinesi» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO «Oltre un anno fa mi sono reso conto che stiamo vivendo in un periodo storico unico. Ci sono stati la fine della Guerra Fredda e il crollo dei regimi comunisti dell'Est, che hanno privato i Paesi arabi dell'ombrello protettivo sovietico. Poi è sopravvenuta la guerra del Golfo, con la distruzione di buona parte della capacità bellica convenzionale irachena e con la nuova prospettiva di controllare in futuro la diffusione degli armamenti per la distruzione di massa. Questa situazione, mi sono detto, non continuerà per sempre: se non sapremo sfruttarla, ci sfuggirà fatalmente di mano». Così il leader laborista ha illustrato ieri a Tel Aviv, in un primo incontro con la stampa estera, le ragioni che, a settant' anni compiuti, lo hanno spinto a buttarsi a capofitto in una spossante battaglia politica, prima per aggiudicarsi la nomina di leader del partito (prevalendo su Shimon Peres) e poi per vincere le elezioni (sconfiggendo Yitzhak Shamir). Adesso che è riuscito nel suo intento, vuole contagiare i suoi connazionali della sua sensazione che «è possibile proiettare Israele nel Duemila», ma per farlo il tempo stringe. E allora, al lavoro. Il governo guidato dai laboristi, ha anticipato, darà la precedenza al ne- goziato con i palestinesi dei Territori per raggiungere con loro, entro un anno al massimo, un accordo su un regime provvisorio di autonomia. Nel frattempo, Rabin si sforzerà di rastrellare capitali in Europa per creare prime infrastrutture economiche in Cisgiordania e a Gaza, «atte a ridurre la loro dipendenza dal mercato israeliano, e la frustrazione degli abitanti». Il leader laborista ritiene d'altra parte che non ci sia necessariamente una convergenza tra gli interessi politici dei palestinesi dei Territori (con i quali soltanto vuole trattare) e con quelli della diaspora (che intende continuare ad ignorare). Per i primi, ha in programma elezio¬ ni generali «mediante le quali potranno eleggere i dirigenti del regime di autonomia, e rafforzarsi politicamente». Una volta ottenuta l'autonomia, i palestinesi assumerebbero la responsabilità di tutte le attività, «esclusi difesa, sicurezza interna, politica estera e controllo sugli insediamenti ebraici». Per buona parte dei 120 mila coloni ebrei di Cisgiordania e Gaza, brutte notizie: il governo Rabin taglierà drasticamente le sovvenzioni statali e si preoccuperà di far applicare sul terreno le modalità concordate con i palestinesi per l'autonomia. Le insubordinazioni - ventilate ieri da Benny Katzover, un leader del movimento dei coloni - non saranno quindi tollerate. La prima reazione del Consiglio degli insediamenti ebraici in Giudea-Samaria e Gaza è stata adirata. «Mostrandosi aperto verso i palestinesi - ha notato Uri Ariel, segretario generale del loro movimento - Rabin dice ai dirigenti dell'Intifada che la violenza paga, e mette così la nostra vita a repentaglio». Ma tra i coloni si delinea anche la tendenza moderata. I portabandiera sono due rabbini molto ascoltati, Yoel Ben-nun e Yehuda Amital, che insistono affinché il Partito Nazionale Religioso appoggi Rabin e protegga - nei limiti del possibile la causa dei coloni dall'interno del suo governo. La politica enunciata da Rabin già affligge il premier uscente Yitzhak Shamir. «Se fossi stato riconfermato al governo - ha confidato a un giornalista a lui molto vicino - avrei proseguito attivamente l'insediamento ebraico nella GiudeaSamaria (Cisgiordania). Avrei discusso di autonomia per dieci anni, e nel frattempo mezzo milione di coloni si sarebbero insediati in quella regione, alterando irreversibilmente gli equilibri demografici. Temo che il nuovo governo agirà in direzio-' ne opposta - ha proseguito Shamir - e allora, senza un saldo controllo sulla Giudea-Samaria, nessuna forza al mondo potrà impedire la costituzione di uno Stato palestinese». Aldo Baquis Yitzhak Rabin in un'immagine di martedì scorso, il giorno del trionfo (fotoafpj

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