Valanga di arresti a Tangentopoli

Valanga di arresti a Tangentopoli Aeroporti e discariche, altri 9 mandati di cattura. A San Vittore il segretario regionale psi Valanga di arresti a Tangentopoli In carcere 2 socialisti, 3 democristiani e tre manager Manca ancora all'appello il nono «nome eccellente» MILANO. Dopo sette giorni di tregua è ripresa la valanga degli arresti. Nove mandati di cattura, un record. Otto già eseguiti, per uno, a tarda sera, era solo questione di tempo. Socialisti, democristiani, amministratori pubblici e imprenditori: tutti finiti nel calderone dei giudici che stanno ripulendo Tangentopoli. Caccia ancora aperta, invece, al decimo parlamentare che ha ricevuto una informazione di garanzia. «Non sono io, non ho ricevuto niente. Sono tempestato di telefonate», continua a ripetere da Brescia Sergio Moroni, deputato psi, della direzione nazionale del partito, ex assessore alla sanità della Regione Lombardia. Il suo nome compare nei verbali di Mario Chiesa. Lo accusa di aver intascato tangenti sugli appalti all'ospedale Sacco. Il progetto è del dicembre '81, i lavori qualche mese dopo. «Mani pulite» come un safari. La caccia grossa colpisce i pezzi da novanta del psi e gli amministratori de. I giudici lavorano su due tronconi: le discariche e gli aeroporti. I verbali sono già pieni di confessioni, i documenti sequestrati sono il supporto accusatorio. Nella notte arriva il momento di tirare le fila. Andrea Parini, 41 anni, segretario e consigliere regionale psi, è il primo ad essere arrestato. I poliziotti lo prendono a Como, nella sua abitazione. Le accuse sono di corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. A mettere nei guai il dirigente dell'unica segreteria socialista non commissariata è il de Roberto Martinelli, che ha confessato in carcere appalti e tangenti per le discariche, a partire da quelle di Pontirolo, in provincia di Bergamo. A San Vittore, per quella vicenda, finisce anche Oreste Lodigiani, 51 anni, ex deputato psi, ex segretario amministrativo regionale del garofano. E' presidènte diluina società che si occupi di discariche, la Ettore Archinti: 150 milioni, secondo l'accusa per corruzione, la tangente di Lodigiani. All'alba a casa non lo trovano. Una trattativa, attraverso il suo legale, e poi l'ex deputato psi raggiunge in carcere il compagno di partito. Terzo arresto. L'imprenditore Gianluigi Milanese, 50 anni, si consegna al giudice Italo Ghitti. Corruzione aggravata e continuata, violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti le accuse. Gestore di una discarica a Mozzate, in provincia di Como, l'imprenditore avrebbe versato una tangente di 700 milioni a Gianstefano Frigerio, il segretario regionale de finito a suo tempo in carcere. La squadra mobile di Milano va in trasferta e arresta a Saranno Nicola Di Luccio, 39 anni, segretario amministrativo provinciale della de a Varese. Già inquisito per un traffico di uranio in provincia di Como, Di Luccio è al vertice di diverse società. Dal '90 siede nel consiglio d'amministrazione delle Ferrovie Nord, una delle imprese finite nell'inchiesta. E' vicepresidente dell'Irva, una delle società impegnate nella bonifica dei fiumi Lambro, Seve- so e Olona. Potrebbe essere questo ad avergli aperto le porte del carcere per corruzione. In serata viene arrestato Emilio Doneda di Bergamo, titolare della Sei, un'azienda che si occupa di discariche. Avrebbe girato circa 600 milioni al de Frigerio attraverso Martinelli, il de che ai giudici ha ricostruito il capitolo discariche. Non solo rifiuti, anche aeroporti. Decimato il consiglio d'amministrazione Sea, la società di Linate e Malpensa. Il presidente Manzi, psi, è latitante. Il suo vice, Roberto Mongini della de, ai giudici ha rivelato tutto. Battista Dincao, 41 anni, e Filippo Tartaglia, 54 anni, entrambi de, finiscono in manette. Dincao, assessore alla Pubblica istruzione a Cernusco sul Naviglio, siede nel consiglio d'amministrazione di Sea Informatica e di Sea Parking, la società che gestisce i parcheggi dell'aeroporto e sul cui conto si stanno incentrando le attenzioni della magistratura milanese. Dietro ai vertici di Sea Parking ci sarebbero importanti uomini politici. Tartaglia, invece, è un ex consigliere del Pio Albergo Trivulzio, di una società del gruppo Iri, ma anche dell'Atm dove secondo altre accuse incassava tangenti per il partito. Per i due de l'accusa che ha aperto le porte di San Vittore è corruzione: 200 milioni a testa intascati da un gruppo di società che rifornivano la Sea: Sigma, Agip Petroli, Cic, Italmense, un lungo elenco di aziende, appalti e mazzette. Alle nove di sera varca la soglia di San Vittore Ottavio Pisante, presidente dell'Emit, la Ercole Marelli Impianti Tecnologici. Vicino al psi il manager è alla guida di questa società controllata dal Gruppo Acqua di Milano, uno dei colossi nella depurazione di acque pubbliche. Il Gruppo Acqua ebbe una commessa, nell'88, anche per partecipare alla bonifica della regione di Mosca, un progetto da 10 miliardi di rubli, oltre 20 mila miliardi di lire. Pisante, inoltre, gestisce in consorzio attraverso la società Emitamaf una discarica a Casteleone (Cremona) che dovrebbe entrare in funzione il primo luglio prossimo. Sarebbe pronto a costituirsi anche Gino Nicoletti. E' lui, secondo l'accusa, ad aver intascato la tangente da 1 miliardo versata da Carlo Radice Fossati, il «moralizzatore» della de. La tangente serviva ad ottenere l'autorizzazione per tramutare in discarica la cava di Uboldo, in provincia di Varese. Ad incassare, per lo stesso partito di Radice Fossati, il de Roberto Martinelli. 59 gli arresti eseguiti fino ad ora mentre la procura ha chiuso un altro stralcio delle indagini. Chiesto il rinvio a giudizio, con rito immediato, per Walter Armanini, psi, consigliere comuna¬ le con la delega ai servizi cimiteriali. Con lui l'imprenditore Filippo Ceccarelli. Le accuse sono di violazione della legge sul finanziamento ai partiti e concussione per le tangenti sulla ristrutturazione dell'obitorio e per la manutenzione dei cimiteri. Fabio Potetti Il dirigente del «garofano» scrive una lettera a Craxi: «Mi dimetto ma sono innocente Spero che serva a qualcosa» Mi Il giudice Antonio Di Pietro Nella foto piccola in basso, il deputato socialista Sergio Moroni che smentisce di aver ricevuto un avviso di garanzia Oreste Lodigiani, 51 anni, ex deputato psi, ex segretario amministrativo regionale del garofano. E' presidente di una società che si occupa di discariche, la Ettore Archinti