Stop agli straordinari «facili» di Flavia Amabile

Stop agli straordinari «facili» Dal 1° luglio non saranno pagati dove non esistono controlli elettronici Stop agli straordinari «facili» Protestano i dipendenti pubblici ROMA. Qualcuno sperava di farla franca: vedrete, non cambierà nulla, diceva. Qualcun altro credeva che le difficili vicende politiche degli ultimi mesi avrebbero fatto dimenticare agli ex uomini di governo gli obblighi assunti. E, invece, il ministro della Funzione Pubblica, Remo Gaspari, ha stupito un po' tutti ieri firmando una circolare indirizzata ad un altro ex, il ministro del Tesoro Guido Carli. Dal primo luglio, scrive Gaspari, non devono essere più pagati gli straordinari dei dipendenti pubblici che lavorano in amministrazioni che non si sono ancora munite di cartellini elettronici. Addio, dunque, alle firme sui registri, agli orologi marcatempo e, soprattutto all'assenteismo nei pubblici uffici, altrimenti sarà il portafoglio ad alleggerirsi. La circolare sarà tra qualche giorno sulle scrivanie di tutte le amministrazioni pubbliche. E non pochi saranno i mugugni che ne seguiranno. «Perché colpire i lavoratori? Che colpa ne hanno loro se non sono ancora stati installati i dispositivi previsti dalla legge?», si chiede Antonio Foccillo, responsabile della Funzione Pubblica della Uil. Così come Foccillo se lo chiederanno diverse migliaia di dipendenti che a fine luglio non vedranno conteggiati gli straordinari sulla loro busta paga. E, probabilmente anche diverse centinaia di migliaia di italiani che si troveranno di fronte impiegati dello Stato particolarmente celeri nell'abbandonare il loro posto di lavoro. «Perplessità giuste», commenta Raffaele Costa, il deputato liberale che del cartellino elettronico e della lotta all'assenteismo nei pubblici uffici è il padre. «Ma penso che le amministrazioni si stiano attrezzando per evitare ogni problema». Di tempo, in realtà, non è che ce ne sia poi tanto: nemmeno una settimana. Gli enti che finora non hanno provveduto dovranno farlo con la massima fretta. A meno che non si tratti di «particolari situazioni», come precisa Gaspari nella circolare inviata ad aprile. Le particolari situazioni sarebbero le strutture con «oggettive difficoltà per vincoli architettonici» o con pochi lavoratori per cui il ricorso a strumenti automatici complessi «risulterebbe antieconomico, senza apportare apprezzabili risultati alla gestione del personale» o, infine, nel caso in cui «siano già state tempestivamente attivate le procedure per l'acquisizione di strumenti automatizzati». Casi limite, che comunque dovranno assicurare «la massima affidabilità e garanzia di obiettività». Entrare ed uscire dal proprio ufficio senza il car¬ tellino elettronico sarà possibile solo ai dipendenti degli enti che rispondono a queste caratteristiche. Norme rigide, dunque, di fronte alle quali il più stupito è proprio Raffaele Costa. Il deputato liberale a dicembre aveva vinto la sua battaglia ottenendo il sì delle camere all'introduzione del cartellino e al blocco del pagamento degli straordinari ai dipendenti di quegli uffici che non si fossero adeguati. Ora che, dopo sei mesi, Gaspari ha dato tutte le disposizioni necessarie per la buona riuscita dell'operazione anti-assenteismo Costa quasi non ci crede. «Mi sorpren¬ de la severità del ministro: mi sembra che rispetto alla circolare emenata ad aprile ci sia anche un maggior rigore». I sindacati, invece, in linea di principio si dicono d'accordo, anche se non mancano le polemiche. Domenico Trucchi della Cisl: «Mi sembra un segno di sfiducia da parte dello Stato nei confronti dei propri dirigenti che dovrebbero fare i controlli». E Alfiero Grandi della Cgil: «Non è possibile affidare ad un elemento meccanico quello che in realtà deve essere controllato dall'uomo». Flavia Amabile Un lavoratore bolla il cartellino

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