Raiuno peones in rivolta di Maria Grazia BruzzoneCarlo Fuscagni
Raiuno, peones in rivolta I programmisti: troppi consulenti esterni. La replica: i lottizzati siete voi Raiuno, peones in rivolta «La rete sta andando allo sfascio» ROMA. Sale di tono la rivolta a Raiuno, la prima rete tv da sempre cattolica e tranquilla, a colpi di assemblee e lettere al vetriolo. E adesso i peones che hanno deciso di «non voler più essere complici con chi manda allo sfascio la rete che un tempo era il vanto dell'azienda», non si accontentano di sottoscrivere in massa documenti di denuncia indirizzati direttamente al consiglio di amministrazione. Adesso cominciano a fare nomi e cognomi. E i vertici della rete, il direttore forlaniano Carlo Fuscagni e il vicedirettore Lorenzo Vecchione, vicino a Gava, tra i quali già non corre buon sangue, inutilmente tentano di fermare la marea di scontento che monta, in una situazione generale resa più delicata dall'incertezza del momento politico. Dopo il primo documento della settimana scorsa, firmato da 80 programmisti, che denunciava la «direzione bicefala» della rete, le anomalie amministrative, il proliferare di collaboratori e consulenti e chiedeva senza mezzi termini il salvataggio della rete in grave crisi finanziaria e di ascolto, ecco a distanza di pochi giorni una seconda lettera, ben più precisa e tagliente, approvata dall'«assemblea dei dipendenti di Raiuno». Avevano parlato di «strutture parallele composte di fiduciari strapagati» che esautorano di fatto i funzionari dal loro lavoro di programmisti e creano confusione amministrativa? Ora le precisano. «Si tratta di 4 strutture surrettizie che operano da tempo accanto alle 8 ufficiali, ormai delegittimate». Dues di esse fanno capo a Direttore; e Vicedirettore e hanno una propria titolarità di spesa. Un'alt.ra dipende dall'assistente del direttore di rete Carlo Camepari, un'altra a Francesco De* Crescenzo, consulente esterno alla Rai, titolare di una struttura per le coproduzioni, le vendite e gli acquisti. Secondo i programmisti «autorizzati» ormai Raiuno sarebbe in mano agli «esterni». E sterni amici, naturalmente. D;i qui nascerebbe confusione, incertezza e poca trasparenza. E si citano esempi. La rinuncila a produrre il film dei fratelli Taviani, poi riacquistato d.alla concorrenza. La probabile regia di film della rete da parto di Ricky Roseo, un produttore di Pesaro che vanta l'amicizia di Forlani, «che ha già dato prova di sé come produttore di Rossini e Mosca Addio (...). Bisognerà spiegare dove Pasquale Vice domini ha maturato un'esperienza tale da consentirgli di essere nominato sul campo responsabile dell'immagine di Raiuno. Perché si pagano società esterne come quella di Bibi Ballaceli per sezionare i ragazzi di "Fantastico" o per il contenitore "Piacere Raiuno", quando nelle nostre sedi lo stesso lavoro si sarebbe potuto fare a costo zero, utilizzando personale interno, come si faceva in passato». «La pratica degli esterni, là dove si fa il "casting" invitando e pagando ospiti per tavole rotonde e varietà, ha raggiunto vette di favoritismi politici», spiega uno dei «rivoltosi». Tacciono i capistruttura. Il direttore Fuscagni sminuisce, pur riconoscendo che un calo dell'ascolto della rete c'è stato, è vero, dal 26 al 24% in tre anni. «Si tratta di falsi problemi. La verità è che alla prima rete si continua a chiedere troppo: primato dell'ascolto, qualità dei programmi, novità». Francesco De Crescenzo, uno degli accusati, è scettico. «E' la rivolta degli stracciaculi, lottizzati e in più oggi frustrati perché oggi i partiti non li aiutano più», taglia corto sprezzante, ricordando i suoi 13 anni passati all'Ite di lord Lew Grade, «col quale ero anche l'altro giorno a un ricevimento alla camera dei Lord. Prendersela con me che all'azienda porto soldi è solo invidia - aggiunge -. Per soli 20 miliardi gli ho appena comprato 10 ottimi film, tra i quali JFK, altro che i pacchetti da 70 miliardi pieni di spazzatura». Sarà. Ma che nella Rai tutta serpeggi inquietudine lo prova l'assemblea congiunta di giornalisti e dirigenti, la prima del genere, affollatissima, che si è svolta martedì scorso. E proprio ieri i direttore generale Pasquarelli e il presidente Pedullà hanno approvato un pezzo dell'attesa «autoriforma», annunciando l'accorpamento dei supporti amministrativi e tecnici delle tre reti, precisando che «con questo provvedimento le attività di vendita e acquisto saranno coordinate da un Comitato operativo dei direttori di rete» e che così sarà realizzata «una più efficace politica di pianificazione e controllo della spesa». Maria Grazia Bruzzone Carlo Fuscagni (a sinistra) direttore della Rete uno e Toto Cutugno (sopra) uno dei conduttori di «Piacere Raiuno»: anche per reclutare i ragazzi dello spettacolo si è fatto ricorso a «esterni»
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