Pregando sotto le bombe coi pellegrini di Medjugorje di Franco Giliberto

Pregando sotto le bombe coi pellegrini di Medjugorje Viaggio nella Jugoslavia in fiamme: posti di blocco, raffiche di mitra. «Ma Maria ci salverà» Pregando sotto le bombe coi pellegrini di Medjugorje MEDJUGORJE DAL NOSTRO INVIATO Bombe e preghiere, raffiche di mitra e rosari, boati di mortai e campane a festa. A 18 chilometri da Mostar semidistrutta, a 150 da Sarajevo macchiata di sangue innocente, Medjugorje e il suo santuario hanno vissuto ieri una giornata di grande emozione: almeno settemila pellegrini, forse diecimila, vi sono convenuti per ricordare quel giorno di 11 anni fa - era il 25 giugno del 1981 - in cui sei ragazzi rivelarono d'essere rimasti abbacinati dall'apparizione della Madonna sul colle Podbrdo. Un raduno di fedeli straordinario, non tanto per quantità di persone, che in altre occasioni e ricorrenze a Medjugorje erano giunte anche più numerose. Ma per la difficoltà di viaggiare e penetrare, quest'anno, in un territorio di guerra vera. C'è da credere che questa volta siano rimasti a casa, lontano dall'Erzegovina stuprata dalle atrocità delle bande armate, sia i pellegrini a caccia di facili esaltazioni, sia i curiosi alla ricerca del sensazionale. Troppo alta era la posta in gioco, c'era da correre seri pericoli a venire fino al santuario. Così è facile immaginare che quei 7-10 mila coraggiosi saliti ieri a Medjugorje fossero mossi da devozione autentica. Parlavano 18 lingue diverse: croati e sloveni in maggioranza, quindi italiani (si calcola 1500 pellegrini, piemontesi, lombardi, veneti, toscani, marchigiani, pugliesi, campani), 500 fra inglesi e irlandesi. E poi tedeschi, polacchi, francesi, spagnoli, portoghesi, romeni, sudamericani, canadesi, persino australiani. E' dunque così facile di questi giorni attraversare la Jugoslavia? Tutt'altro. La massa dì pellegrini lo ha fatto viaggiando a gruppi, su pullman spesso scalcinati o in carovane di automobili, taluni in auto, con partenze anticipate di qualche giorno per essere sicuri di arrivare all'appuntamento mistico del 25 giugno. Due navi traghetto partite da Ancona e da Pescara hanno scaricato a Spalato un gran numero di italiani, accorciando loro il percorso. Ma i molti che come noi sono scesi lungo la costa dalmata in macchina da Trieste hanno spesso disperato di arrivare a destinazione: 700 chilometri percorsi in 20 ore, soste per una trentina di posti di blocco, abbandono della strada a Prizna per il crollo di un ponte e imbarco su un traghetto per l'i- sola di Pago da percorrere in tutta la sua lunghezza fino all'istmo verso Zara. E infine la sosta notturna più lunga alle porte di Sebenico, dinanzi a uno sbarramento stradale della milizia croata che non ha lasciato passare nessuno finché hanno taciuto i mortai e le mitragliatrici che poco più avanti crepitavano non si sa contro chi. Dicono che negli anni scorsi una donna a Medjugorje sia guarita d'una sclerosi a placche, che un'altra sia stata liberata dall'artrite reumatoide. Si sostiene coli Mostar che esiste ima casistica di persone afflitte da più o meno gravi malattie svanite d'acchito sulla porta del santuario. Ma ieri i miracolati, sia pure di piccola qualità, sono sembrati tantissimi: tutti coloro che avevano patito le pene dell'inferno per giungere alla meta e che pure avevano perduto ogni traccia di fatica e di preoccupazione sul volto, rapiti dalle suggestioni celebrative in onore della Madonna, protrattesi di mattina e di piomeriggio. C'era il sole e ima temperatura di 28 gradi all'ombra. All'orizzonte, verso Est, si vedeva qualche nube e si udiva qualche rumore attenuato: «Ma sono brontolìi di tuono, non colpi di cannone», dicevano ottimisti i pellegrini. Il tema della pace in Jugoslavia, la sua invocazione collettiva per il tramite della Madonna, hanno caratterizzato l'intera giornata religiosa. Padre Jozo Zovko che undici anni fa, alla prima apparizione, era parroco di Medjugorje e aveva incoraggiato i sei ragazzi-veggenti a non perdere mai più quel divino contatto, ha ricordato quanti disastri si sono abbattuti su questo territorio: sono cadute bombe tutt'attorno alla cittadina del santuario. A Citluk, Liubiuski, Grude, e a Ciaplina dove l'albergo «Mogorielo» frequentato dai pellegrini è andato distrutto. Anche fra i due colli dell'aooarizione mariana, il Podbrdo e il Krizevac, sono cadute bombe. «Sembrava che i serbi, nella notte dell'ultima Pasqua, volessero mettere a ferro e a fuoco anche Medjugorje. L'oltraggio è stato evitato solo con un intervento diplomatico-militare». Ieri, mentre padrr Jozo diceva la Messa del mattino con altri francescani, il santuario era stipato di folla. Anche all'esterno migliaia di persone seguivano il rito, qualche centinaio sempre in ginocchio. Nella chiesa c'erano cinque dei sei ragazzi-veggenti: Vicka, Jakov, Marija, Ivanka e Ivan, tutti oggi sui 2527 anni. Mancava Mirjana, che si è sposata, ha un bambino e vive gran parte dell'anno a Perugia. Due soltanto continuano ad avere apparizioni della Madonna, da undici anni a questa parte: Vicka e Marija, che ogni giorno poco prima delle 19 per qualche minuto sostengono il celeste confronto, ottenendo brevi messaggi, in genere inviti alla pace e alla fratellanza e contro il consumismo. Ma la cittadina di Medjugorje, 3700 abitanti, si è dilatata negli ultimi anni proprio per l'arrivo periodico di pellegrini, vari milioni di persone dal 1981. E proprio un consumismo particolare, con una miriade di negozietti di souvenir religiosi, in un certo senso turba questa comunità. Che ha assistito a un alternarsi di atteggiamenti politici contrastanti nei confronti del santuario e dei ragazzi-veggenti: dapprima l'ostracismo per i francescani, alcuni persino arrestati come padre Jozo e maltrattamenti anche per molti pellegrini; negli ultimi anni, invece, un liberalismo pressoché totale, con iniziative amministrative e politiche che hanno favorito l'afflusso dei fedeli o meglio della loro valuta pregiata. Al di là della guerra, non sempre la cittadina del santuario ha comunque vissuto in serenità. A turbarne i sonni è stato lo stesso vescovo di Mostar, Pavao Zanic, che tempo addietro mandò alla Santa Sede un rapporto di 23 pagine in cui affermava che i giovani veggenti erano stati «manipolati da un gruppo di francescani e da uno in particolare, che si può definire mistificatore e mago carismatico». Poi erano state prese varie iniziative pseu- do-scientifiche per accertare se i ragazzi delle apparizioni possedessero un minimo equilibrio psicofisico: vi hanno provveduto medici italiani, francesi e americani secondo metodi e analisi non sempre chiarissime. Forse anche per questo motivo la Congregazione vaticana per la dottrina della fede aveva invitato i vescovi «a scoraggiare i sacerdoti italiani dall'organizzare i pellegrinaggi a Medjugorje». Ma non sono fatti questi che tocchino i ragazzi-veggenti. Nel parlare per tutti, la ventisetten¬ Vergine ra ne Vicka ieri ci diceva tranquilla: «Non facciamola troppo difficile. Noi siamo individui semplici e sinceri, non ci è mai passato per la testa di prendere in giro il prossimo». E la madre della ragazza, nella sua casa piuttosto umile alla periferia della cittadina, aggiungeva: «Vicka vive tranquillamente questa sua straordinaria esperienza. Aiuta me e la famiglia nel lavoro dei campi e a sbrigare le faccende domestiche. Non è una ragazza fuori del comune, l'avete vista. E' come tutti gli altri. Ha soltanto la fortuna di vedere la Madonna. Non ci piacciono le malignità inutili». Fra le malignità inutili, una ai pellegrini di Medjugorje è apparsa in questi giorni intollerabile. A pochi chilometri dal santuario, sulla strada che corre verso Ljubuski, i francescani avevano fatto issare un grande cartellone che raffigura la Madonna in manto azzurro, con una scritta di benvenuto per i fedeli. Quel cartellone ora è ridotto a un colabrodo, tutto bucherellato da colpi di mitra. Di notte i serbi ci hanno fatto il tiro a segno. Franco Giliberto 11500 fedeli italiani arrivati tra gravi pericoli A18 chilometri c'è Mostar travolta dalla guerra Il cartellone con la Vergine che dà il benvenuto bucherellato dai mitra delle milizie serbe Migliaia di pellegrini sono arrivati a Medjugorje per pregare per la pace [foto ansa]

Persone citate: Ivanka, Jakov