In Russia il terrore viaggiava sul treno

In Russia il terrore viaggiava sul treno csi wmmm, Lasciava i cadaveri nelle stazioni, sorpreso in un vagone. E il «cannibale» aspetta il verdetto In Russia il terrore viaggiava sul treno Un altro mostro: «Ho ammazzato decine di donne a colpi d'ascia» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per una settimana gli abitanti di sesso femminile della regione di Vladimir, 150 chilometri ad oriente di Mosca, hanno vissuto nel terrore. «Era come se nella zona vagasse il fantasma di Chikatilo», scrive la Tass, ricordando il nome del cannibale che, dopo aver ucciso 55 donne in modo bestiale, attende in questi giorni il verdetto del tribunale di Rostov sul Don. Quasi ogni giorno infatti, alla periferia dell'antica città di Murom, o nelle stazioncine della ferrovia suburbana che conduce a Navashino, venivano trovati i cadaveri orrendamente mutilati di giovani donne. Gli organi di stampa russi, abituati da decenni alla «discrezione», hanno solo ora dato notizia della strage, senza però riferire quante donne sono cadute sotto i colpi del nuovo «mostro». Gli abitanti della regione, però, erano stati avvertiti dalle autorità, almeno nella settimana precedente alla cattura dell'autore dei delitti: «un certo Ershov», scrive la Tass, senza riferirne il nome. Nella caccia all'assassino è stato lanciato il corpo di polizia di Murom al completo, quello di Navashino, così come tutti gli agenti della polizia ferroviaria della zona. Sotto un «rigido controllo» sono state poste tutte le strade di comunicazione tra le due cittadine, i loro quartieri periferici e le linee dei trenini che le uniscono. Allo stesso tempo, le autorità hanno messo in guardia la popolazione, diffondendo le poche notizie raccolte sul «mostro». E qualche effetto, a quanto pare rapidamente, è stato ottenuto. La polizia, probabilmente in base ai racconti di qualche testimone, è riuscita a mettere insieme un identikit dell'assassino. Così, alla fine della scorsa settimana, proprio sul trenino suburbano che congiunge Murom a Navashino, è stato fermato un passeggero sospetto, il guardiano di una piccola impresa di Murom. Nella valigetta che portava con sé, gli agenti hanno trovato un coltello da macellaio ed un'ascia. Ershov è crollato al primo interrogatorio, o almeno ha deciso subito di parlare, raccontando nei particolari l'esecuzione dei delitti. Subito è apparso chiaro che lo scopo degli omicidi non era il profitto, ma il «piacere»: seguire le donne nel buio, aspirare l'odore del sangue, ascoltare le grida delle vittime «lo eccitavano». Ershov viene ora definito un maniaco, e sicuramente lo è, ma di un tipo che sempre conserva una singolare lucidità. «Decisi di uccidere finché non mi avesse¬ ro preso», ha raccontato agli inquirenti. Nel suo delirio, l'uomo aveva del resto sempre avuto coscienza del fatto che nessun tribunale avrebbe potuto condannarlo a morte. Il suo nome, infatti, era già da tempo registrato su una cartella clinica del centro psichiatrico di Murom. «Molto tranquillo, silenzioso, equilibrato. Ha smesso di frequentare l'istituto musicale e si è ricoverato da noi all'inizio dell'anno per una schizofrenia di lieve gravità. A marzo è stato sottoposto a cure, e secondo la diagnosi dei medici, non rappresenta un pericolo per le altre persone». Così, positivamente, Ershov era stato valutato appena tre mesi fa dalla dottoressa Pirnenova, direttrice del centro psichiatrico. La cronaca, purtroppo, l'ha smentita. Fabio Squillante

Persone citate: Chikatilo, Fabio Squillante

Luoghi citati: Mosca, Russia