Interruzione di maternità, la Germania dice sì di Emanuele Novazio
Interruzione di maternità, la Germania dice sì Socialdemocratici e liberali: deve essere la donna a scegliere, 356 voti favorevoli e 283 contrari Interruzione di maternità, la Germania dice sì Idue partiti cristiani hanno perso la battaglia al Bundestag BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Germania unita sceglie una legislazione sull'aborto più permissiva, le norme finora in vigore all'Ovest, molto restrittive, sono cancellate. Nella notte, dopo un dibattito fiume cominciato al mattino e a tratti molto teso, il Parlamento federale ha approvato la proposta di socialdemocratici (all'opposizione) e liberali (al governo): 356 voti contro 283 che segnano una svolta. D'ora innanzi sarà la donna a decidere, con il solo obbligo di consultare un medico tre giorni prima dell'intervento, ma la maggioranza si è spaccata su un tema che da due anni divide il Paese. Fino all'ultimo l'esito del voto è rimasto incerto, perché i cento parlamentari che hanno preso la parola hanno ribadito le proprie posizioni, in un'aula tesa e attentissima dove spesso si avver¬ tiva netta l'emozione. Nonostante i sette progetti portati all'esame del Bundestag, la battaglia è stata fra due schieramenti: quello di socialdemocratici e liberali, favorevoli alla libertà di aborto nei primi tre mesi di gravidanza e alla responsabilità della donna; e quello dei partiti cristiani, Cdu e Csu, decisi ad insistere per la punibilità dell'aborto a meno che un medico non lo prescriva «d'obbligo»: perché la madre altrimenti corre dei rischi o perché la gravidanza è conseguenza di una violenza. Decisivo è stato il voto di quei democristiani, una sessantina, che alla vigilia non avevano nascosto di appoggiare il progetto socialdemocratico. Se il «partito della riforma» ha avuto la meglio è stato grazie a loro: da soli, Spd e Fdp non potevano contare sulla maggioranza. Il voto è stato reso necessario dall'ultima «disparità legislatiI va» fra Est e Ovest rimasta dopo l'unificazione. Nella Ddr, che privilegiava l'occupazione delle donne e garantiva le strutture sociali alle quali affidare i neonati, l'interruzione della gravidanza era libera e gratuita nei primi tre mesi: la decisione spettava alla donna e soltanto a lei. Nella Germania dell'Ovest, al contrario, dove il sistema sociale privilegia la famiglia tradizionale di fronte al lavoro femminile, la legislazione era fra le più restrittive dell'Europa occidentale: l'articolo 218 del codice penale prevedeva la possibilità di abortire soltanto in pochissimi casi. E nel 1975 la Corte costituzionale aveva fatto prevalere, contro il governo a guida socialdemocratica e liberale, una interpretazione conservatrice della Costituzione sulla «difesa della vita prima della nascita». La decisione dei liberali - alleati di Kohl - di sostenere la proposta dell Spd ha spaccato la maggioranza e ha sollevato dif¬ fusi malumori. Ma le «ambiguità politiche» manifestate dal Cancelliere, che soltanto alla fine si è dichiarato per una legislazione restrittiva, ma che è stato giudicato troppo tiepido di fronte ai riformatori, hanno scatenato l'irritazione degli ambienti ecclesiastici: deboli con chi vuol riformare la legge sull'aborto in senso liberale, i democristiani non sono più degni del nome, devono chiamarsi «Unione democratica» e non più «Unione cristiano-democratica», ha fatto sapere la gerarchia cattolica tedesca. Esortando perfino gli elettori cristiani a considerare «l'eventuale fondazione» di un nuovo partito, più sensibile all'insegnamento della Chiesa. Altre reazioni sono state anche più aspre: il vescovo di Fulda, Johannes Dyba, ha paragonato il progetto di riforma al programma nazista di eutanasia. Emanuele Novazio
Persone citate: Johannes Dyba, Kohl
Luoghi citati: Ddr, Europa, Germania, Germania Dell'ovest
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