«0 ti impegni sull'aborto oppure votiamo contro» di Massimo Gramellini

«0 ti impegni sull'aborto oppure votiamo contro» «0 ti impegni sull'aborto oppure votiamo contro» ... . ■ . : ... . . :; . ., • ,.. ■ SESSANTA DC AL PRESIDENTE INCARICATO CVE' un'altra mina demo* cristiana sul cammino di Giuliano Amato. Dopo le minacce del «Patto Segni», stavolta sono i parlamentari anti-abortisti del «Movimento per la vita» a dettare l'ultimatum: niente fiducia al governo se il programma non conterrà «precisi impegni» in materia di eutanasia, aborto e legislazione famigliare. «Andremo fino in fondo», promette il leader del movimento Carlo Casini. «E' una fanfaronata grottesca», lo zittisce Marco Pannella, mentre la senatrice socialista Elena Marinucci minaccia: «Se Amato prende quei voti ne perderà molti altri, compreso il mio». Scherzi del destino. Proprio nel giorno in cui sessanta democristiani tedeschi, guidati dalla presidente del Bundestag Rita Suessmuth, si schierano con i partiti di sinistra per far approvare una legge più permessiva sull'aborto, un numero analogo di democristiani italiani compie la scelta opposta e chiede una revisione restrittiva della «194» e una dichiarazione esplicita contro l'eutanasia. Un bel guaio per il governo Amato, che a causa della sua maggioranza risicata rischia di trovarsi fin dalla nascita nel mirino di qualche gruppo di pressione. Tutto comincia con una lettera che 67 deputati e 20 senatori democristiani spedirono al segretario Forlani subito dopo le elezioni: Carlo Casini e il suo drappello del «Movimento per la vita» aprono un elenco di firme che comprende anche quelle del neo-vicepresidente della Camera Tarcisio Gitti, del referendario Gianni Rivera e di Alberto Michelini e Silvia Costa. Le richieste sono esplosive, perché mai la legge sull'aborto ha fatto parte di un programma di governo. Infatti non entra nemmeno nelle ventitré cartelle della bozza presentata nei giorni scorsi da Amato. Ma è proprio questa assenza a scatenare Casini e i suoi amici, che ottengono un incontro con il vicesegretario della de Mattarella e poi lanciano il loro ultimatum: o cambia qualcosa o votiamo la sfiducia. «Su tutti e 87 non potrei giurare - ammette Casini -, ma almeno sul sottoscritto e sugli altri cinque promotori posso assicurare: andremo fino in fondo. I governi non possono essere neutrali sui temi della vita e della morte. So che Amato è una persona attenta e sensibile a questi temi». Casini allude a una polemica sorta sul finire degli Anni Ottanta, quando l'attuale presidente incaricato criticò un'ordinanza della Corte Costituzionale, sostendendo sull'«Espresso» come non fosse giusto che in materia di aborto il padre non potesse dire la sua e tutto il peso della decisione gravasse invece sulla donna. In una successiva intervista a «Panora¬ ma», Amato raccontò di averne discusso con la figlia Elisa che pur essendo «forse l'unica persona che reputo più intelligente di me» non gli aveva dato ragione. Ieri Amato ha affrontato senza sbilanciarsi la nuova tempesta che pende sul suo capo: «Casini, da quel che mi ha detto Forlani, chiedeva che nel programma ci fosse qualcosa sulla bioetica. Ho fatto presente che, a parte la politica estera, in quella bozza ci sono esclusivamente gli impegni emersi nei colloqui con i partiti. Sulla bioetica, lui ha ragione: il governo se ne deve occupare». «Già, ma la bioetica è una cosa, la legge sull'aborto un'altra», precisa Elena Marinucci, sottosegretario alla Sanità nel governo uscente e compagna di partito del presidente incaricato. La sua prima reazione alla notizia dell'ultimatum di Casini è quasi un urlo: «Ma non è possibile!» Poi ci ragiona sopra: «Amato è un laico intelligente e colto. Non raccoglierà una sfida che creerebbe una spaccatura nel Paese. La richiesta del Movimento per la vita è un ballon d'essai, anzi, diciamolo pure, una scemata. Che quegli ottanta signori si impegnino nella contraccezione, piuttosto!». Non troppo diversa la reazione di Pannella: «Resto incredulo, perché sotto quel documento ci sono anche firme abbastanza incredibili. Non posso che rammaricarmi di questa strumentalizzazione velleitaria. Sì, velleitaria, perché Amato non cederà mai. Figuratevi!» Massimo Gramellini Nelle foto da sinistra Carlo Casini e Alberto Michelini In alto a destra Elena Marinucci