«Popolari per la riforma»

«Popolari per la riforma» «Popolari per la riforma» Segni fonda un nuovo movimento per i «valori cristiani in politica» ROMA. Mario Segni ha deciso: la sua prossima battaglia sarà quella interna alla de. Per questo ha preparato un nuovo manifesto dei «Popolari per la riforma» annunciandone la presentazione per questa mattina. L'incarico di redigere una prima bozza del documento era stato affidato a Scoppola. Ma il testo del «garante» del patto non era andato bene a Segni: forse troppo moderato nei toni, ma soprattutto proiettato in modo prevalente verso l'idea di una grande aggregazione di tutti i riformisti. Segni, invece, ha ritenuto che in questa fase occorres: e comunque puntare ancora su un passaggio interno alla de. Ed ha predisposto un nuovo testo, che ieri ha fatto circolare via fax agli interessati, per eventuali correzioni prima della presentazione ufficiale. Ecco il testo del documento firmato da Segni: «Nel momento in cui la crisi delle istituzioni si rivela in tutta la sua ampiezza, il degrado dei partiti delude e indi¬ gna i cittadini e una crisi di sfiducia colpisce quasi intera la classe politica, noi lanciamo un invito alla speranza e un appello ad un nuovo impegno. Siamo tra coloro che cercano di ispirare a valori cristiani l'azione politica; che conoscono lo straordinario contributo dato da questa tradizione alla nascita e al grande sviluppo della democrazia repubblicana. Siamo convinti che una rinascita nazionale non può fare a meno di questo mondo e di un suo stretto collegamento con gli altri filoni della società aperti al progresso e alla novità». «Constatiamo - prosegue Segni - la grave crisi della de. L'uso di pratiche deteriori come il tesseramento pagato, le irregolarità nella vita interna, i conflitti delle correnti non più per contrasti ideali, ma per la spartizione delle risorse e una lottizzazione senza remore coinvolgono il partito nei fenomeni di degrado, creando un contrasto tra la sua realtà e la sua ispirazione ideale e producono una dirigenza che si regge su un sistema di potere a sé stante, non più rappresentativa del corpo sociale. Senza un radicale e rapido cambiamento, la de non è più legittimata a proporsi ai cittadini come un partito di ispirazione cristiana e risulta incapace di guidare il Paese nella fase difficilissima che ci stringe». «Tra coloro che ancora guardano alla de - sostiene Segni esistono energie valide per ridare al partito il suo ruolo. Attorno ad alcune grandi idee come il rinnovamento delle istituzioni sulla linea referendaria, la rottu¬ ra degli strumenti che hanno consentito l'occupazione dello Stato da parte dei partiti, la creazione di una coscienza sociale che promuova il risanamento finanziario nel rispetto di una reale equità, il sorgere di una classe politica che per serietà e competenza riacquisti la fiducia dei cittadini, è possibile ricreare entusiasmo e consensi. Ma questo si può fare solo se, azzerando una struttura ormai consunta, cancellando un tesseramento ormai fonte di discriminazioni e irregolarità, si chiamino cittadini ed eletti a scegliere direttamente dirigenti e linea politica. Chiediamo, perciò, non un congresso che con le regole usuali confermerebbe l'esistente, ma regole del tutto nuove per una grande assemblea popolare che avvii un nuovo inizio». «Facciamo appello - conclude il manifesto - a tutti coloro che condividono queste ansie e queste speranze, perché si uniscano a noi nel movimento dei "popolari per la riforma"». [Asce] I§§ Mario Segni presenta oggi il «manifesto» del suo movimento

Persone citate: Mario Segni, Scoppola

Luoghi citati: Roma