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Bianco Bianco «Avremmo rifiutato se...» CARO Direttore, a proposito dell'editoriale sull'atteggiamento del «Patto» rispetto al governo, vorrei fare qualche osservazione. Mettiamo per un attimo che Giuliano Amato ponesse la riforma elettorale come punto centrale del programma del suo governo; e che nella scella dei ministri desse veramente un segnale di quella radicale svolta che il Paese chiede. Ebbene io credo che tutti i parlamentari aderenti al Patto, anche quelli dei partiti di opposizione, si porrebbero seriamente la questione se votare la fiducia indipendentemente dagli ordini di scuderia. Se poi pensiamo ad un governo presieduto da una personalità come Mario Segni, che nasca proprio per attuare quel cambiamen! lo delle regole preliminare a qualunque riforma, allora è certo che non solo in tanti avremmo disubbidito, ma che gli stessi partiti oggi collocati all'opposizione - e La Malfa per primo - avrebbero dato il loro sostegno. Insomma, caro Direttore, nel Patto siamo tutti d'accordo nel considerare che il programma di Amato non è in sintonia con ciò che chiediamo. Così come siamo tutti d'accordo nel considerare importante l'elezione diretta del sindaco, della quale Amato - modificando la precedente impostazione - si è impegnato a favorire la rapida approvazione. E siamo ancora d'accordo nel considerare decisiva la neutralità del governo nei confronti dei referendum: è indispensabile che Amato non faccia l'errore che fece Andreotti, costituendosi il governo parte contro i referendum nel giudizio presso la Corte Costituzionale. Ed insieme concordiamo sul fatto che, soddisfatte queste esigenze minime, i deputati che appartengono a partiti della maggioranza votino la fiducia, senza violare gli impegni sottoscritti. Enzo Bianco direzione pri

Persone citate: Andreotti, Bianco, Enzo Bianco, Giuliano Amato, La Malfa, Mario Segni