«I miei risparmi per il riscatto» Marco Fiora rivive le sue paure

«I miei risparmi per il riscatto» Marco Fiora rivive le sue paure «I miei risparmi per il riscatto» Marco Fiora rivive le sue paure li. CASO SOLIDARIETÀ' TRA BAMBINI TORINO. Aveva la stessa età di Farouk, Marco Fiora quando il 2 marzo 1987 venne rapito ai suoi genitori. Adesso vive con angoscia la prigionia del ragazzino che ha conosciuto attraverso le cronache e di cui immagina i patemi, le ansie, il terrore che lui ha provato. Ed ha avuto istintivamente un moto di ribellione e solidarietà. «Voglio mandare i miei risparmi ai genitori di Farouk» ha detto qualche sera fa al padre Gianfranco. Ed ha aggiunto: «Sarebbe bello che anche papà e mamma di Farouk potessero sentire vicina la gente come l'abbiamo sentita noi». Marco è cresciuto, è più magro, più alto come si conviene ad un ragazzino di 12 anni. Aspetta di entrare nello studio del dentista per regolare la «macchinetta» che gli metterà a posto i denti. Marco però non sembra un bambino come quelli della sua età. Il sequestro gli ha fatto, intanto, perdere un anno di scuola ed è uno dei segni che la crudeltà gii hanno lasciato adosso. Poi si aggrappa al padre e il suo non è nmbarazzo di dover rispondere a qualche domanda: è probabilmente il riflesso condizionato di una paura che stenta a diradarsi e che si è fatta più acuta in questi giorni. Dice Gianfranco Flora: «La vicenda di Farouk ci ha riportato ai giorni terribili trascorsi nell'attesa, nel dubbio, nel dolore, nella rabbia di non poter far nulla per un figlio che non sapevamo dove fosse». Non riesce a darsi pace per lo sfregio che i rapitori hanno fatto al piccolo ostaggio: «Dobbiamo fare qualcosa per quel bambino e per i suoi genitori». Questo omone imponente circonda con il braccio le fragili spalle del figlio. «Ne abbiamo parlato in casa e Marco non ha avuto esitazioni: mandiamogli quel che avete messo via per me». Continua: «E' un gesto simbolico, si capisce. Non è con questi soldi che si risolve un problema così enorme e delicato». I risparmi di Marco sapete in che consistono? Lo spiega papà Fiora: «Durante i giorni del sequestro centinaia e centinaia di cittadini mandavano soldi perché comprassimo giocattoli a Marco. Una solidarietà che si fece intensa specialmente sotto Natale quando speravamo che mio figlio ci venisse restituito. Poi continuò: erano lettere di nonni, di padri, di bambini che volevano aiutare Marco. Ci confortò l'amicizia della gente, di tanti sconosciuti che non ho neppure potuto ringraziare perché non scrivevano nome e indirizzo. Quando Marco venne rilasciato, il primo agosto del 1988, avevamo la casa piena di giocattoli e le offerte le abbiamo riunite su un libretto di rispar¬ mio. E' giusto, è bello che Marco rimetta in moto la catena della solidarietà che è un modo per stare vicino a chi soffre. Dio sa quanto si soffre, quanto soffre specialmente Farouk». Però Gianfranco Flora, ai genitori del bambino rapito, vuol far sapere altro: «Anche a noi chiesero cinque miliardi di riscatto. Una somma semplicemente folle rapportata alle nostre reali possibilità. Non ci rimase che urlare in tutti i modi che Tiòn eravamo nelle condizioni di pagare e che non avrebbe avuto senso far del male a mio figlio. Abbiamo ribaltato il discorso e detto ai rapitori: non ne possiamo niente perché siete voi ad aver sbagliato la richiesta». E' quanto dovrebbero fare i genitori di Farouk: «Il silenzio è sentito dai sequestratori quasi fosse un tacito consenso. Bisogna invece uscire allo scoperto e chiarire come stanno le cose». Poi il commento amaro: «Li hanno presi i rapitori di Marco. Quasi al cento per cento erano loro. Poi è finita come tutti sanno: uno è morto, tre o quattro sono stati scarcerati. In galera è rimasto un gregario, l'autista». E' tardi, il dentista attende. Papà Fiora saluta, Marco sorride. Spariscono, abbracciati, dietro il portone che si chiude alle loro spalle. Marco passò quasi un anno e mezzo sull'Aspromonte, dalle parti di Locri. Il 2 agosto 1988, venne rilasciato dai banditi sulla strada che da Cimine porta verso il monte Zamaro. Pier Paolo Benedetto Il piccolo Marco Fiora con la madre in un momento felice dopo la liberazione dal sequestro in Calabria

Persone citate: Fiora, Gianfranco Flora, Marco Fiora, Pier Paolo Benedetto

Luoghi citati: Calabria, Locri, Torino