Fresco da quarant'anni di Gianni Bisio

Fresco da quarant'anni La Centrale del latte lanciò la prima bottiglia nel 1952 Fresco da quarant'anni Nel '91 prodotti 41 milioni di litri Oggi festa di compleanno col sindaco Ha 40 anni, ma non li dimostra. E' la Centrale del latte di Torino: concepita il 28 aprile 1950, sindaco era Domenico Coggiola e la città aveva 734 mila abitanti, produsse la prima bottiglia di latte pastorizzato (costava 84 lire) nell'ottobre 1952 nello stabilimento di via Filadelfia 220, allora perso fra i campi della periferia e giudicato «avveniristico». Un termine, avveniristico, rivelatosi esatto se, a 40 anni di distanza, la medesima struttura può contenere apparecchiature che hanno seguito l'evoluzione dei tempi e che servono ancora una città di un milione d'abitanti, più il circondario, con una gamma molto diversificata di prodotti: dal latte fresco a quello a lunga conservazioni, dallo yogurt alla ricotta, dalla panna alla mozzarella. Stamane, alle 10, la Centrale del latte sarà visitata dal sindaco: più che una cerimonia per un anniversario è il riconoscimento di un servizio prestato alla città con continuità e senza creare problemi. Ne va fiero l'ing. Riccardo Pozzoli amministratore delegato della società dai giorni difficili di Cernobil (primavera '86), quando il latte fu subito considerato «a rischio». Pozzoli, al vertice della Centrale con Giulio Lucchetti, è l'uomo del rinnovamento: lo stabilimento (139 dipendenti oggi, 288 alla nascita) ha subito un'iniezione di 15 miliardi di investimenti in 5 anni, un'operazione che è visibile sia nella «tecnologia del latte», la cui produzione è sempre più sicura, sia nel rammodernamento dei locali, che pure conservano il loro aspetto esterno originario. Oggi la Centrale - che non ha più il monopolio ma che conserva un 50 per cento del mercato torinese - lavora 41 milioni di litri di latte l'anno, dei quali 22 di fresco e 14 di Uht a lunga conservazione, circa 1,2 milioni di litri di panna, il resto per altri prodotti, e commercializza yogurt, prodotto a Carmagnola, ricotta proveniente da Caldiróla, sull'Appennino, e mozzarella, che arriva dal Piacentino. Il ciclo del latte, nella sua semplicità, è garanzia di sicurezza. Viene raccolto giornalmente da 250 produttori (l'80 per cento sono in provincia di Torino, gli altri nel Cuneese e nell'Astigiano) che lo conservano in contenitori refrigerati (+4°) e che vengono controllati da due ispettori della Centrale. Le cisterne frigorifere conservano un campione di ciascun punto di raccolta: prima di essere immesso nei silos della centrale (295 mila litri di capacità), viene verificato dai laI boratorio interna (400 analisi ai giorno). Se vengono trovate irregolarità, ormai rarissime, si controllano i singoli campioni. Se c'è l'«ok», il latte entra in lavorazione in due pastorizzatori da 50 mila litri ora e in due sterilizzatori da 19 mila litri ora (per l'Uht). Le confezionatrici automatiche e le imbottigliatrici lo preparano per la distribuzione ai 3000 punti di vendita. Il ciclo è pilotato da un computer che controlla qualità, quantità, immagazzinamento. Gianni Bisio Lo stabilimento occupa 139 dipendenti, quando nacque ne aveva 288

Persone citate: Domenico Coggiola, Giulio Lucchetti, Piacentino, Pozzoli, Riccardo Pozzoli

Luoghi citati: Carmagnola, Torino