Cardiochirurgia raddoppia

Cardiochirurgia raddoppia Tra un mese finalmente partono i lavori alle Molinette Cardiochirurgia raddoppia Oggi liste d'attesa di un anno e mezzo E c'è chi muore prima dell'operazione Dopo anni di polemiche e rinvìi, si riaccende una speranza per i cardiopatici in lista di attesa per un intervento alle Molinette: l'ospedale può finalmente spendere quei due miliardi e mezzo stanziati nell'estate '90 per ristrutturare il padiglione che ospiterà un nuovo gruppo operatorio e una nuova zona di rianimazione. Gli impresari della Sinco, la ditta che a luglio dell'anno scorso s'è aggiudicata l'appalto, otto giorni fa hanno consegnato i progetti all'ufficio tecnico dell'Usi 8. Adesso hanno tempo quattro settimane per incominciare i lavori, e sette mesi per consegnarli. Se questa volta gli impegni saranno rispettati, la notizia potrebbe segnare la fine di uno scandalo incominciato quattro anni fa, quando il professor Mario Morea, primario cardiologo, stanco di ricevere malati gravi che non avrebbe potuto operare prima di sei mesi, aveva scritto all'allora presidente dell'Usi 8, Alessandro Braja, una lettera drammatica: «Otto pazienti sono morti durante l'attesa media di 137 giorni. Quindici pazienti sono stati persi di vista: tra questi pazienti non è azzardato pensare che alcuni siano deceduti durante l'attesa di 167 giorni». La risposta di Braja era stata molto vaga, per non dire evasiva: egregio professore, esamineremo la sua richiesta, «tenuti peraltro presenti i limiti delle di- sponibilità finanziarie». E' il 29 giugno 1988. Un anno dopo, giugno '89, lo scandalo approda in Consiglio regionale: i pazienti morti in lista d'attesa sono diventati 21, e il capogruppo pri Franco Ferrara presenta un'interrogazione per sapere dalla giunta «quali provvedimenti sono stati previsti per il potenziamento dell'attività del centro». Sui giornali piovono lettere di protesta. Il 7 luglio 1989 la rubrica Specchio dei tempi ospita lo sfogo di un pensionato cardiopatico, Lorenzo Antoniciello: «A novembre ho fatto la coronarografia che ha dimostrato che devo fare con urgenza un intervento per quattro by-pass. A tutt'oggi sto ancora aspettando; intanto qualcuno nelle mie condizioni è finito al creatore!». Una settimana dopo, ecco la lettera di un altro cardiopatico, Vincenzo Scarpetta: «Ho fatto questo esame il 23 giugno 1987. Da allora sono ancora in attesa di essere sottoposto a intervento». Grazie forse alle imminenti elezioni amministrative del maggio '90, comincia a concretizzarsi l'idea di dotare le Molinette di un secondo gruppo operatorio. Nel marzo di quell'anno, l'assessore alla Sanità, Eugenio Maccari, promette il «raddoppio delle camere operatorie cardiochirurgiche e della terapia intensiva post-chirurgica». Concetto ribadito ad aprile, dopo il trapianto di cuore all'operaio Vito Dardo, compiuto dall'equipe del professor Morea e del dottor Di Summa: «Le sale operatorie saranno al quinto piano. Utilizzeremo locali dell'Università abbandonati da 20 anni». Si stanziano i fondi. E, il 12 luglio '90, l'Usi 8 approva la delibera per la gara d'appalto e dichiara «il presente atto immediatamente esecutivo». Nel frattempo, i tempi di attesa per un'operazione al cuore si sono ancora dilatati: in autunno, la Regione è costretta a firmare una convenzione con due cliniche private per alleggerire la pressione sulla struttura ospe- daliera. Poi, un lungo silenzio, interrotto 10 giorni fa dalla lettera di un altro cardiopatico a Specchio dei tempi: «I cardiologi che hanno esaminato il mio stato di salute sono tutti concordi sull'urgenza dell'intervento. Il tempi di attesa alle Molinette sono di un anno e mezzo». Ora partono i lavori. Assessore Maccari, quando entrerà in funzione il gruppo operatorio? «Non posso fare previsioni». Finita la ristrutturazione, bisognerà acquistare i macchinari. E resta il problema del personale. Gianni Armand-Pilon REPARTO CARDIOCHIRURGIA OSPEDALE MOLINETTE INTERVENTI COMPII) RICHI INTESI NEL 1988