La scommessa di Oliva

La scommessa di Oliva Stasera a Licola affronta McGirt nel Mondiale dei welters La scommessa di Oliva Gioca l'ultima carta contro il picchiatore americano «Comunque vada, non avrò nulla da rimproverarmi» NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Quello che il veterano Patrizio Oliva disputa stasera, sul ring dell'Acquaflash di Licola, a un passo da Napoli, contro il fuoriclasse americano James «Buddy» McGirt, campione del mondo dei pesi welters versione Wbc, non è il solito campionato del mondo, uno dei tanti che infestano l'inflazionato pugilato degli Anni 90. E' per il trentatreenne pugile napoletano una scommessa con se stesso. Una scommessa già vinta, indipendemente dal risultato, la cui incertezza si lega soprattutto alla speranza che l'esito non sia quello, drammatico, che indicherebbe la logica. Patrizio Oliva si era ritirato dal ring nel luglio 1987 dopo il brutale ko ad opera dell'argentino Juan Martin Coggi che gli aveva strappato il titolo mondiale Wba dei pesi superleggeri. Era stanco dei sacrifici, aveva la nausea della palestra, sentiva la nostalgia eh* una vita normale, da padre di famiglia. Due anni di riposo e di riflessione gli hanno fatto cambiare idea. Oliva è tornato in palestra, sia pure con un sostanziale correttivo, quello di preferire l'ambiente amico del «gym» napoletano di Elio Cotena alla rigida disciplina del «college» di Rocco Agostino a Bogliasco. «Torno - disse allora - non perché ho bisogno di soldi, ma perché sento di potermi battere ancora per un titolo mondiale». E, passando per una prima probante conquista, quella del titolo europeo dei welters, ci è arrivato, anche se trovarsi sul ring con un fuoriclasse come McGirt, abile tecnico, picchiatore eccellente, con 45 ko all'attivo su 56 vittorie, non vuol dire aver vinto. Ma Patrizio, a 33 anni, ha acquistato una maturità psicologica che gli consente di affrontare con fatalistica tranquillità anche questa durissima battaglia: «Comunque vada - dice sono in pace con me stesso. Ho vinto tutto quello che c'era da vincere, da dilettante e da professionista e so benissimo quello che vale McGirt, senz'altro il migliore dei quattro campioni del mondo dei welters. Sarebbe stato, secondo la logica di un tempo, un avversario da evitare, io invece gli vado incontro consapevolmente, perché per quest ultima sfida mondiale voglio l'ostacolo più duro». Oliva ed il suo clan si sono lamentati, invano, per la scelta della giuria da parte dei vecchi santoni del Wbc: accanto all'arbitro senza voto Arthur Mercante (Usa), ci sono due giudici statunitensi, Kazmarek e Guerra (messicano di nascita ma residente in California) e l'i¬ taliano Ferrari. Dell'imparzialità dei due americani (e soprattutto della loro capacità di valutare la boxe «europea» di Patrizio) si potrebbe dubitare. Queste proteste servono, se non altro, a dimostrare che Oliva crede in se stesso, nella possibilità di ipnotizzare McGirt con la sua boxe sfuggente, da abilissimo azzeccagarbugli. Crede insomma che si possa giungere ad assegnare la vittoria attraverso i cartellini dei giudici. Forse è un'illusione ma forse no. In ogni caso, con qualsiasi risultato, la scommessa, si diceva, è già vinta. Gianni Pignata Patrìzio Oliva, 33 anni

Persone citate: Arthur Mercante, Elio Cotena, Gianni Pignata, Juan Martin Coggi, Oliva Gioca, Patrizio Oliva, Rocco Agostino

Luoghi citati: Bogliasco, California, Napoli, Usa